Cosa: Uno spettacolo teatrale in omaggio ad Annibale Ruccello che esplora la figura della madre partenopea attraverso quattro monologhi tragicomici.
Dove e Quando: Al Teatrosophia di Roma, dall’11 al 14 dicembre 2025.
Perché: Un’apologia esilarante e tragicamente attuale di un mondo al capolinea, interpretata da attori uomini per rafforzare la tesi sul ruolo teatrale dell’identità di genere.
Il palcoscenico di Teatrosophia a Roma si prepara ad accogliere un nuovo e atteso progetto firmato da Mauro Toscanelli. Già noto e apprezzato protagonista della scena teatrale romana, Toscanelli torna in un luogo che in passato gli ha riservato numerosi consensi, questa volta in veste di regista e co-interprete di Quattro mamme scelte a caso. Lo spettacolo, che andrà in scena dall’11 al 14 dicembre 2025, si configura come un intenso e toccante omaggio ad Annibale Ruccello. L’opera è il frutto della penna di quattro autori — Alessio Arena, Luigi Romolo Carrino, Massimiliano Palmese e Massimiliano Virgilio — che hanno saputo distillare l’essenza della drammaturgia ruccelliana per dare vita a una carrellata di personaggi femminili indimenticabili.
La produzione è curata da Melancholia Teatro e promette di esplorare le dinamiche familiari e sociali con l’inconsapevole comicità che è tipica dello stile di Ruccello. Il testo ruota attorno a quattro figure di madri partenopee, ciascuna delle quali si fa portavoce di un universo disagiato, dominato da un cinico pragmatismo e da una viscerale, quasi ossessiva, relazione con i propri figli. L’allestimento mette in scena una straziante ossessione filiale, dove l’assenza di empatia apparente con il mondo esterno si scontra con un rapporto morbosamente lancinante con la prole. Un’occasione per il pubblico romano di confrontarsi con un teatro che non teme di essere scomodo, che mescola il riso amaro al dramma più profondo, riflettendo su temi universali attraverso la lente di una cultura locale ricca e complessa.
L’eredità di Annibale Ruccello e la riscrittura contemporanea
Lo spettacolo Quattro mamme scelte a caso si inserisce esplicitamente nel solco dell’eredità artistica di Annibale Ruccello, drammaturgo napoletano scomparso prematuramente, la cui opera ha lasciato un segno indelebile nel teatro italiano. La carrellata di quattro madri è un chiaro riferimento ai suoi personaggi, spesso donne del popolo intrappolate in esistenze fatte di solitudine, ossessioni e un amore filiale che sfiora la morbosità. Il titolo stesso suggerisce l’idea di una rappresentazione non idealizzata, ma brutalmente casuale e realistica di un certo tipo di femminilità del Sud.
Il lavoro dei quattro autori — Arena, Carrino, Palmese e Virgilio — non si limita a un’imitazione, ma cerca di portare avanti l’indagine ruccelliana sul disagio e sulla tragicomicità dell’esistenza. Il risultato finale è descritto come un’esilarante apologia di un mondo che sembra essere giunto al capolinea, un luogo dove la fede nella “resurrezione” è ormai perduta e dove l’unica via d’uscita sembra essere una “follia liberatoria”. L’attualità di questa rappresentazione risiede proprio nella sua capacità di cogliere la tragica contemporaneità di certe dinamiche umane e sociali, facendole esplodere sul palco con forza e senza filtri. L’arte di Ruccello viene rivisitata per offrire uno specchio in cui riflettere le nevrosi e le contraddizioni del presente, mantenendo viva la sua poetica a metà tra il grottesco e il sublime.
Identità, genere e la forza dell’interpretazione maschile
Una scelta registica cruciale, che lega indissolubilmente lo spettacolo all’estetica ruccelliana, è l’interpretazione dei ruoli femminili da parte di quattro attori uomini. A dare corpo e voce alle quattro madri sono Fabio Fantozzi, Vincenzo Longobardi, Gabriele Cantando Pascali e lo stesso regista Mauro Toscanelli. Questa decisione non è un semplice vezzo stilistico, ma un rafforzamento di una convinzione artistica profonda, già abbracciata da Ruccello: l’identità di genere in scena è concepita come nient’altro che uno dei tanti ruoli che un attore o un’attrice sono chiamati a interpretare nel loro lavoro.
Questa impostazione aggiunge un ulteriore strato di significato alla messa in scena, permettendo agli interpreti di esplorare la femminilità e la maternità oltre la biologia e la convenzione sociale, concentrandosi sull’universalità del dramma e della nevrosi. L’uso del travestismo teatrale, in questo contesto, diventa un potente strumento di decostruzione e di libertà espressiva, che amplifica l’effetto tragicomico delle situazioni rappresentate. Il cast di soli uomini che interpretano queste donne tormentate accentua l’inconsapevole comicità che scaturisce dal testo, rendendo la follia delle protagoniste ancora più esilarante e, paradossalmente, più autentica nella sua assurdità. Il pubblico è invitato a guardare oltre la mera rappresentazione, riconoscendo nell’interpretazione un atto liberatorio e profondamente artistico.
Uno sguardo sul mondo disagiato: cinismo e morbosità
La narrazione di Quattro mamme scelte a caso si concentra sulla disamina di un “mondo disagiato”. Le madri in scena non sono figure idealizzate, ma donne segnate dalla vita, guidate da un “cinico pragmatismo” che le ha forse aiutate a sopravvivere, ma che le ha anche private di un’apparente capacità di empatia con il mondo circostante. Questa corazza emotiva si dissolve o, meglio, si trasforma in una dinamica ancora più complessa e dolorosa quando si parla del rapporto con i loro figli.
L’elemento centrale e ricorrente è il legame “morbosamente lancinante” tra madre e figlio, una “straziante ossessione” che definisce l’esistenza di ciascuna di queste donne. Il concetto di amore materno viene qui distorto e spinto al limite, diventando fonte di nevrosi, di comicità involontaria e di profondo dramma. Attraverso monologhi che si srotolano in una carrellata di esperienze estreme, lo spettacolo non offre consolazione, ma una lucida, a tratti brutale, analisi di una maternità vissuta come condanna e ossessione. L’esplorazione di questo disagio, unita alla firma registica di Mauro Toscanelli, assicura al pubblico un’esperienza teatrale intensa e riflessiva, destinata a lasciare un segno profondo. Lo spettacolo si conclude con un momento di convivialità, poiché Teatrosophia offrirà come di consueto il suo aperitivo ad artisti e pubblico.
Info utili
- Date e Orari: Dall’11 al 14 dicembre 2025.
- Giovedì a venerdì: ore 21:00.
- Sabato e domenica: ore 18:00.
- Biglietti: Intero: euro 15,00.
- Tessera Associativa: È richiesta una tessera associativa annuale di € 5,00, valida per tutta la stagione 2025/2026. La registrazione all’Associazione Culturale Teatrosophia è necessaria per accedere alla prenotazione.
- Contatti per Info: Telefono: 0668801089 – 3533925682.
- Luogo: Teatrosophia, Roma.

