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La Garbatella nascosta, nelle catacombe di Commodilla

garbatella1Ricordo ancora il primo giorno di scuola al ginnasio. Un liceo classico del centro ed io una delle poche ragazze che ogni mattina si sarebbero avventurate dalla „periferia" fin lì.

Non sono trascorsi neanche dieci anni e quella che i miei compagni percepivano allora come periferia è oggi uno dei quartieri più visitati di Roma. La Garbatella è infatti ormai vera e propria attrazione, non solo per quei turisti coraggiosi che si spingono oltre le "Top ten" dei monumenti/musei imperdibili di Roma, ma anche, ahimè, per i romani invaghiti del telefilm che negli ultimi anni ha riscosso un gran successo. Sempre più spesso mi capita di passare da Piazza Sauli diretta verso la metro ed essere fermata da qualche appassionato in cerca di indicazioni per "il bar dei Cesaroni". Tutte le volte metto da parte la stizza e spiego con molta cordialità come arrivare in Via Roberto dei Nobili, ma il mio spirito campanilista mi spinge inevitabilmente a ricordare agli impazienti fan che quel posto decisamente non è una pietra miliare nella storia del quartiere.

entrata_catacombe_commodilla3A volte questi "turisti di ultima generazione" accolgono l'ironia della mia affermazione e chiedono qualche dritta in più, d'altronde una volta intrapreso il viaggio, perché perdere l'occasione di fare un bel giro?
Di solito mi inerpico allora nella spiegazione di passeggiate tra i meravigliosi lotti, ma ai più curiosi svelo la presenza di un luogo impensabile, le catacombe di Commodilla.

Quello noto come "parco di via Giovannipoli" sembra al primo impatto una comunissimo parco con una zona attrezzata per i bambini da una parte ed un prato per far correre i cani dall'altra. Nessuno penserebbe che l'insospettabile casupola rossa, quasi sempre chiusa, nasconda in realtà l'accesso ad un tesoro sotterraneo.
La storia della catacomba risale agli inizi del IV secolo ed è legata al martirio di Felice ed Adautto, "l'aggiunto", così chiamato perché era ignoto il suo vero nome. Secondo la leggenda il primo fu vittima delle feroci persecuzioni avvenute durante l'impero di Diocleziano e condannato dopo i diversi rifiuti di rinnegare la sua fede cristiana. Nella strada che portava alla collina dove oggi sorge il parco, si formò un corteo dal quale si distaccò improvvisamente un uomo che si avvicinò a Felice, andando in contro a morte certa.
cristo_catacombe_commodillaAttorno al luogo in cui furono sepolti i due martiri si sviluppò il più antico ed archeologicamente più interessante dei tre livelli di cui si costituisce il cimitero, dove in seguito fu anche costruita una piccola basilica ipogea. Queste catacombe furono adibite alla sepoltura fino al VI secolo, quando divennero vero e proprio luogo di culto, a lungo meta di pellegrinaggio per i fedeli cristiani. Diversi papi commissionarono il restauro della basilica, fino al IX secolo, poi le catacombe furono abbandonate e ritrovate solo alla fine del '500 dall'archeologo Antonio Bosio. Nell'800 Giovanni Battista De Rossi risalì al nome di Commodilla, la donna che probabilmente donò il terreno sotto il quale il cimitero fu costruito e solo nei primi anni del '900 furono avviati i primi lavori di restauro.

La principale peculiarità delle catacombe di Commodilla è la presenza di un particolare tipo di sepoltura detta "a pozzo", che consiste nella sovrapposizione di un alto numero di loculi, in delle profonde fosse.
Da un punto di vista architettonico ed iconografico queste risultano in realtà decisamente povere rispetto alle altre catacombe romane. All'interno della basilica vi sono, tuttavia, alcuni affreschi di una certa rilevanza artistica di cui il più significativo è forse proprio quello in cui sono raffigurati Felice ed Adautto, posto in corrispondenza dei loculi in cui i due martiri furono sepolti. Troviamo poi un affresco raffigurante San Luca ed uno in cui compaiono la Madonna, i due martiri e la figura di una donna, Turtura, sepolta lì dal figlio.

agnello_catacombe_commodilla1Un ultimo consiglio per i "turisti" che mi hanno pazientemente seguita fin qui: "non dicere ille secrita a bboce", ovvero "non pronunciare quelle segrete a voce (alta)". E' ciò che si legge entrando nelle catacombe, su un'iscrizione del IX secolo, la più antica pervenuta in lingua volgare. E sarebbe un peccato infrangere il silenzio della misteriosa atmosfera che si respira in questo luogo.

Per visitare le catacombe è necessario prendere appuntamento. Telefonare al numero 06735824

Le immagini degli affreschi sono prese da Wikipedia

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