Asher-Smith chiama Roma: 22.18 a Stoccolma

Nella terza tappa della IAAF Diamond League a Stoccolma, il freddo condiziona gran parte del meeting e delle prestazioni tecniche. Elena Vallortigara è settima nell’alto con 1,78, misura figlia delle condizioni meteo, e vince Mariya Lasitskene con 1,92.

Emergono, nonostante la serata più invernale che pre-estiva, i talenti purissimi della tri-campionessa d’Europa Dina Asher-Smith che vince i 200 metri a suon di migliore prestazione mondiale stagionale in 22.18 (1.3) e tornerà in pista tra una settimana al Golden Gala del 6 giugno a Roma, dello statunitense Michael Norman, che vince il duello con Rai Benjamin sui 400 metri in 44.53 e del norvegese Karsten Warholm sui 400 ostacoli (47.85). Pedana calda sotto un cielo freddo: lo svedese Daniel Stahl fa ancora faville nel disco (69,57).

Tante le sconfitte eccellenti, come quella del turco Ramil Guliyev sui 200 metri, nettamente piegato dal canadese Aaron Brown (20.06/1.0), pochi giorni fa preceduto da Filippo Tortu sui 100 metri di Rieti. Escono battuti anche Juan Miguel Echevarria, che salva il secondo posto nel lungo in extremis con 8,12 ventoso, mentre si impone lo svedese Thobias Montler (8,22/1.5), e la keniana Hellen Obiri sui 5000 metri, solo dodicesima e staccatissima dalla nuova world leader Agnes Tirop (14:50.82), ma anche Sandra Perkovic, quinta con 63,71 nel disco vinto dalla cubana Denia Caballero (65,10). Non tradiscono le attese Kendra Harrison sui 100hs dominati in 12.52/1.3, e Sam Kendricks nell’asta (5,72, poi rinuncia a proseguire).

Dalle gare di mezzofondo anche l’ottimo 1500 metri vinto da Timothy Cheruiyot (3:35.79) con rimonta finale del bi-campione europeo Jakob Ingebrigtsen (terzo in 3:37.30) e i successi da pronostico della scozzese Laura Muir, che vince i 1500 metri in 4:05.37, e della statunitense Ajeé Wilson sugl 800 femminili (2:00.87). Il bosniaco Amel Tuka rimonta sugli 800 uomini e piomba primo al traguardo in 1:46.68. La Diamond League si trasferisce ora a Roma, per l’attesissimo Golden Gala Pietro Mennea di giovedì 6 giugno allo stadio Olimpico.

Serata no per Elena Vallortigara, settima nell’alto con 1,78, una misura improbabile per le qualità dell’azzurra, condizionata, al pari di altre specialiste di gran valore come la tedesca Jungfleisch, dalle condizioni particolarmente ostiche del meteo. Dopo l’1,78 di ingresso in gara, la 27enne vicentina dei Carabinieri ha commesso tre errori alla misura di 1,83, classificandosi settima nella serata più fredda che si ricordi nella Diamond League, pari solo a quella di Oslo di tre anni fa, in cui le altiste pagarono ugualmente dazio con misure bassissime. Vittoria, e di chi se no, per Mariya Lasitskene, unica a superare gli 1,92 dopo esser ricorsa a tre salti per aver ragione dell’1,90. A gara vinta, tre tentativi a 1,97, mortificati dal clima. Seconda la farfalla ucraina Levchenko, terza la svedese Kinsey, entrambe con 1,90.

Il freddo non rallenta una straordinaria Dina Asher-Smith, dominatrice dei 200 metri con il nuovo primato mondiale stagionale di 22.18 (vento legale di 1.3), un crono di valore eccezionale per le condizioni, che lascia presagire un 100 metri di caratura eccezionale giovedì 6 giugno al Golden Gala Pietro Mennea di Roma, dove la britannica affronterà di nuovo Elaine Thompson. Stasera la giamaicana, due volte olimpionica a Rio, è stata sconfitta nettamente (22.66), piegando a sua volta una Dafne Schippers apparsa in progresso (22.78), ma lontana dalla condizione del recente passato. Proprio in considerazione del meteo sfavorevole, va interpretato come notevolissimo anche il 44.53 con cui Michael Norman ha vinto i 400 metri, mantenendo l’imbattibilità contro Rai Benjamin (45.13), vincendo anche il quinto scontro diretto della carriera e superando in agilità l’avversario in rettilineo dopo una partenza assai veloce di Benjamin. Li rivedremo al Golden Gala, Norman sui 200 stellari, Benjamin sui 400 ostacoli. Un abisso dietro, gli altri, intirizziti dai dodici gradi. Per niente impressionato dal freddo, invece quell’Aaron Brown battuto a Rieti sui 100 metri da Filippo Tortu. Il canadese è partito benissimo e ha curvato anche meglio, chiudendo in un pregevole 20.06/1.0, con il favorito Guliyev, secondo in 20.40, oggi incapace di esprimere la solita splendida fase lanciata.

Nell’altra sfida-top annunciata tra il cubano Juan Miguel Echevarria e il sudafricano Luvo Manyonga nel lungo, è spuntato l’ottimo Thobias Montler, che aveva già battuto Echevarria nel World Indoor Tour a Karlsruhe. Ottima gara dello svedese, planato al personale di 8,22/1.5 e altre due volte oltre il vecchio primato, a conferma di una eccellente condizione mostrata già pochi giorni fa in Spagna con un clamoroso 8,43 ventoso. Echevarria ha recuperato all’ultimo salto il secondo posto con 8,12 aiutato da una brezza alle spalle (2.3), mangiandosi però la bellezza di quasi 30 centimetri sull’asse di battuta. Manyonga è quarto con 8,07 ventoso, preceduto di due centimetri dall’olimpionico Jeff Henderson.

In chiusura di meeting arriva la perla di Karsten Warholm, autore di una prestazione sopra le righe in 47.85, un crono cercato con determinazione contro le condizioni sfavorevoli. Impressiona ancora Daniel Stahl: lo svedese idolo del pubblico centra una altra grande prestazione con 69,57, a un metro dal suo recente primato della Diamond League, ma lascia intendere di avere misure eccezionali nelle braccia. Il quinto lancio è nullo, Stahl esce di pedana, ma l’attrezzo cade intorno ai 73 metri, una misura già raggiunta in allenamento. Degni coprotagonisti, il colosso giamaicano Dacres (68,96, seconda misura della carriera) e l’austriaco Weisshaidinger (66,97).

Sui 100 ostacoli pronostico rispettato da Kendra Harrison, prima in 12.52 con vento nei limiti (1.3), avendo ragione dal quart’ultimo ostacolo dell’altra statunitense Sharika Nelvis (12.69) e della nigeriana Amusan (12.85). Test di buon valore anche per la scozzese Laura Muir, anche lei stella il 6 giugno all’Olimpico: andata via alle avversarie dopo due minuti e spiccioli, ha scavato un gran margine per vincere, con un promettente ultimo giro sulle frequenze, in 4:05.37, quattro secondi e mezzo meglio della marocchina Arafi (4:09.70). Vince anche l’argento mondiale Timothy Cheruiyot, 3:35.79 sui 1500 metri lanciati da par suo con un ottimo ultimo giro. Dietro di lui, rimonta metro dopo metro il fenomeno Jakob Ingebrigtsen, che raggiunge sul traguardo il gibutiano Souleiman, con cui condivide il crono (3:37.30), ma al quale cede il secondo posto al fotofinish. Battutissimi il recordman mondiale indoor Tefera e il campione del mondo Manangoi.

Tutt’altro leit-motiv sui 5000 , in cui la favorita Hellen Obiri ha perso il treno lanciato dalle avversarie dopo un passaggio ai 3000 di quasi 20 secondi superiore al programma, chiudendo dodicesima in 15:07.70. Vittoria e primato mondiale stagionale per l’altra keniana Agnes Tirop (14:50.82), in una gara che ha espresso dieci atlete sotto i quindici minuti e il record nazionale della canadese Gabriela Debues-Stafford (14:51.59). Vince all’ultimo istante Amel Tuka sugli 800: il bosniaco interpreta al meglio il rettilineo e surclassa nel finale il portoricano Sanchez, vincendo in 1:46.68 sullo stesso centroamericano (1:46.77) e sul polacco Lewandowski (1:46.79). Negli 800 donne successo nelle previsioni di Ajeé Wilson in 2:00.87, crono discreto per il clima invernale, sull’etiope Alemu (2:01.26) e sulla keniana Jepkosgei (2:01.98).

L’asta uomini, una delle gare più penalizzate dalle basse temperature e dal vento, è andata al favorito Sam Kendricks, che ha rischiato l’eliminazione a 5,48 per poi ritrovarsi unico capace di superare i 5,72 e rinunciare a misure superiori. Secondo il polacco Lisek con 5,60. Esordio stagionale con sconfitta per Sandra Perkovic. La croata iridata e olimpionica ha collezionato quattro lanci nulli nel rigido pomeriggio svedese, piazzandosi solo quinta con 63,71, battuta dalla cubana Denia Caballero (65,10), che la sconfisse anche al mondiale 2015, dall’altra cubana Perez (sotto di un centimetro con 65,09) e dal duo cinese Chen Yang (64,25) e Feng Bin (63,87).

A fine programma arriva anche la terza miglior prestazione mondiale stagionale del meeting, ed è una gran cosa a firma del campione del mondo U20 Rhonex Kipruto, che abbatte il muro dei 27 minuti nei 10.000 metri chiudendo in 26:50.16, primato del meeting. Precede Hagos Gebrhiwet (27:01.02) e l’eritreo Kifle (27:27.68). Nota a margine per l’ennesimo primato nazionale dello svizzero Julien Wanders (27:44.36).

I principali risultati dalle altre gare: peso uomini allo svedese Wictor Petersson (20,11) con il campione del mondo 2015 Kovacs in caduta libera, terzo con 19,77. Pedana donne che premia la bielorussa Alyona Dubitskaya (18,49). Asta donne con altro successo Made in Sweden firmato da Angelica Bengtsson (4,57) davanti alla connazionale Meijer (4,47). Ostacoli bassi alla norvegese Amalie Iuel in 57.02, successo-bis targato Norvegia con gli 800 di Thomas Roth (1:49.09). 400 piani al britannico Yousif in 46.67 e all’africana Seyni (Niger) in 52.54. L’eterno Churandy Martina fa suoi per due volte i 100 uomini in 10.36/1.4 e 10.37/0.4. La canadese Crystal Emmanuel vince un 100 gelido e anche ventoso (2.8) in 11.37.

FONTE: Federazione Italiana Di Atletica Leggera

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