Ovvero: il sole scende dove c’è pendenza, l’amore torna dove c’è speranza
E’ uno dei rarissimi proverbi romani sull’amore. L’argomento, giudicato troppo melenso e “sdolcinato” per il popolo più cinico d’Italia nell’uso della parola, è spesso trascurato nei detti popolari di questa città, almeno nelle sue accezioni positive. Ce lo siamo però andati a cercare con cura, in occasione del mese degli innamorati e di San Valentino, per aggiungere un tocco di romanticismo anche alle tradizioni popolari romane.
L’adagio risulta decisamente morbido e dolce anche all’orecchio … certo considerate le possibilità che dà il nostro dialetto alla dolcezza dei suoni!
Di certo l’immagine del sole che scende, fa materializzare davanti ai nostri occhi il tramonto sulle rovine, su San Pietro, sulla scalinata di Piazza di Spagna, e ci catapulta subito in una scena di assoluto romanticismo.
E’ una pura sensazione quella suscitata, indotta da una metafora, che, se letta con più attenzione, non sembra avere un perfetto senso logico. Ma non deve: questo è il bello! Si parla d’amore, e la razionalità va lasciata da parte.
Così, anche se il sole non ha bisogno di pendenze per calare, quella che subito immaginiamo è la fotografia dei colli di Roma che, grazie alle loro dolci pendenze, giocano con i raggi di sole obliqui. Raggi che scompaiono e riappaiono per creare ombre e luci che scendono sui profili del magnifico panorama, così piacevole da ammirare dal Pincio o dal colle del Gianicolo.
La breve frase figurativa iniziale, introduce a quella dal significato più sentimentale che segue: l’amore torna dove c’è speranza. E ancora l’immagine che si crea nella nostra testa è quella di un ritorno senza fatica, in discesa. Proprio la metafora della pendenza suscita l’idea dello scivolare senza difficoltà del sentimento per eccellenza verso il luogo della speranza. Tutto avviene come in un evento naturale, imprevedibile, inarrestabile.
Nel giorno dedicato agli innamorati (e anche in quelli che precedono, quando si sente parlare soprattutto di cosa fare per San Valentino), gli inconsolabili sono tutti quegli innamorati dell’amore che si ritrovano soli. Da poco, da tanto, da sempre … non fa grande differenza se ciò di cui si ha bisogno è la metà mancante.
Si pensa, scoraggiati, che, una volta perso, l’amore non torna più.
Per questo ci sembra che questo raro proverbio romano, una volta tanto con un pizzico di ottimismo, possa dare sostegno ai neo-romantici, che sognano e sperano (devono farlo) e, proprio nei giorni centrali di febbraio, ci provano e riprovano con l’oggetto dei loro desideri, approfittando del periodo propizio. Incoraggiamoli a farlo. Tutta la società ha bisogno di loro, per dare calore alle giornate fredde di metà inverno, per animare le conversazioni sui posti di lavoro, per sognare, attraverso loro, nuove storie d’amore.
E se di fronte si trovano chi non vuole crederci più, la loro speranza deve valere per due. Allora diamo tutti una mano: se conoscete qualcuno che ha perso la speranza di trovare o ritrovare l’amore, è il momento giusto di fargli conoscere questo proverbio. Se lo dicevano anche gli antichi, deve essere così!