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Il Sushi e l’arte della preparazione

sushiCucinare è sempre un’arte, tanto che si parla ormai da anni di arte culinaria. Quella del Sushi non è da meno. La raffinata cucina giapponese così lontana dalla nostrana, per essere apprezzata al meglio, deve anche essere compresa. E per la comprensione è necessaria almeno una conoscenza generale di ingredienti e metodi.

Ma come affrontare la prima esperienza in un ristorante giapponese? Il primo approccio con il Sushi spesso non è dei migliori. Essere consapevoli che quasi tutto il pesce è crudo e che il riso è tenuto insieme da un’alga … rende tutto più difficile!

sushi_by_avlxyz_cc_by_sa_20_genericoIn realtà i tipi di sushi sono ben 13. Il più comune, ed amato, in Occidente è il makizushi, quello che poi conosciamo un po’ tutti, avvolto appunto nel Makisu, un foglio di alga essiccato nel quale vengono avvolti il riso ed il ripieno, che può essere costituito da pesce o verdura.

C’è anche un altro tipo di sushi, quello dove il pesce crudo viene poggiato su un letto di riso (gunkanzushi) o anche una versione più simile alla nostra insalata di riso, con i vari ingredienti mescolati (chirashizushi). Generalmente, le differenze di sapore fra queste varie tipologie non sono notevoli: si tratta spesso di sapori molto delicati appena aromatici e i piatti sono tutti freddi. Se poi accompagnate il tutto con una delle loro birre, tra cui la Asahi e la Sapporo sono le più note, e che sono ben più dolci delle nostre, diventa un magnifico piatto estivo.

Ciò a cui un neofito deve stare particolarmente attento, invece, è la salsa per il condimento personalizzato a tavola. Si consiglia di iniziare con la salsa di soia su tutte le portate, più delicata e vicina ai gusti occidentali, che ha la proprietà di rendere più sapide le pietanze senza mortificarne il gusto. Il wasabi  è invece per i più coraggiosi e resistenti ai sapori forti (anzi fortissimi). Infatti di primo acchito lascia decisamente a bocca aperta per il livello di piccantezza. Solo dopo un po’ che si è fatta l’abitudine al sapore si riconosce una salsa con la consistenza di una pasta dentifricia, il cui ingrediente principale è il rafano verde.

E’ importante comunque ricordare che queste pietanze sono il risultato di una e di un’arte millenaria, che richiedono una grande abilità, una perizia ed una cura da parte dei cuochi specializzati, che rivendicano un profondo e sincero rispetto. Anche perché i tempi di preparazione non sono indifferenti, ma restano contingentati visto che tutti gli ingredienti devono essere freschissimi. Vale la pena provare la cucina giapponese anche solo per il fascino della tradizione e della storia di cui questo cibo è parte integrante.

Inoltre non è da sottovalutare il fatto che il popolo giapponese è tra i più longevi ed in del mondo, sembra proprio grazie alle abitudini alimentari. Gli italiani tallonano da vicino il popolo del sol levante, perciò alternare la cucina nostrana alla loro non può che farci vivere ancora più a lungo e, soprattutto, meglio: avete mai notato che bella pelle hanno le giapponesi? E’ un chiaro ed evidente segno di salute.

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