Nel mondo del teatro italiano c’è uno spazio unico che si distingue per l’incisività sociale e la capacità di mettere in scena vite che normalmente rimangono al margine della società: il Teatro Libero di Rebibbia. Nato all’interno della Casa Circondariale Rebibbia Nuovo Complesso, questo progetto permette ai detenuti di esplorare una nuova dimensione di sé attraverso l’arte teatrale. Il prossimo spettacolo, intitolato “La Rivoluzione alla Sudamericana”, è un’opera di Laura Andreini ispirata alla filosofia del Teatro dell’Oppresso, sviluppata dal drammaturgo brasiliano Augusto Boal.
Un gioco teatrale tra comicità e riflessione
“La Rivoluzione alla Sudamericana” si presenta come un grande gioco teatrale, che miscela sapientemente comicità e riflessione. La trama ruota attorno alla figura di José, un operaio sudamericano affamato e alla ricerca di riscatto sociale. La sua storia diviene un riflesso delle lotte quotidiane di molti, appunto una rappresentazione universale della condizione umana. L’opera, che fa uso di ironia per rappresentare situazioni grottesche, è una finestra aperta sulla solitudine esistenziale che caratterizza l’uomo contemporaneo, costantemente alla ricerca di un significato e di un ascolto. Attraverso un intreccio di dialetti e identità, la figura di José viene interpretata da diversi attori detenuti, sottolineando così l’universalità del suo percorso esistenziale.
La regia di Laura Andreini, affiancata dall’assistente Giuditta Cambieri, sottolinea come per intraprendere nuove strade si debba guardare al passato, rielaborandolo alla luce degli errori. Gli attori-detenuti collaborano così per superare le proprie sovrastrutture interiori e interrogarsi sugli ostacoli e le mete del loro cammino individuale.
Il teatro come strumento di libertà personale
Il progetto del Teatro Libero di Rebibbia non è solo un’esperienza artistica, ma uno strumento potente che aiuta i partecipanti a ritrovare una nuova consapevolezza di sé. Augusto Boal, il padre del metodo del Teatro dell’Oppresso, ha dimostrato come l’arte possa liberare dall’autocensura e dalle “maschere sociali” che ciascuno di noi indossa per conformarsi alle aspettative degli altri.
In un contesto carcerario, il teatro diviene un mezzo per ristabilire un equilibrio tra autorità interna ed esterna, indispensabile per qualsiasi processo di crescita personale. Questo non solo facilita un percorso di autocoscienza, ma consente ai detenuti di sperimentare una vera e propria rivoluzione interna. La collaborazione del Ministero della Giustizia e del Ministero alla Cultura, unitamente al sostegno della Regione Lazio e delle Officine di Teatro Sociale, dimostra quanto sia riconosciuto il valore sociale e culturale di questo progetto.
Il contesto dell’iniziativa e la partecipazione speciale
Lo spettacolo “La Rivoluzione alla Sudamericana” viene presentato in un contesto culturale ampio e variegato. La mattina dell’evento, il Prof. Fabio Cavalli curerà un incontro di studio sui temi delle attività culturali in carcere, parte del Master di II° livello in Diritto Penitenziario e Costituzione dell’Università degli Studi di Roma Tre. Successivamente, alle ore 16:00, il pubblico avrà l’opportunità di assistere a una rappresentazione dal vivo nell’Auditorium del carcere.
L’evento non è solo uno spettacolo teatrale, ma una vera e propria giornata di studio e riflessione su carcere e cultura. Personaggi di spicco, come il Presidente della Commissione Cultura della Camera dei deputati, l’On. Federico Mollicone, e il Vicepresidente della Commissione tutela e promozione diritti umani, Sen. Filippo Sensi, interverranno nel corso della cerimonia di benvenuto. Inoltre, è prevista la partecipazione straordinaria dell’attore Alessandro Marverti, che offrirà un valore aggiunto a un evento già ricco di significati.
Info utili
L’ingresso allo spettacolo “La Rivoluzione alla Sudamericana” è gratuito, ma è necessario registrarsi in anticipo tramite accreditamento obbligatorio, specificando nome, cognome, data e luogo di nascita di ciascun partecipante. La rappresentazione avrà luogo presso il Teatro del Carcere di Rebibbia N.C. in Via Raffaele Majetti 70, a Roma, l’11 luglio 2025. L’accreditamento sarà considerato valido solo dopo aver ricevuto una conferma via mail dalla segreteria organizzativa. Per informazioni si consiglia di visitare on line il sito “enricomariasalerno”.
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