I SOLISTI DEL TEATRO, gli spettacoli presso I GIARDINI DELLA FILARMONICA

Alt Academy presenta I SOLISTI DEL , AL 19 luglio AL 7 settembre 2016, presso I GIARDINI DELLA FILARMONICA di ROMA in Via Flaminia 118

Ecco il programma di tutti gli spettacoli:

28 LUGLIO 

UPNOS presenta “Girls like that” il 28 luglio 2016
Regia Emiliano Russo, con Flaminia Cuzzoli, Diletta Masetti, Flavia Mancinelli, Ottavia Orticello, Cristian Pelliccia e Francesca Vidali.

GIRLS LIKE THAT è un’opera che parla di ragazze, ragazzi, femminismo, amicizia, sentirsi parte del branco, percezione di se stesse/i e condivisione online. Quando una foto di Scarlett nuda si diffonde in pochi minuti per tutta la scuola e sui social network, la reazione delle sue compagne svela le sottese dinamiche sociali. Le ragazze infatti, precedentemente sue intime amiche, ora prendono le distanze da Scarlett, mostrando le loro vulnerabilità e ansie riguardo al rendere pubbliche la propria immagine e la propria sessualità. E quando anche la foto di Russel nudo – il ragazzo più cool di tutta la scuola- diventa virale, viene altresì svelato il diverso trattamento a cui vengono sottoposti i due sessi. Quanto a lungo potrà rimanere in silenzio Scarlett?
GIRLS LIKE THAT è un’opera coinvolgente e stimolante che si muove tra il momento presente del qui-ed-ora e momenti chiave nella Storia quando alcune giovani hanno sfidato le convenzioni sociali del proprio tempo, battendosi per la parità.
L’opera esplora come il concetto di femminismo sia cambiato nel corso del tempo e cosa significhi per le/i giovani di oggi. Un’opera impellente ed esplosiva che esplora l’uguaglianza di gender e le pressioni che gravano sulla contemporanea “generazione digitale”.

29 LUGLIO “Cinema 7607”

Daniele Vicari presenterà il mokumentary dal titolo “Uno, nessuno” girato con gli allievi della scuola Gian Maria Volontè sul lavoro di formazione dell’attore.

1 AGOSTO

Sycamore T Company presenta “Orfeo ed Euridice – dal mito ai nostri giorni”
con Viola Graziosi – voce recitante e Sarah Biacchi – mezzosoprano

Orfeo ed Euridice è una delle perle dell’antichità classica. Orfeo era un poeta e musicista figlio di Apollo, dio della musica, e di Calliope, musa del canto. Si dice che quando cantava succedevano cose incredibili, gli uccelli si fermavano sulla sua testa ad ascoltarlo, i pesci uscivano fuori dall’acqua, gli alberi si avvicinavano e persino le montagne lo seguivano sul suo cammino. Orfeo cantava canzoni d’amore, innamorato della bellissima ninfa Euridice. Ma Orfeo non era l’unico ad essere innamorato di lei, lo era anche Aristeo. Un giorno questi le saltò addosso mentre lei faceva il bagno nuda ed ella scappo via, ma nella sua fuga calpestò un serpente velenoso e morì. Quando Orfeo apprese la morte dell’amata decise di andarla a riprendere nell’aldilà, convinto che il suo canto potesse conquistare anche gli inferi. Così intraprende una lunga discesa nell’Ade, lungo la quale riesce a conquistare tutti coloro che ne impediscono i vari passaggi. Arrivato finalmente davanti al dio Ade e a Persefone, implora loro di restituirgli Euridice. Riesce a convincerli alla sola condizione di non guardarla mai in faccia prima di essere entrambi alla luce del sole. Inizia allora la salita di Orfeo seguito da Euridice e da Ermes, il controllore. A più riprese lo assale il dubbio che l’amata lo stia seguendo e tende l’orecchio per udirne i passi, ma poi si ricorda la promessa fatta e non si gira. All’improvviso però è lei a chiamarlo con voce suadente “sono forse diventata così brutta che non mi vuoi guardare?”. Lui resiste, e lei insiste gli chiede un bacio e lui resiste. Poi finalmente sente la luce del sole scaldargli il volto, sente di aver varcato la soglia del mondo dei vivi e si gira a guardarla. Ma lei era rimasta qualche passo indietro, non aveva ancora varcato la soglia… Così muore per la seconda volta.

In Lei dunque capirà, la protagonista si trova in questa terra di confine, davanti a una sorta di corte d’appello dove si rivolge ad un giudice che lei chiama Signor Presidente, per confessare il perché della sua chiamata, e richiedere l’assoluzione. Questi aveva concesso ad Orfeo di portare la donna fuori della “Casa di riposo” (metafora del regno dei morti), a patto di non voltarsi a guardarla. Tuttavia varie ragioni – tra le quali la convinzione che l’uomo sia sceso a prenderla per cantare la Verità sconosciuta ai vivi più che per amore di lei, e la consapevolezza del fatto che i morti non conoscono le verità ultime più dei vivi – inducono la giovane donna a chiamare “con voce ferma” l’amato facendolo voltare; in questo modo non dovrà dargli il dispiacere di rivelare che non è possibile conoscere la verità e trarre fama da ciò, in quanto nemmeno i morti la possiedono. L’uomo si volta e lei, dispiaciuta e serena a un tempo, ripiomba nel vuoto dell’immensa Casa di Riposo.
Questo Concerto per voce lirica e voce recitante vuole creare un ponte tra classicità e contemporaneità per mettere al centro proprio la ricerca della Verità. Il canto come veicolo supremo per raggiungere le più alte vette del lirismo e dell’incanto apre il cuore all’esperienza del sentimento. Su questo terreno la voce narrante divenuta intima e vicina a noi, trova un passaggio segreto verso il luogo più profondo della nostra anima.

2 AGOSTO

Lunaria Teatro presenta “La lunga vita di Marianna Ucrìa”
con Raffaella Azim e Francesca Conte – interprete L.I.S. Lingua Italiana dei Segni
Fin dalle sue prime pagine il romanzo di Dacia Maraini, vincitore nel 1990 del Premio Campiello, immerge il lettore nel clima cupo e pieno di contraddizioni della Sicilia del Settecento. Mentre in Europa trionfa il Secolo dei Lumi, a Palermo, in un tempo scandito da impiccagioni, autodafé, matrimoni d’interesse e monacazioni, si consuma la vicenda di Marianna, della nobile famiglia degli Ucrìa. “Sposare, figliare, fare sposare le figlie, farle figliare, e fare in modo che le figlie sposate facciano figliare le loro figlie che a loro volta si sposino e figlino…”, è questo il motto della discendenza Ucrìa, che in questo modo è riuscita ad imparentarsi per via femminile con le più grandi famiglie palermitane. Marianna, costretta ad andare in sposa a soli tredici anni a suo zio, investita “con rimproveri e proverbi” quando osa sottrarsi al suo ruolo di moglie, sembra all’inizio destinata alla medesima sorte. Lei è però diversa, sordomuta, ma proprio da questa menomazione trarrà la forza per elevarsi al di sopra della chiusura e della meschinità che la circonda. Dacia Maraini è una scrittrice, poetessa, saggista, drammaturga e sceneggiatrice italiana. Tra i premi vinti, oltre al Premio Cimitile, Campiello e Strega, c’è anche il Premio Pinuccio Tatarella. Raffaella Azim, prima attrice del teatro italiano, è stata diretta tra gli altri da: Aldo Trionfo, Dario Fo, Carlo Cecchi, Franco Parenti, Giancarlo Sbragia, Lina Wertmuller.

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