- Cosa: V edizione del festival di danza contemporanea a cura di Mandala Dance Company.
- Dove e Quando: Dal 5 all’8 dicembre 2025 tra Ladispoli (Spazio Agorà), Roma (Spazio Rossellini) e Cerveteri (Centro Storico).
- Perché: Una rassegna che unisce architettura urbana e linguaggio corporeo, portando la danza fuori dai teatri tradizionali per riconnettere le comunità.
La danza contemporanea torna a farsi strumento di connessione tra territori diversi, tessendo una trama invisibile ma percepibile che lega la provincia alla capitale. Con la sua quinta edizione, Cerveteri in Danza 2025 conferma la propria vocazione di “festival diffuso”, un progetto ambizioso ideato e diretto da Paola Sorressa che mira a decentralizzare l’offerta culturale. Non si tratta semplicemente di una serie di spettacoli, ma di un vero e proprio ecosistema artistico che, per quattro giorni, abiterà luoghi eterogenei: dallo Spazio Agorà di Ladispoli allo Spazio Rossellini di Roma, fino a toccare il cuore antico del centro storico di Cerveteri.
L’edizione di quest’anno si distingue per la capacità di mettere in dialogo linguaggi coreutici differenti, ospitando compagnie nazionali e internazionali. L’obiettivo è trasformare lo spettatore da passivo fruitore a testimone attivo di un processo creativo che indaga temi universali come la memoria, la resilienza e il rapporto tra l’essere umano e lo spazio che lo circonda. Attraverso otto appuntamenti mirati, la rassegna costruisce un percorso narrativo che attraversa i confini geografici del Lazio, dimostrando come la cultura possa essere un efficace collante sociale.
Un ponte internazionale e le nuove drammaturgie
Il sipario si alza venerdì 5 dicembre a Ladispoli con un respiro decisamente europeo. L’evento di apertura, battezzato “Aspettando Cerveteri in Danza”, vede protagonista Irene Kalbusch che presenta in prima nazionale Niemandsland. La scelta di questo spettacolo non è casuale: il titolo, che evoca una “terra di nessuno”, risuona perfettamente con la filosofia del festival di esplorare zone di confine e di transizione. La compagnia Irene K replica il giorno successivo, spostandosi però nello scenario metropolitano dello Spazio Rossellini a Roma, gestito da ATCL. Questo spostamento fisico degli artisti e delle opere sottolinea la fluidità che caratterizza l’intera manifestazione.
Sempre a Roma, la serata del 6 dicembre si arricchisce con un focus dedicato alla Mandala Dance Company. La compagnia residente propone un trittico di creazioni che scendono in profondità nell’analisi del gesto. Si parte con Arca-Archè di Debora Renzi, un lavoro che riflette sul corpo come archivio vivente e materia fluida, per proseguire con IntercettAzioni di Paola Sorressa. Quest’ultimo lavoro è particolarmente significativo perché porta in scena l’improvvisazione e la composizione istantanea, trattando lo spazio scenico non come un vuoto da riempire, ma come un organismo vivo da ascoltare. A chiudere il cerchio è Last Chance, una performance che, pur partendo da un contesto di incertezza globale, lancia un messaggio di potente resilienza, invitando il pubblico a trovare bellezza anche nelle sfide più ardue.
La danza invade la storia e il mito
Lunedì 8 dicembre il festival entra nel vivo della sua dimensione più territoriale, invadendo il centro storico di Cerveteri. È qui che la danza contemporanea incontra la pietra millenaria, creando un cortocircuito visivo di grande impatto. Nella mattinata, le performance si alternano en plein air: la compagnia GDO_Gruppo Danza Oggi porta in scena un estratto di Puccini Forever. Le coreografie firmate da un team eterogeneo (Palliani, Migliorati, Ieni, Berretta) rendono omaggio al grande compositore attraverso una rilettura moderna, dimostrando come la tradizione lirica possa dialogare con i vocaboli motori del presente.
A seguire, lo spazio urbano viene reinterpretato in chiave futuristica da Estemporada con CYBER-CALL 2.0 di Cristian Pagliaro. Il contrasto è netto e voluto: la tecnologia e le tematiche digitali si inseriscono in un contesto architettonico antico, suggerendo una riflessione sulla velocità del nostro tempo e sulla persistenza dei luoghi. Questa sezione del festival evidenzia come la danza site-specific non sia solo un adattamento logistico, ma una vera e propria riscrittura semantica dei luoghi che abitiamo quotidianamente, offrendo ai cittadini una nuova prospettiva sulla propria città.
Epilogo tra memoria e meditazione
Il pomeriggio dell’8 dicembre segna il ritorno a Ladispoli per il gran finale. Lo Spazio Agorà diviene il palcoscenico per un susseguirsi di emozioni contrastanti. Oltre al ritorno di Mandala Dance Company con Riti di Passaggio e Arca-Archè, il pubblico potrà assistere a Estremo remoto della compagnia Arearea, firmato da Marta Bevilacqua e Stefano Mazzotta, e a UCSO – Una carezza sugli occhi di ASMED, coreografato da Salvatore Sciancalepore. Ogni pièce aggiunge un tassello al mosaico complessivo della rassegna, spaziando tra stili e poetiche differenti.
Tuttavia, è la chiusura del festival a toccare le corde più intime. La giornata è dedicata alla memoria di Lucien Bruchon, co-drammaturgo di Mandala Dance Company scomparso prematuramente. Per onorare il suo contributo artistico e umano, la direzione ha scelto di non chiudere con il movimento, ma con il suono. Il Concerto Meditativo di Dionisia Cudalb alle ore 19:00 rappresenta un momento di sospensione collettiva. Dopo giorni di corpi in movimento, dinamismo e occupazione dello spazio, il festival invita al raccoglimento e all’ascolto interiore, concludendo il viaggio con una nota di spiritualità che sancisce il valore dell’arte come cura e come memoria condivisa.
Info utili
- Ingresso: Posto unico 5€.
- Biglietteria: Disponibile in loco e online su circuito Vivaticket.
- Contatti per prenotazioni: cerveterindanza@gmail.com.
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