Aggrappata al sogno, punto dopo punto
C’è un’energia speciale che avvolge il Foro Italico quando Jasmine Paolini scende in campo. Un’intensità che si fa palpabile, che scivola tra le tribune e si incolla alla pelle dei tifosi. Oggi, ancora una volta, la tennista toscana ha scritto una pagina indimenticabile della sua carriera: ha battuto in due set Peyton Stearns con il punteggio di 7-5, 6-1, conquistando la finale degli Internazionali d’Italia.
Una rimonta che è diventata cifra stilistica
Il match non era cominciato nel migliore dei modi. Stearns, potente e precisa, ha messo subito pressione. Ma Paolini ha una qualità che va oltre la tecnica: sa soffrire, sa stringere i denti. E quando tutto sembra perduto, si rialza. È successo di nuovo. Ha recuperato lo svantaggio, ha ribaltato l’inerzia. Il primo set, vinto 7-5, è stato una battaglia di nervi e cuore. Il secondo, un capolavoro di controllo e lucidità.
Una strada in salita, percorsa a testa alta
Dopo aver rimontato Ostapenko e Shnaider nei turni precedenti, Paolini ha replicato il copione con una forza mentale fuori dal comune. Non è solo questione di tennis: è una dimostrazione di maturità, di crescita, di resilienza. Di quelle che fanno la differenza quando il livello si alza e la pressione è da vertigine.
Una finale che profuma di storia
Con questa vittoria, Jasmine diventa la quinta italiana di sempre a raggiungere la finale del torneo romano. L’ultima volta era il 2014. E adesso, la ragazza di Castelnuovo di Garfagnana ha la possibilità di riportare a casa un titolo che manca da quarant’anni. Di fronte a lei, la vincente tra Coco Gauff e Qinwen Zheng. Poco importa chi sarà: Roma ha già scelto la sua eroina.
Il pubblico, un alleato invisibile
A sostenerla, una folla innamorata, che esplode ad ogni punto e sussurra nei momenti critici. È una connessione autentica, viscerale. Jasmine gioca per sé, certo, ma anche per chi la guarda con occhi che brillano. E forse è proprio questo, il segreto delle sue rimonte: sapere di non essere mai sola.