Nel cuore di Roma, al Teatro di Documenti, andrà in scena dall’8 all’11 maggio una produzione provocatoria e riflessiva: “Esuli del tempo”, diretta da Marco Belocchi. Questo evento teatrale, concepito dal drammaturgo Stefano D’Angelo, si compone di due atti unici che esplorano temi universali e controversi attraverso una lente critica e originale.
Un viaggio tra mito e futuro incerto
Il primo atto, “Appunti sulla guerra di Troia”, rievoca un passato mitologico per raccontare una storia universale sulla guerra e l’ambiguità del potere. Il protagonista, un androgino guerriero troiano, si erge a narratore di un passato che riecheggia ancora nel presente. In un monologo lirico, il personaggio riscrive la storia dall’interno, sfidando la versione ufficiale con la propria verità, offrendo uno specchio riflettente le contraddizioni del presente. In un mondo moderno conteso tra la realtà e le fake news, il dramma assume una valenza ulteriore, invitando gli spettatori a riflettere sulle dinamiche del potere e sulle narrazioni dominanti.
“L’ambiente distopico e contemporaneamente arcaico dello spettacolo diventa il palcoscenico di un dialogo con il pubblico, una riflessione su come le verità storiche e personali si intersecano e si scontrano. Le marionette entrano in scena non solo come parte della rappresentazione, ma come simboli della manipolazione e del controllo esercitato dai potenti.
L’oscuro gioco del predatore e della preda
Ne “La caccia”, secondo atto dello spettacolo, ci si proietta in un futuro grottesco e paradossale. Ambientato nel prossimo futuro, due extraterrestri sono in missione per raccogliere denti umani, nutrendosi della precarietà stessa degli esseri umani. Qui, l’incertezza e il sospetto regnano sovrani, in un mondo al limite dell’annientamento. La Terra è in bilico, minacciata da una possibile invasione spietata, e la narrazione si dipana lungo il filo sospeso dell’ambiguità, dove i ruoli si invertono in continuazione.
Questo secondo atto fa da pendant al primo, creando un affresco teatrale che esplora il concetto di male assoluto. Le situazioni ipnotizzanti e il gioco di specchi e maschere evocano una dimensione claustrofobicamente ironica, intessuta nella regia di Marco Belocchi. La tensione tra il potere e l’impotenza è palpabile e la rappresentazione si trasforma in una riflessione profonda sulle paure più ancestrali dell’umanità.
Sperimentazione visiva e sonora
L’esperienza multimediale di “Esuli del tempo” è curata nei minimi dettagli: le musiche di Fabio Bianchini, le scene e i costumi di Maria Letizia Avato e gli interventi pittorici di Monica Argentino arricchiscono l’esperienza visiva dello spettacolo. L’aiuto regia è affidato a Grazia Rita Visconti, mentre le luci sapientemente orchestrate da Paolo Orlandelli contribuiscono a creare un’atmosfera intrigante e coinvolgente.
Gli attori, tra cui Maria Carla Generali, Tania Lettieri, Maurizio Castè e Simone Destrero, danno vita alle parole di Stefano D’Angelo attraverso interpretazioni intense e sfumate, riuscendo a veicolare con efficacia l’ambiguità e la complessità delle situazioni rappresentate. La collaborazione tra video e testo, a cura di Belocchi e Bianchini, aggiunge un ulteriore livello di sofisticazione, permettendo al pubblico di immergersi completamente nell’universo distopico di “Esuli del tempo”.
Info utili
“Esuli del tempo” si terrà al Teatro di Documenti dal 8 all’11 maggio, con spettacoli alle ore 21 nei giorni 8, 9 e 10 maggio e alle ore 18 l’11 maggio. Il costo del biglietto è di € 15, con possibilità di riduzione a € 12 per i possessori di tessera (€ 3).
Per ulteriori dettagli:
- Teatro di Documenti
- Via Nicola Zabaglia, 42, 00153 Roma
- Tel: 06/45548578
- Cell: 328/8475891
(Fonte e immagine: Miriam Bocchini – Ufficio Stampa)