Perché “torre delle pignatte” o Torpignattara? Semplicemente perché nella zona, l’imperatore Costantino I fece costruire una torre o Mausoleo funerario la cui struttura ottagonale, alta circa 18 metri, era sovrastata da una cupola alleggerita dall’inserimento nella muratura di anfore o pignatte (in dialetto romano) vuote. Siamo nel territorio che oggi è amministrato dal VI Municipio della Capitale e che in età imperiale comprendeva una residenza, ville e una serie di campi di addestramento militare.
La torre, conosciuta con il nome di Mausoleo di S. Elena, si trova lungo la via Casilina in corrispondenza del III miglio dell’antica via Labicana (via di comunicazione tra Roma e Labico), nella località detta “Ai due allori” (ad duas lauros).
Il Mausoleo venne costruito quale luogo destinato alla sepoltura dello stesso imperatore Costantino I ma in realtà vi fu sepolta la madre, Flavia Iulia Helena Augusta, la stessa che, secondo la tradizione, aveva portato a Roma da Gerusalemme la reliquia della croce di Cristo. Alla sepoltura della madre dell’imperatore la proprietà di Ad Duas Lauros passò alla chiesa.
Nell’epoca precedente alla costruzione della struttura, l’area sottostante, probabilmente, era utilizzata come cimitero dagli Equites Singulares che formavano la cavalleria personale nelle Province Romane o guardie imperiali a cavallo. Della necropoli degli Equites ne sono state rivenute tracce durante gli scavi effettuati nel 1956 dagli archeologi Deichmann e Tschira.
Nel corso dei secoli il Mausoleo subì l’erosione dei fenomeni atmosferici e nel Medio Evo fu utilizzato come fortino o abitazione.
Il sarcofago di S. Elena, in porfido egizio rosso scuro con scene di guerra, fu spostato dalla sua sede originaria per raggiungere prima la chiesa del Laterano e poi i Musei Vaticani solo nell’XI secolo. Nella prima metà del XVII secolo all’interno del monumento fu costruita una chiesetta, ora sconsacrata, dedicata ai SS. Marcellino e Pietro.
Tra il 1993 e il 2000 la struttura fu sottoposta a una importante opera di restauro e al completamento degli scavi dell’area circostante iniziati nei decenni precedenti e non ultimati. L’attività di restauro ha consentito di demolire le aggiunte effettuate in epoche successive al fine di riportare il monumento a quella che era la sua volumetria originale. Gli scavi, invece, hanno permesso di “scoprire” l’atrio di accesso in corrispondenza dell’antica via Labicana e il canale di raccolta delle acque pluviali.
Il Mausoleo di S. Elena, del tipo “circiforme” (a forma di arena di circo), costruito in opera laterizia, aveva un diametro esterno di circa 28 metri ed era formato da due cilindri sovrapposti, di cui il superiore era di diametro inferiore rispetto al primo e sormontato da una cupola. All’interno, l’area dalla forma ottagonale, era caratterizzata da otto nicchie, rettangolari e semicircolari, che nell’anello superiore si “aprivano” a formare otto finestre ad arco. I mattoni con cui è stato costruito il monumento sono di fattura non accurata e disposti in file separati da malta; mentre, le fondazioni sono in pezzame di tufo e malta. L’esterno era ricoperto da intonaco bianco e l’interno era abbellito da una decorazione molto elaborata che raggiungeva quasi al cupola che a sua volta risultava decorata a mosaico.
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