Canale_monterano3

Una passeggiata in bici a Canale Monterano

Canale_monterano3Gli immediati dintorni della capitale offrono svariate possibilità per chi desidera uscire dal caos della città ed immergersi in una natura sorprendente, molto spesso a contatto con meraviglie storiche ed architettoniche insospettabili. La Riserva Naturale di Canale Monterano è un luogo sorprendente e rappresenta una destinazione perfetta per una rilassante scampagnata tra amici ma anche una location ideale per il cicloamatore romano.
 Immersa nel territorio del Comune di Manziana, Canale Monterano è una meta facilmente raggiungibile da Roma, dalla quale dista circa 60 km in direzione nord. Per arrivare, si consiglia di percorrere la SS2 Cassia e poi la Braccianense. A Manziana si volta a sinistra sulla SP 3/a in direzione Tolfa – Civitavecchia e dopo 2 chilometri a destra.

Canale_monterano1Una volta arrivati al paese di Canale Monterano, per gli amanti della bici ci sono varie opportunità. Alcuni percorsi, tra cui quello presentato di seguito, se svolti nella loro interezza e senza soste rappresentano escursioni piuttosto impegnative per il “cicloamatore della domenica”. Ovviamente, tenendo conto delle proprie capacità, l’itinerario presentato può essere svolto anche in modo parziale, raggiungendo un punto di interesse e tornando indietro al punto di partenza, ma anche smontando dalla sella e camminando con la compagna di viaggio fino ad aver recuperato il fiato.
La lunghezza dell’itinerario completo è di circa 23 km ed inizia dal centro del paese, dove di fianco alla chiesa si percorre la discesa asfaltata di via Monterano. All’incrocio che si incontra dopo alcuni metri entrambe le direzioni indicano “Riserva di Monterano” ma noi proseguiamo in direzione “Parcheggio Diosilla”, dal nome delle cascate che è possibile raggiungere a piedi mediante un sentiero che parte dalla base della discesa che stiamo percorrendo.
Quando incrociamo una strada con il fondo a cemento voltiamo sulla destra e ci troviamo al parcheggio che rappresenta l’ingresso della riserva. Proseguendo ancora in discesa senza lasciare il percorso cementato si giunge infine ad un tratto pianeggiante dove si trova la “Solfatara”, riconoscibile anche dall’inconfondibile odore di zolfo. Una prima sosta la possiamo fare qui, per ammirare da vicino, prestando la dovuta attenzione, il suggestivo bollore di alcune pozze d’acqua sulfurea.
Dopo pochi metri, spostandoci senza necessità di risalire in sella, sulla destra possiamo scorgere una tipica capanna da “buttero” (la parola proviene dal greco Bùtoros, che significa “conduttore di buoi”), tradizionale ricovero fatto di frasche e rami dove il contadino/mandriano che popolava l’Agro Romano viveva fino ai primi decenni del secolo scorso.

Risaliti in sella, passiamo il ponte sopra il fiume Mignone ed imbocchiamo una sterrata che sale seguendo le indicazioni “Bandita”. Al bivio che si presenta dopo qualche chilometro teniamo la destra e poco dopo superiamo un fontanile sulla sinistra, giungendo presso una piazzola. Subito dopo imbocchiamo la strada sterrata sulla destra per entrare quasi subito nel territorio della Università Agraria, che confina con quello della Riserva. Proseguiamo sulla sinistra affrontando (in qualche modo…) una difficile salita, in una parte di percorso piuttosto faticosa, che diventa pressoché impraticabile in presenza di fango. Quando arriviamo presso uno spiazzo senza vegetazione sappiamo di aver raggiunto il sommitale del colle. Superiamo quindi un cancello di legno che si trova sulla destra e imbocchiamo una strada sterrata dal fondo facilmente percorribile e lasciando sulla sinistra la recinzione di filo spinato, correndo parallelamente a questa. Dopo aver voltato a destra scendiamo in modo piuttosto brusco verso valle, teniamo la sinistra passando attraverso un allevamento e affrontiamo il successivo saliscendi. All’incrocio con una larga strada sterrata prendiamo la discesa sulla destra, ignorando l’indicazione sulla sinistra per Vejano.
Canale_monterano2Dopo circa 1 km lasciamo la strada sterrata che prosegue in direzione Oriolo e svoltiamo a destra continuando in discesa su una stradina in un prato. Continuando a tenere la destra ai successivi incroci, dopo circa 1 km la sterrata finisce in una sorta di allevamento. Continuiamo all’esterno seguendo il percorso dello steccato fino a quando sulla sinistra troviamo un sentiero in discesa che attraversa un prato, supera quasi subito un piccolo fosso e diventa poi ben visibile. Percorriamo in salita un breve tratto ripido (ho detto ripido, quindi è permesso smontare di nuovo dalla sella!!…) e poi un cancello di legno, per poi seguire la mulattiera su un sentiero che scende lievemente. Dopo aver attraversato il Mignone, si risale costeggiando la base della rupe di tufo per circa 1 km. Il percorso sale di nuovo ripidamente lungo un sentiero tagliato nel tufo, giungendo ad un trivio che superiamo tenendo la destra. Una volta arrivati ad un quadrivio, scendiamo in direzione dei ruderi di Monterano, dove arriviamo poco dopo aver superato il Casale Persi. Non possiamo mancare una visita ai ruderi e dunque scendiamo nuovamente dalla sella, questa volta per ammirare gli stupefacenti resti di questa antica città, abbandonata nell’anno 1780 a causa delle devastazioni prodotte prima dalla malaria e poi dalle truppe napoleoniche.
Il luogo è talmente suggestivo che molti registi lo hanno scelto per girarvi scene di importanti film, tra cui “Lady Hawk”, “Ben Hur” ed il mitico “Il marchese del Grillo”. Per quest’ultimo, Monicelli scelse come covo del brigante don Bastiano i resti del suggestivo Convento di San Bonaventura, costruito su progetto di Gian Lorenzo Bernini. Oltre al Convento, altre due copie pregevoli di opere del grande architetto e scultore sono la fontana ottagonale, situata davanti al Convento, e la monumentale Fontana del Leone, collocata a mezza altezza su ciò che resta del Palazzo Baronale. Gli originali di queste due sculture si trovano oggi rispettivamente nella Piazza del Comune e nel Palazzo Comunale di Monterano.

Dopo aver dedicato tutto il tempo necessario alla visita torniamo indietro fino al trivio e svoltiamo a destra, raggiungendo l’asfalto dopo circa 200 metri. A questo punto seguiamo le indicazioni che portano verso l’uscita e quando incrociamo la strada provinciale all’altezza del paese di Montevirginio svoltiamo di nuovo a destra per arrivare, dopo circa 2 km, al punto di partenza.
Sono sicuro che chiunque potrà trovare appagante il percorso descritto. L’obiettivo non è battere un primato o dimostrare qualcosa a qualcuno, ma solo trascorrere alcune ore spensierate nella natura, combinando una ottima attività sportiva alla scoperta delle stupefacenti bellezze del luogo.

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