In un’epoca in cui la ricerca scientifica e medica fa passi da gigante, la recente pubblicazione su JAMA Oncology di uno studio internazionale coordinato dall’Istituto Nazionale Tumori Regina Elena di Roma (IRE) segna un significativo avanzamento nella lotta contro il tumore del polmone. Questo studio propone un approccio terapeutico innovativo che ha dato nuovi orizzonti di speranza ai pazienti con carcinoma polmonare non a piccole cellule (NSCLC) in stadio III avanzato, tipicamente inoperabili. La combinazione di chemioterapia e immunoterapia si è dimostrata efficace nel rendere possibile l’intervento chirurgico su una larga parte di questi pazienti, ottenendo risultati clinici incoraggianti.
Innovazione nel trattamento del tumore polmonare
Il tumore al polmone, e in particolare il carcinoma polmonare non a piccole cellule in stadio III avanzato, rappresenta una delle sfide più ardue in oncologia a causa del suo stato spesso non resecabile. Tuttavia, lo studio condotto dall’IRE, in collaborazione con centri di eccellenza come il Dana-Farber Cancer Institute di Boston e il Memorial Sloan Kettering Cancer Center di New York, ha identificato una strategia innovativa: l’uso della chemio-immunoterapia neoadiuvante. Questo approccio prevede la somministrazione di chemioterapia e immunoterapia prima dell’intervento chirurgico, aumentando così la probabilità che il tumore diventi operabile.
I risultati sono stati più che promettenti: dei 112 casi clinici arruolati nello studio, il 75% dei pazienti è stato sottoposto con successo a chirurgia. Quasi un terzo di questi ha mostrato una risposta completa alla terapia, mentre il 42,2% ha ottenuto una risposta significativa. Questo trattamento combinato ha anche dimostrato di allungare la sopravvivenza libera da malattia a oltre 52 mesi, un risultato notevole per pazienti che altrimenti avrebbero avuto opzioni di trattamento limitate.
Il ruolo cruciale di ricerca e cooperazione internazionale
La ricerca, coordinata dall’IRE, ha visto la collaborazione internazionale tra istituzioni di eccellenza e ospedali italiani, evidenziando l’importanza della cooperazione in campo medico. Federico Cappuzzo, direttore dell’UOC di Oncologia Medica 2 IRE e coordinatore dello studio, ha sottolineato il valore dell’integrazione tra ricerca clinica e traslazionale nel portare alla luce questi promettenti risultati.
Questo studio dimostra che un’attenta selezione dei pazienti, accompagnata dall’impiego strategico di farmaci che agiscono sulle proteine PD-1 o PD-L1, può effettivamente permettere interventi chirurgici anche nei casi più complessi. Il trattamento combina la chemioterapia con l’immunoterapia per sbloccare il “camuffamento” del tumore rispetto al sistema immunitario, consentendo al corpo di riconoscerlo e combatterlo efficacemente.
La portata di questa ricerca non si limita ai dati attuali: apre la strada a ulteriori studi che potrebbero influenzare significativamente le linee guida terapeutiche internazionali, migliorando le prospettive di trattamento per molti altri pazienti.
Nuove speranze per i pazienti oncologici
Il carcinoma polmonare, in particolare quando si trova in stadio avanzato, ha storicamente presentato opzioni limitate per i pazienti, lasciando molti con poche speranze di trattamento. Tuttavia, grazie agli sviluppi recenti, c’è un rinnovato ottimismo. Con la nuova strategia terapeutica proposta dall’IRE, i pazienti che prima non avevano opzioni chirurgiche rappresentano ora il 75% di quelli sottoposti con successo a intervento, secondo quanto riportato da Lorenza Landi, responsabile UOSD Sperimentazioni Cliniche di Fase 1 e Medicina di precisione IRE.
Il direttore generale dell’IFO-IRE, Livio De Angelis, sottolinea l’impegno continuo dell’istituto nel offrire cure avanzate e innovative ai pazienti colpiti da tumore del polmone. Questo nuovo approccio rappresenta una parte della lotta a 360 gradi contro la malattia, che va dalla diagnosi precoce alla chirurgia avanzata, passando per la ricerca all’avanguardia.
Questa svolta è stata possibile, tra l’altro, grazie alla collaborazione con vari centri romani di rilievo, tra cui la Chirurgia toracica del Policlinico Universitario Sapienza – Sant’Andrea e la Radioterapia Oncologica dell’Università Campus Bio-Medico. La pubblicazione dei risultati su JAMA Oncology è una chiara testimonianza del valore scientifico e clinico di questi risultati, che si spera possano rapidamente tradursi in benefici per molti pazienti.
Info utili
Il tumore polmonare trattato nello studio è il NSCLC in stadio III avanzato. Lo studio era stato pubblicato su JAMA Oncology e ha coinvolto 112 pazienti. Di particolare importanza il ruolo dell’Istituto Nazionale Tumori Regina Elena (IRE) di Roma, coordinatore della ricerca che ha visto la partecipazione di importanti centri oncologici statunitensi e di altri istituti italiani.
Il trattamento prevede una chemioterapia combinata con immunoterapia neoadiuvante, incrementando significativamente la possibilità di interventi chirurgici, con tassi di risposta completa e significativa rispettivamente del 29% e del 42,2%.
(Fonte: Lorella Salce – Ufficio Comunicazione, Stampa e Relazioni Esterne IFO)