In occasione della Giornata mondiale a sostegno delle vittime di tortura, l’Accademia Lancisiana di Roma ha ospitato la presentazione del primo Report annuale 2024 della Rete di Supporto per le Persone Sopravvissute a Tortura (ReSST). A illustrare i dati sono intervenuti Giancarlo Santone (SaMiFo-ASL Roma 1), Silvia Capretti (ASL Roma 1), Salvatore Geraci (Caritas), Marina Castelli (MEDU) e i referenti di Medici Contro la Tortura.
Una rete nata dal basso – e subito operativa
Costituita nel dicembre 2024, ReSST riunisce otto realtà che forniscono assistenza medica, psicologica e legale ai sopravvissuti (Caritas, CIAC, La Kasbah, MCT, MEDU, MSF, NAGA, SaMiFo) e, in qualità di osservatori, associazioni come Amnesty International, Antigone e SIMM. Il loro obiettivo comune: alzare il livello di attenzione pubblica, garantire cure specialistiche e fare ricerca su un fenomeno che l’ONU continua a definire “inaccettabile”, eppure diffuso in oltre 140 Paesi.
I numeri principali del 2024
- Persone seguite: 2.688 casi attivi, di cui 1.263 presi in carico nel solo 2024.
- Genere: uomini 62,7 %, donne 37,3 %.
- Età mediana: 31 anni.
- Nazionalità più frequenti: Bangladesh (12 %), Nigeria (10,9 %), Ucraina (10,2 %) e Senegal (7 %).
Dove e perché si consuma la violenza
La maggioranza ha subìto tortura lungo le rotte migratorie (64,6 %), non nel Paese d’origine.
Le motivazioni principali sono:
- estorsione o scopi economici 51 %
- orientamento politico 24 %
- appartenenza religiosa 7 %
Tra i carnefici spiccano i trafficanti (33 %) e, non di rado, pubblici ufficiali (28 %).
Un danno tanto fisico quanto psichico
Le forme di abuso si equivalgono: violenza psichica 44 % e fisica 43 %; seguono le torture sessuali (12 %).
Non sorprende quindi che la prima diagnosi sia la reazione post-traumatica (41,5 %).
Oltre 14 mila prestazioni, la metà psicologiche
Nel 2024 gli operatori ReSST hanno erogato 14.456 servizi sanitari:
- consulenze psicologiche individuali 43,2 %
- visite di medicina generale 34,2 %
- consulenze psichiatriche 12,4 %
Sul fronte socio-legale, le richieste di assistenza sociale coprono il 77 % dei 2.134 interventi totali.
«Un impegno che riguarda tutti»
I relatori hanno sottolineato la necessità di protocollo unico nazionale per l’identificazione precoce delle vittime e di canali stabili di finanziamento. «Progetti come ReSST dimostrano che la collaborazione fra pubblico, privato e terzo settore non è solo possibile, ma indispensabile» ha dichiarato Santone, annunciando l’avvio di percorsi formativi specifici per medici di base e operatori sociali.
Perché questo report conta
Ogni percentuale rappresenta una storia personale di fuga, detenzione, sopruso. Ma rappresenta anche la dimostrazione che interventi mirati e continuativi riducono il peso del trauma e accelerano l’integrazione. Il Report 2024 di ReSST non è dunque una semplice fotografia statistica: è un promemoria per le istituzioni e per la società civile, affinché il divieto assoluto di tortura diventi finalmente realtà concreta – in ogni parte del mondo.