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Roma rende omaggio alla cultura orientale: Giappone tradizione e innovazione

giappone_tradizione_innovazione_locandinaPer gli amanti della orientale e del Giappone in particolare, per chi è appassionato di Manga, la mostra “Giappone: tradizione e innovazione” è da non perdere.

Quest'anno la capitale ha dimostrato un'apertura maggiore verso la cultura Giapponese. Diverse sono le iniziative romane che hanno avuto come oggetto l'arte nipponica. Dopo il successo della mostra al Museo del Corso, “Hiroshige il maestro della natura”, prorogata addirittura al 13 Settembre per le numerose prenotazioni, e le interessanti iniziative dell'Istituto di Cultura Giapponese, l'ultimo fiore all'occhiello che approfondisce questa magica cultura è l'esposizione “Giappone tradizione e innovazione”allestita alla Casa delle Letterature.

giappone_tradizione_innovazione_2La nostra città non smette mai di stupirci, dietro l'angolo quando meno te lo aspetti, trovi un luogo con un'offerta culturale di altissimo livello come la Casa delle Letterature. Nata come centro interamente dedicato alla letteratura italiana e straniera del Novecento e del nuovo Millennio. La sede è il magnifico ex Oratorio dei Filippini progettato da Francesco Borromini, un'oasi di pace e di quiete. Qui numerosi studenti si recano per studiare ed approfondire diverse tematiche per il ricco fondo bibliotecario che essa custodisce. Una istituzione culturale dedicata appositamente alla letteratura, in un periodo come il nostro, dove purtroppo si legge sempre di meno: solo per questo vale la pena andarci.

Gli splendidi spazi di questa “Casa”, ospitano l'esposizione che rende omaggio alla cultura giapponese. Essa è suddivisa in tre sezioni tematiche – una più bella dell'altra – Stampe antiche, Artisti contemporanei, e Manga.
La prima sezione è dedicata
al periodo d'oro dell'arte Giapponese, l'epoca Edo (1603 – 1867) “un lungo periodo di pace e di isolamento dal resto del mondo, ma non privo di tensioni“. (Lucia Bonazzi, Docente di Storia dell'Arte). Qui gli artisti sono: Kitagawa Utamaro, Hasegawa Sadanobu I, Utagawa Kunisada, Utagawa Kuniyoshi e Utagawa Hiroshige, i maggiori rappresentanti della tecnica incisoria Ukiyo-e (immagini del mondo fluttuante).
Concetto di matrice buddista, fu coniato per sottolineare il carattere transitorio della condizione umana. In seguito, questo termine, andò a delineare uno stile di vita edonistico, in relazione ai divertimenti fuggevoli del Kabuki, delle feste e delle gite praticate da una classe borghese, sempre più istruita ma esclusa dalla vita politica.

giappone_tradizione_innovazione_3In mostra ci sono delle xilografie dei rappresentanti, di questo magico periodo, che fanno parte della collezione Contini, databili tra il 1803 e il 1860. Testimonianze uniche, in quanto, dopo vi fu un declino di questa tecnica incisoria che fu soppiantata dal mezzo fotografico. La loro importanza non è limitata a questo, perché provocarono una delle metamorfosi più incisive dell'arte occidentale. Con le esposizioni universali, che si svilupparono dalla seconda metà dell'Ottocento, l'arte giapponese fece la sua prima apparizione in Occidente, influenzando numerosi pittori. Gli Impressionisti ne furono positivamente influenzati, ma i due artisti che sicuramente più di molti altri, ebbero una “folgorazione” nella visione della arte orientale furono: Vincent Van Gogh e Paul Gaguin.
In particolar modo Vincent Van Gogh, studiò e si ispirò ad un'artista nipponico, Utagawa Hiroshige, che qui in mostra è presente con un'opera “La sala dalle 33 campate a Fukagawa” (1857), facente parte della serie “Cento celebri vedute di Edo“.

giappone_tradizione_innovazione_5Dall'Ottocento la mostra propone un salto velocissimo verso il futuro approdando immediatamente alla nostra epoca con opere che vanno dal 2001 al 2009 dove i protagonisti sono: Tatsuro Kiuchi, Osamu Komatsu, Tomoko Matsumoto, Hiroyuki Nakamura, Yuko Shimizu e Keitaro Sugihara.

Questi artisti sono diversissimi tra di loro, per tecnica, per soggetto, e per significato. Ogni raffigurazione è “contaminata” da culture differenti debitrici del percorso artistico degli artefici. Dalla formazione londinese di Tomoko Matsumoto si passa a quella newyorkese di Yuko Shimizu. Della prima sono esposte delle “incisioni in bianco e nero che si caratterizzano per l'obiettività antropologica” (Lucia Bonazzi, Docente di Storia dell'Arte). A colpire l'osservatore è l'inquadratura fotografica, si potrebbe dire anche cinematografica dei soggetti raffigurati, dove l'oggetto caratterizzante è la luce posta a creare dei chiaroscuri significanti. L'elemento luminoso utilizzato in questo modo, non è tipico dell'arte nipponica, è posto ad analizzare ogni particolare, come ad esempio il rispecchiarsi dell'acqua, per evocare un colore che non c'è.
giappone_tradizione_innovazione_1Cariche di una forza erotica sono le raffigurazioni di Yuko Shimizu. Nei suoi dipinti vi è un equilibrio perfetto tra tradizione e innovazione. Debitrice della sensualità tipica dello Ukiyo -e, riesce a sfruttare il bagaglio del passato per trasportarlo in immagini contemporanee, utilizzando l'ironia. La sua arte si fonde con il mondo dei manga, creando un connubio riuscito e per niente scontato.

Tra gli artisti – tutti di grande valore ed interesse- vale la pena menzionare Osamu Komatsu e Hiroyuki Nakamura. Il primo è difficilmente riconducibile all'universo figurativo dell'Ukiyo-e, in quanto le sue raffigurazioni sembrano uscite fuori da un libro fantasy. Le sue splendide opere sembrano delle fiabe. Questa evocazione è data oltre che dalla tecnica grafica dall'utilizzo sapiente del colore.

Nakamura propone le raffigurazioni più divertenti, in cui il soggetto è un gatto e la sua ombra. Entusiasmante è My Shadow My Friend (La mia ombra Il mio amico), in cui c'è il povero gatto pronto a mangiarsi un piatto succulento, che però è stato “scippato” dall'ombra amica che lo ha fatto rimanere a bocca asciutta!

giappone_tradizione_innovazione_4L'esposizione termina con una sezione interessantissima sui Manga. Sorprendentemente, qui troviamo delle artiste italiane, docenti della Manga Summer School: Federica di Meo in arte Akachan, Alice Esculapi, Giusy Oliva in arte Fanchan e Mariapia Vannucchi. Tutte molto giovani, realizzano delle immagini straordinarie, coinvolgenti, divertenti, ammiccanti, e molto altro ancora, più vicine ai giovani, abituati ai cartoon giapponesi. Osservando questi disegni, infatti, non si può fare a meno di pensare ai personaggi in voga dagli anni Ottanta e Novanta. Quello che più rapisce il visitatore è la loro immaginazione che crea universi paralleli, personaggi e storie avvincenti.

giappone_tradizione_innovazione_7Durante l'esposizione vi sono dei workshop sui fondamenti della tecnica Manga e sull'utilizzo della costruzione in blocchi. Gli appassionati dei Manga potranno, in questo modo, apprendere le basi di questa fantastico stile artistico.

Una mostra da non perdere che avvicina i romani alla comprensione del Giappone contemporaneo gratuitamente. Elemento non scontato, perché, vi sono delle mostre organizzate da musei più celebri, che fanno pagare il biglietto in modo oneroso, non offrendo la stessa originalità.

Info:
Giappone: Tradizione e Innovazione
Casa delle Letterature, piazza dell'Orologio 3, Roma
27 Giugno – 10 Settembre2009
Ingresso libero dal lunedì al venerdì ore 9.30 – 18.30
Informazioni : tel. 06.68134697 – http://www.casadelleletterature.it/

Le immagini sono tratte dal catalogo della mostra.

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