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Il Museo Napoleonico, testimonianza dei Bonaparte a Roma

paolina_bonaparte_sqlargeIl Museo Napoleonico di Roma nasce dalla volontà di Giuseppe Pirmoli (1851-1927), figlio del conte Pietro Primoli e di Carlotta Bonaparte, che nel 1927 donò alla città la collezione che fu la sua passione di una vita, con l'intento di documentare gli intensi rapporti che legarono i Bonaparte a Roma.

Profondamente legato al ramo materno della sua famiglia, Giuseppe Primoli,  ebbe inizialmente l'idea di scrivere una storia segreta dei suoi discendenti materni, i Bonaparte, tanto che cominciò a raccogliere una consistente documentazione sia dalla tradizione orale che dagli archivi. Col tempo invece si dedicò a riunire le opere d'arte, le memorie, i cimeli, gli oggetti legati alla storia della famiglia Bonaparte. Molte ne possedeva già per eredità familiare, altre le andava scovando con passione nei mercati antiquari . Il metodo con cui Primoli selezionava e cercava le opere che avrebbero fatto parte della sua collezione, e che costituisce tra l'altro uno dei principali motivi dell'interesse e del fascino del museo, è quello di documentare, non tanto l'epoca e le gesta napoleoniche, quanto il privato, oscuro ai più, della famiglia Bonaparte e gli intensi rapporti che legarono i Bonaparte a Roma.

sala_iii_il_secondo_impero_largeIl museo occupa il pianoterra del palazzo, anch'esso donato da Giuseppe Primoli insieme alle raccolte napoleoniche al Comune di Roma. La collezione, in cui era confluita in parte quella del fratello Luigi, documenta i legami tra i Bonaparte e la nostra capitale, che si stabilirono dal1808, in seguito all'occupazione francese di Roma. La città diventò nel 1811 “città libera ed imperiale”, destinata ad essere governata dal figlio di Napoleone al quale fu conferito, già prima della nascita, il titolo di Re di Roma.

Palazzo Primoli, costruzione risalente al sedicesimo secolo, appartenne prima alla famiglia Gottifredi poi, alla fine del settecento, passò ai Filonardi. Solo tra il 1820 e il 1828 venne acquistato dal conte Luigi Primoli, padre di Giuseppe.
Nel 1901, Giuseppe, unico erede, a seguito delle modifiche per la costruzione dei muraglioni del Tevere e all'apertura di via Zanardelli, che rivoluzionarono l'urbanistica del quartiere, affidò all'architetto Raffaele Ojetti la ristrutturazione del palazzo. L'ingresso monumentale, passò da Piazza dell'Orso (dove ora sorge la celebre osteria che ne porta il nome e la discoteca La Cabala) a Via Zanardelli. Durante l'opera di restauro, che terminò nel 1991, l'edificio fu alzato di un piano con una nuova facciata su Piazza di Ponte Umberto.

Oggi Palazzo Promoli è anche sede della Fondazione Primoli, creata dallo stesso Primoli, e della Biblioteca Primoli, costituita da oltre 30 mila volumi di letteratura, storia ed arte. Dal 1° giugno 1995, inoltre, il palazzo ospita al terzo piano, il Museo Mario Praz (vedi l'articolo di riferimento  Il Museo Praz: la casa di una vita), gestito dalla Galleria Nazionale d'Arte Moderna.
La compresenza di queste due istituzioni nello stesso Palazzo, uniche nel loro genere, crea un punto di riferimento di notevole interesse per gli studiosi di arte, di letteratura e di storia relativi al diciannovesimo secolo.

giuseppe_primoli_1920_ca_sqlargeColto e appassionato bibliofilo, nonché abilie fotografo, il conte Primoli nacque a Roma nel 1851, con duplice discendenza dai Bonaparte: la madre Carlotta infatti, era figlia di Luciano Bonaparte, capostipite del “ceppo romano” della famiglia, fratello di Napoleone,e della cugina Zenaide Bonaparte, a sua volta figlia di Giuseppe, re di Napoli e di Spagna.

Giuseppe visse tutta la sua vita tra Roma e Parigi, mantenendo sempre vivi i rapporti con gli ambienti letterari ed artistici delle due città. Diplomato in diritto , la sua formazione culturale si completò e si arricchì nei salotti intellettuali delle zie Matilde Bonaparte e Giulia di Roccagiovine, in cui incontrò e strinse un forte legame con Théophile Gautier, suo mentore, che lo guidò verso l'amore e lo studio delle arti.

Il museo, diviso in dodici sale, conserva in alcune di esse soffitti del ‘700 a travi dipinte, mentre i fregi sulle pareti delle sale VIII, IX, X, risalgono ai primi decenni dell'800 quando il palazzo  passò in proprietà dei Primoli. Nella sala III e V sala, vi sono dei fregi che raffigurano gli stemmi dei Bonaparte e dei Primoli: “l'aquila” simbolo dei primi, il “leone rampante” per i secondi, successivi al matrimonio di Pietro Primoli con Carlotta Bonaparte, avvenuto nel 1848.
In alcune delle sale, inoltre, sono presenti delle maioliche di Napoli del primo ottocento, provenienti dal palazzo Porcari-Senni in Via Aracoeli. Nella sala III invece spicca un portale degli ultimi anni del ‘700, recuperato dalla demolizione della Cappella dell'Ospedale di Pio VI in Borgo S. Spirito.

Le 12 sale del museo sono dedicate rispettivamente: Sale I e II al Primo Impero, Sala III  al Secondo Impero, Sala IV al Re di Roma , Sala V alla Repubblica Romana , Sala VI  a Paolina Bonaparte , Sala VII al Regno di Napoli, Sala VIII al Mito e satira, Sala IX a Zenaide e Carlotta, Sala X a Luciano Bonaparte, Sala XI a Carlo Luciano e Zenaide Bonaparte, Sala XII a Giuseppe Primoli e Matilde Bonaparte .

Un museo tutto da scoprire e da visitare quello Napoleonico, che oltre ad esporre opere di enorme pregio e valore, narra la vita intima e nascosta, di una delle famiglie più illustri e celebri del secolo diciannovesimo: i Bonaparte.

Per maggiori informazioni visita il sito www.museonapoleonico.it.

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