Il Museo Pietro Canonica di Roma, noto per la sua preziosa collezione di opere d’arte e cimeli, ha recentemente completato un intervento di restauro sull’armatura di un Samurai. Questo straordinario manufatto, risalente in parte al XVII secolo, è tornato a splendere dopo un complesso progetto che ha unito la tradizione orientale a sofisticate tecniche di restauro italiane. L’importanza dell’opera è sottolineata dalla sua rarità in Italia, essendo uno dei pochi esempi conservati di armature giapponesi nel nostro paese.
Il progetto di restauro: sfide e soluzioni
Il restauro dell’armatura del Samurai giapponese è stato un viaggio articolato e affascinante, durato da luglio a dicembre 2024. Data l’unicità dell’oggetto e la scarsità di restauri simili in Italia, la Sovrintendenza Capitolina ha intrapreso un lungo processo di studio preliminare, collaborando con istituzioni specializzate come l’Armeria Reale di Torino e il Museo d’Arte Orientale di Venezia. La principale sfida affrontata è stata la conservazione dei materiali eterogenei dell’armatura, che includeva elementi in metallo, cuoio, seta e altro ancora, malridotti da esposizioni prolungate e da manutenzioni non appropriate.
Il team di restauro ha dovuto trovare un equilibrio tra l’approccio conservativo occidentale, che punta a preservare il più possibile i materiali originali, e quello giapponese, incline alla sostituzione periodica delle parti più deperibili. Questa scelta ha portato a un compromesso virtuoso: mentre alcune componenti, come i tessuti, sono state riprodotte fedelmente presso manifatture moderne, altre sono state integrate con parti originali dove possibile, mantenendo il più possibile intatto l’aspetto autentico dell’armatura.
Nuove scoperte e valorizzazione dell’opera
Durante i lavori di restauro, sono emerse scoperte significative che hanno aggiunto nuovi capitoli alla storia dell’armatura. In particolare, la firma dell’artigiano Yoshinaga all’interno dell’elmo e l’iscrizione che rimanda alla scuola di forgiatura Myōchin, hanno confermato l’eccellente qualità esecutiva del manufatto. Inoltre, si sono individuate incongruenze strutturali e stilistiche che suggeriscono una composizione ibrida, tipica per le armature samurai, spesso modificate nel tempo per rispondere a esigenze stilistiche o funzionali.
La collocazione attuale dell’armatura nella Sala del Camino/Sala Rossa del Museo Pietro Canonica rappresenta un traguardo importante per l’opera. Il manufatto è ora valorizzato e reso più accessibile ai visitatori, grazie a un nuovo allestimento che comprende una teca conservativa e un supporto strutturale studiato ad hoc. Un totem esplicativo e un QR code che offre una visita virtuale in 3D completano l’esperienza, permettendo al pubblico di approfondire la conoscenza di questo straordinario pezzo di storia.
La Giornata di studio al Museo Pietro Canonica
Il ritorno dell’armatura sarà celebrato il 18 giugno 2025 con una Giornata di studio al Museo Pietro Canonica. L’evento, aperto gratuitamente al pubblico fino a esaurimento posti, ha previsto un programma di interventi da parte di esperti del settore. Tra i relatori, la direttrice della Sovrintendenza Capitolina, Federica Pirani, e il direttore dell’Istituto Giapponese di Cultura, Junichi Shimizu, che hanno introdotto la giornata. Gli interventi sono proseguiti con gli approfondimenti di storici, restauratori e accademici che hanno illustrato le varie fasi del restauro e il contesto storico dell’armatura.
L’evento ha rappresentato un’occasione preziosa per mettere in dialogo esperti e appassionati, offrendo al pubblico l’opportunità di conoscere più a fondo un pezzo così ricco di storia e valore culturale. Le discussioni hanno messo in risalto, ancora una volta, le differenze tra le tecniche conservative occidentali e orientali, evidenziando l’importanza di un approccio multidisciplinare nel campo del restauro.
Info utili
L’armatura del Samurai è esposta stabilmente presso il Museo Pietro Canonica a Villa Borghese. Il museo è aperto al pubblico e l’accesso è libero, sebbene le visite siano soggette alla disponibilità di posti. Gli appassionati di restauro e arte orientale possono approfittare del totem esplicativo e della visita in 3D per ulteriori approfondimenti.
(Fonte e immagine: Simone Fattori – Ufficio Stampa Zètema Progetto Cultura)