Se si dovesse parlare qui dell'intera storia romana, non basterebbero migliaia di pagine e di immagini. Solo alcune pillole e tradizioni romane vengono citate, per dare un profilo appena accennato dei secoli che si "respirano" a Roma.
Le 4 leggende principali che raccontano la festa di San Valentino e la sua vera storia. Tra il serio e il faceto le favole che narrano una data da ricordare. Il 14 febbraio, festa degli innamorati.
Non molti sapranno o, per meglio dire, forse non tutti sanno che il santo del 14 febbraio, il Valentino degli innamorati, è esistito veramente! Ed è anche il santo patrono della città di Terni, capoluogo di provincia umbro molto vicino a Roma e sulla strada che porta alle famose cascate delle Marmore: luogo bellissimo e romantico insieme al lago di Piediluco.
Leggi tutto...‘Signori del mondo e popolo togato’. Così Virgilio nell’Eneide definisce i romani. La toga, nell’antica Roma, era infatti molto più di un indumento: era il segno distintivo di appartenenza al mondo romano.
Solo i cittadini romani adulti avevano il diritto di indossarla, diritto che poteva essere negato nel caso di gravi condanne, traducendosi in umiliazione e disonore.
Era con la prima toga virilis che i ragazzi diventavano uomini, e sempre con la propria toga che si veniva sepolti. Il suo uso accompagnava tutta la vita del civis romanus delle classi abbienti, ed era segno di potere e di prestigio.
Non avrebbero mai indossato la toga solo le persone appartenenti ai ceti più umili, e le donne, per le quali era al contrario un segno di vergogna.
“Vinceremo!” Così il 10 giugno 1940 Benito Mussolini proclama l’entrata in guerra dell’Italia dal balcone di Palazzo Venezia. “Un’ora segnata dal destino batte nel cielo della nostra patria. L’ora delle decisioni irrevocabili. La dichiarazione di guerra è già stata consegnata agli ambasciatori di Gran Bretagna e di Francia”.
Il mese precedente, quando era cominciata l’offensiva sul fronte occidentale, Francia, Inghilterra e Stati Uniti avevano invitato il Duce a non far intervenire l’Italia nel conflitto. Mussolini invece, confidando in una sua rapida risoluzione, si era schierato a fianco della Germania.
In una frase che passerà alla storia, il cancelliere austriaco Metternich, durante il Congresso di Vienna definisce l’Italia una pura ‘espressione geografica’. Nell’800, la penisola italiana è infatti divisa in tanti stati pre-unitari, come il Regno di Sardegna, lo Stato Pontificio e il Regno delle Due Sicilie, stretta tra l’occupazione austriaca e il governo borbonico.
Nel 1861, con la proclamazione dell’unità d’Italia, avviene l’unificazione geo-politica di stati divisi e in guerra tra loro da secoli. E’un evento che non ha precedenti nella nostra storia, se non nell’Impero Romano.
Il Sacco di Roma del 1527 è, tra gli infiniti avvenimenti che hanno segnato la storia della città eterna, uno tra quelli maggiormente presenti nei ricordi storici di ognuno. Roma al centro delle lotte di potere, il papa rinchiuso a Castel Sant’Angelo, e una città messa a ferro e fuoco dai lanzichenecchi in una furia che non si era mai vista prima. I Luterani contro i papisti, i De’Medici contro i Colonna, gli imperiali contro lo stato pontificio, e alla fine, una città devastata, saccheggiata, infestata dalla malaria e dal colera, dove la popolazione si riduce a poche decine di migliaia di abitanti. La situazione è tale, che si fermano perfino i lavori per la costruzione di San Pietro. Il Sacco segna però anche un momento storico fondamentale. Con esso finisce un’epoca. Roma lascia dietro di sè l’età medievale ed entra in quella moderna.
‘Spondesne?’, cioè ‘Prometti?’, chiedeva nell’antica Roma lo sposo al padre della sua futura moglie, e questi rispondeva : ‘Spondeo’, ‘Prometto’. Con la promessa di nozze, lo sposo infilava quindi all’anulare sinistro della sposa un anello d’oro come simbolo della loro unione.
Ma se la cerimonia è giunta pressoché inalterata fino ai nostri giorni, altrettanto non si può dire del matrimonio. Contrariamente ad oggi, l’unione dei coniugi non veniva infatti sancita dalla cerimonia, che aveva il valore di semplice rito, ma dall’inizio della convivenza. Era questa a determinare gli effetti giuridici del matrimonio, non l’inverso.
Anche il concetto di libertà, per noi elemento cardine, non era basilare tanto al momento di contrarre il matrimonio, quanto in seguito, come atto di volontà per acconsentire alla sua prosecuzione.
Viaggio attraverso i secoli, in un’istituzione ancora oggi alla base della nostra società.
A tutti è noto lo scenario della città di Roma, vero e proprio museo a cielo aperto che ospita testimonianze storiche e artistiche uniche al mondo. Esiste però un’altra Roma, nascosta e meno nota, ma altrettanto spettacolare, che lo scorrere del tempo ha plasmato anche attraverso gli elementi naturali.
Se pensiamo che i primi insediamenti dell’Urbe risalgono a 2700 anni fa, si può immaginare la mole di costruzioni accumulatesi attraverso i secoli.
È un evento unico quello che si tramanda a Roma ormai da più di 50 anni il giorno di Capodanno. Dopo la grande festa e l’abbuffata del veglione, l’anno nuovo inizia con un virtuoso atto di coraggio. Anche quest’anno, il primo spettacolo dell’anno capitolino sarà l’emozionante tuffo nelle acque gelide e vorticose del Tevere.
L’appuntamento nacque per merito di Rick De Sonay, il belga che per gioco inaugurò la tradizione. Classe 1899, De Sonay giunse a Roma nel 1945 ed iniziò a tuffarsi nel Tevere nel 1946, festeggiando così il suo compleanno. Fu soprannominato Mister ok in virtù del caratteristico verso che rivolgeva agli entusiasti spettatori dopo ogni tuffo, che eseguiva portando un cilindro in testa.
Leggi tutto...A Roma c'è un proverbio che dice: "Chi se vò imparà a magnà, da li preti deve annà". Ciò che si sottintende è che la cucina romana tradizionale, quella per capirci di chi prete non è, era un tempo fondata su piatti poveri e spesso sbrigativi, possibilmente abbondanti e assai saporiti.
La cucina delle classi meno abbienti era quella dei prodotti delle campagne del vicino Agro pontino, delle farinate e dei legumi.
Non a caso la celebre "polenta" dei romani era una pappa di cereali e legumi che nei diversi accostamenti prendeva altri nomi e sapori.
Capisaldi di questa cucina, erano i primi piatti, sia "asciutti", sia "bagnati", intendendo con questo sia le minestre, sia l'infinita serie di "pasta e ...": ceci, patate, fagioli, broccoli possibilmente con l'"arzilla", la razza che è pesce povero.
Leggi tutto...Il colle Palatino è uno dei colli centrali di Roma, che esso domina da un lato verso il Foro Romano, e dall’altro verso il Circo Massimo. Più lontano dal fiume Tevere, rispetto al Campidoglio e all’Aventino, svetta 51 metri sul livello del mare.
Il Palatino è un vero museo a cielo aperto, cui si può accedere in prossimità dell’Arco di Tito.
Le sue origini si intrecciano ad antiche leggende, che narrano che sulla sua sommità si siano per primi insediati gli Elleni, giunti dall’Arcadia al seguito del loro re Evandro e del figlio Pallante.Virgilio stesso parla dell’incontro di Ercole e di Enea con gli Arcadi, che Ovidio definisce ‘popolo più antico della luna’.
Minato all’esterno dalle invasioni barbariche e all’interno da una grave crisi, l’Impero Romano d’Occidente crollò, lasciando dietro di sé uno scenario di decadenza destinato a differenziarsi completamente dalla storia dei secoli precedenti? Oppure il 476 d.C., più che punto di rottura tra due epoche, fu un periodo di transizione verso il Tardo Impero?
In due saggi pubblicati in Italia, due storici di fama mondiale affrontano uno dei periodi più significativi della storia, muovendo verso ipotesi contrastanti.
Leggi tutto...L’origine storica di questo prodotto è legata alla tradizione contadina della zona che comprende Genzano e la campagna circostante. Un tempo questo ottimo tipo di pane, ancora poco noto, veniva prodotto in famiglia nei forni a legna, allora denominate socce, che ogni fattore aveva in casa propria. Nel corso del diciannovesimo secolo questo prodotto tipico ha cominciato a raccogliere i primi proseliti e ad avere un piccolo ma meritato successo tra le popolazioni circostanti, compresa ovviamente quella della città di Roma, ma ai più era ancora poco noto. Solo nel secolo successivo, ed esattamente intorno agli anni della Seconda Guerra Mondiale, la sua diffusione in tutta la capitale, dove veniva portato caldo durante la notte per essere poi distribuito e venduto il giorno successivo, ha accresciuto notevolmente la sua reputazione portandolo poi negli anni successivi ad essere noto, e molto apprezzato, in tutta l’Italia centrale.
‘Il più turpe di tutti i volgari italici’ secondo Dante, lingua intrisa di saggezza popolare nei versi del Belli, fonte di battute colorite nella vita di tutti i giorni. Il romanesco ha origini antiche e da sempre incarna l’anima di Roma e dei suoi abitanti.
Le forti influenze derivanti dal Toscano lo hanno reso particolarmente simile all’italiano, facendone quasi una parlata più che un dialetto. Ed è proprio per la sua facile comprensione che ha varcato i confini locali, regalando battute che sanno far ridere, talvolta anche a denti stretti, perché così è lo spirito del romanesco, pungente e dissacrante, anche quando si fa poesia.
Un’ottima ricetta veloce, molto apprezzata e famosa a Roma, che dimostra che il brunch è per noi un’antica invenzione, anche se non portava questo nome. Sì, perché pizza e fichi si mangia, da tempo immemorabile, a metà mattina, diciamo verso le 11.
In particolare è una pietanza prediletta quando si passa la giornata all’aria aperta, al mare, in campagna o in collina, non appena l’appetito si fa prepotentemente sentire, conseguenza dell’aria migliore e del movimento ginnico, e va perciò rapidamente placato. E’ veloce da preparare, facile da trasportare, comoda da mangiare (in piedi e con le mani) e soprattutto è squisita.
Quando si parla di resistenza partigiana, Roma non è la prima città che viene in mente. Si pensa a Milano, a Napoli, a tante città piccole e meno piccole del Nord, costrette a resistere più a lungo all'oppressione nazista e ad essere teatro di eccidi e atrocità. È vero, però, che la capitale, in quanto tale, ha un suo valore simbolico unico e incomparabilmente importante rispetto a qualsiasi altra località della nazione. Ecco, quindi, l'esaltazione della resistenza di Porta San Paolo, tra i primi atti di eroica opposizione all'invasore. Ribellione giusta e sacrosanta ad opera di cittadini, ma anche, e soprattutto, militari italiani. Uno dei primi segni di quel risveglio di dignità nazionale democratica e popolare che poi travolse tutta la nazione unendola e preparandola a dare luce alla Repubblica Italiana.
Con la breccia di porta Pia del 1870 e il nuovo ruolo di capitale d’Italia, Roma ridisegna il proprio profilo urbanistico, non solo attraverso i palazzi del potere che diverranno simbolo della città, come palazzo Madama e Montecitorio, ma anche con la costruzione dei quartieri oggi detti storici, come Esquilino e Testaccio, oltre che con un implemento della rete dei trasporti, cha va dalla costruzione della stazione Termini ai primi mezzi pubblici, gli omnibus.
La città eterna valorizza finalmente anche l’inestimabile patrimonio artistico, dando inizio, tra i tanti interventi, agli scavi archeologici del Foro Romano.
E’ una città in forte espansione. Nel suo primo censimento da capitale, Roma, nel 1871, conta 244.484 abitanti, un numero destinato a crescere del 150% nei decenni successivi, e che la porterà ad inizio ‘900, ad avere quasi mezzo milione di abitanti.
La XVII Olimpiade della storia moderna tenutasi a Roma, rappresenta innanzitutto un grande punto di rottura con il passato e un grande punto di apertura con il futuro.
Se facciamo un excursus storico vediamo come quella di Roma è stata senza dubbio “La Grande Olimpiade” dell’era moderna, la più grande a dimensione umana, con il record dei partecipanti e soprattutto con una mescolanza di culture, popoli, religioni e tradizioni che trasformarono la città eterna nel teatro ideale del messaggio che la XVII Olimpiade diede al mondo intero.
Con queste parole l’allora presidente della Repubblica Giovanni Gronchi pochi giorni prima della cerimonia di apertura, accolse le Olimpiadi romane: “E’ con gran compiacimento e concorde, sincero entusiasmo che l’Italia si appresta ad ospitare la XVII Olimpiade. Questa adunanza di atleti che, provenienti da ogni parte del mondo, converranno a Roma animati non solo da saldi propositi agonistici, ma anche da sentimenti di reciproca stima e lealtà, si colloca certamente fra i più importanti eventi che caratterizzano il 1960; ed io sono particolarmente lieto di rivolgere un cordiale saluto a tutti coloro che ne prenderanno parte. Possano i Giochi Olimpici essere di felice auspicio per quell’avvenire di pace e di progresso, nella libertà e nella giustizia, che è al sommo delle aspirazioni dei popoli!”.
Con la breccia di porta Pia del 20 settembre 1870, Roma, da capitale dello Stato Pontificio, diventa capitale d’Italia.
L’assenso a entrare a far parte dell’Italia, avviene attraverso un plebiscito tenutosi il mese successivo, dove i 45.000 romani aventi diritto al voto, da cui sono escluse le donne, si esprimono con 40.785 ‘sì’ e ‘46’ no. Un consenso quasi assoluto, tanto che la data del plebiscito, il 2 ottobre, viene festeggiata per diversi anni nella piazza del Campidoglio, e una strada tra piazza Venezia e piazza del Gesù porta ancora oggi il nome di via del Plebiscito.
Con le sue 160 tonnellate, l’obelisco di Axum si innalza per ben 24 metri. Oltre ad essere l’obelisco più alto del mondo, è anche un simbolo religioso, testimonianza della civiltà axumita, una delle quattro più importanti del mondo antico.
L’antica civiltà etiope intrecciò la propria storia con quella di Roma, che 1700 anni dopo ne ospitò il monumento più famoso.
Conteso, venerato, e infine restituito, oggi l’obelisco di Axum è ritornato nel luogo cui appartiene, la valle del Tigrè, diventando monumento nazionale e Patrimonio dell’Umanità.
Costantino I, detto anche Costantino il Grande, è una delle figure più importanti della storia di Roma.
Acclamato prima Cesare, e poi unico Augusto d’Occidente, si distingue per i suoi tanti successi militari, tra i quali la famosa battaglia di Ponte Milvio, dove sconfigge Massenzio.
Costantino è anche il primo a vedere il Cristianesimo, non come forza disgregante, ma di coesione del mondo romano, il realizzatore di grandi costruzioni nell’Urbe e il fautore di un’importante riforma monetaria.
Ma Costantino è, soprattutto, colui che osa dare all’Impero una nuova capitale.
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Il portale EZ Rome e' una testata giornalistica di carattere generalista registrata al tribunale di Roma - Numero 389/2008
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