Penultimo quarto e una sola squadra in campo, la Germania. L’altra, l’Argentina, sono undici solisti mal agglomerati, tutti votati all’attacco, con una difesa di burro e senza un’idea di gioco collettivo. Il risultato è un 4-0 che non ammette repliche e che, purtroppo, è un verdetto per Maradona e per la sua impostazione di gioco totalmente negativa. Anche oggi un altro di quei campioni sulla carta che, all’inizio del Mondiale, avrebbero fatto la differenza se ne torna a casa. Oggi è toccato a Messi, ma in precedenza se ne sono andati Cristiano Ronaldo, Kaka, Rooney, ecc. Pare che questo sia il Mondiale delle squadre e non dei singoli, si premia il gioco corale con velocità, idee e forza fisica e non l’estemporaneità del fuoriclasse che può risolvere la partita, ma che può anche incappare in giornate nere. Gara praticamente a senso unico con la Germania che sblocca subito al 3° minuto con Muller (che non giocherà la semifinale per squalifica) e che prospetta per la propria squadra una partita in discesa. L’Argentina tenta una reazione ma non riesce mai ad impensierire il portiere tedesco. Nel secondo tempo la Germania attende ancora di più in difesa l’Argentina e poi dilaga in contropiede, entrando nella difesa argentina come un coltello nel burro, per altre tre volte con Klose al 24° e al 44° (che arriva a 14 gol nei mondiali) e con Friedrick al 29° che segna il suo primo gol in Nazionale dopo 77 presenze. Praticamente una “debacle” che rimarrà nella storia della squadra Argentina.
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