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Ara Pacis: un’architettura moderna per un antico monumento

Un
nuovo progetto urbanistico racchiude il 'vecchio monumento' augusteo in
una teca modernissima. E' il segno dell'architettura di Meier. All'avanguardia per salvaguardare il passato, ha permesso l'apertura di un nuovo museo luminosissimo a Roma.

arapacisRoma
ha una grande storia. Vicende che si sovrappongono nei secoli dei
secoli. Dopo le vicende vittoriose in Gallia e  Spagna sotto Tiberio
Nerone e Publio Quintilio. Dalle "Res Gestae" di Augusto apprendiamo
che il Senato chiese proprio a lui di edificare un altare alla Pace nel Campo Marzio. Per celebrare le imprese portate a termine da Augusto nelle Alpi tra il 16° e il 13° secolo.
Dove ogni anno magistrati, vergini e sacerdoti avrebbero dovuto
compiere un sacrificio. L'inaugurazione del monumento risale al 30
gennaio del 9 Avanti Cristo. Strabone, noto nella letteratura greca, ci
ha lasciato ampi resoconti della Roma augustea e cronache che narrano
del Campo Marzio, della sua sacralità e della famosa ara. Ma in pochi
decenni le piene del Tevere interrarono l'area e l'ara, fino a farne
quasi perdere le tracce.
Il monumento, già difeso
da un muro che avrebbe dovuto proteggerlo dall'innalzamento del Tevere
in quei secoli, successivamente viene recuperato. Scavi e
nuovi ritrovamenti frammentari si datano a partire dal XVI secolo. Il
monumento viene ricomposto nei pressi del Mausoleo di Augusto solo tra
il 1937 e il 38 in 
occasione
del bimillenario della nascita di Augusto. E' Mussolini ad inaugurare
il padiglione che conserva il monumento, con vetrate incorniciate
da cemento e finto porfido, il 23 settembre del 1938.
Le
vetrate vennero tolte durante la II guerra mondiale e l'altare protetto
inizialmente da sacchetti di pozzolana sostituiti poi da un muro
paraschegge, che non ne potè però evitare il deterioramento di alcune
parti. Il muro fu rimosso nel 1950. L'effettivo ripristino del
padiglione è del 1970, anno in cui vennero posti in opera nuovi
cristalli al posto delle vetrate mussoliniane.
Negli anni Ottanta invece si provarono a fare sostanziali opere di consolidamento e restauro proprio sull'altare. Ma a metà anni Novanta le condizioni del monumento erano disastrose: rovinatissimo dalle polveri, dai gas di scarico, dalle vibrazioni e dagli sbalzi di temperatura e di umidità. Così l'Amministrazione Comunale decise di sostituire la teca perchè insufficiente a proteggere il prezioso monumento e di adeguarsi alle più moderne tecniche di conservazione e costruzione.
E così si arriva a Richard Meier, architetto statunistense di fama mondiale, e al suo progetto per farne un polo museale ad ampi spazi. Il padiglione è rimasto sostanzialmente inalterato, ma l'edificio è modulato sul contrasto luce e ombra. Dalla penombra della Galleria di accesso si arriva al corpo centrale dove c'è l'Ara Pacis, esposta in piena luce, naturalmente filtrata da 500 metri quadri di cristalli. A lato sono disposte le figure delle massime cariche sacerdotali e della famiglia imperiale, guidati dallo stesso Augusto.
Non manca la Sala per convegni su due piani e con locale ristorante. Sopra la sala, la terrazza è aperta al pubblico e si affaccia sul Mausoleo di Augusto. Giocando sul dislivello tra Lungotevere e via Ripetta, è stato inoltre ricavato un piano semi-interrato, fiancheggiato dal Muro delle Res Gestae, che risulta essere l'unico elemento conservato del vecchio padiglione. Oltre alla biblioteca, gli uffici di direzione e due grandi sale che espongono frammenti non ricollocati e altri importanti rilievi della cosiddetta Ara Pietatis. Materiali e tecnologie impiegati sono tra i più moderni al mondo.

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