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Mostra JAGO “HABEMUS HOMINEM” al Museo Carlo Bilotti

1 Venere 1Tra tradizione e web 3.0: la sorprendente Venere di Jago
Inno alla vita e alla bellezza più autentica che trascende il decadimento del corpo, la Venere di Jago – realizzata in marmo Bianco Lasa/Covelano “Vena Oro” Antolini – sarà esposta al Museo Carlo Bilotti – Aranciera di Villa Borghese dal 16 febbraio al 2 aprile 2018.

Cosa accade se, guardando un’opera d’arte, scopri che è l’opera a guardare te? Tutto cambia; la prospettiva si ribalta e, d’un tratto, ti trovi immerso in un dialogo muto e fecondo che va al di là della contemplazione, portandoti ad interagire profondamente con l’opera. In questo risiede il fascino della Venere di Jacopo Cardillo – in arte Jago – esposta nel contesto della mostra JAGO “HABEMUS HOMINEM” al Museo Carlo Bilotti – Aranciera di Villa Borghese di Roma (a cura di Maria Teresa Benedetti e promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Crescita culturale – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, la mostra sarà aperta dal 16 febbraio al 2 aprile 2018).

Artista italiano dalla straordinaria potenza comunicativa, Jago propone una scultura che, pur riallacciandosi idealmente all’arte dei maestri della tradizione, presenta uno stile del tutto innovativo e contemporaneo, frutto di un’indagine artistica e di un metodo di lavoro assolutamente personali ed unici.

Incarnando un concetto di bellezza legato all’interiorità dell’animo umano e non a banali stereotipi esteriori, la sorprendente Venere di Jago è una donna anziana che, senza timore, espone la grazia di un corpo il cui incanto non sta nella perfezione delle forme bensì nella verità del racconto che propone: quest’opera ci parla di vita vissuta, di membra che decadono eppure conservano un loro splendore in virtù di ciò che sono state, di ciò che hanno attraversato. Il particolare degli occhi che inseguono chi sta osservando l’opera – forse già cifra stilistica del giovane Jago – esalta ancor più magistralmente questo aspetto: la Venere ha un passato, un’esperienza da condividere e, attratto dai suoi occhi magnetici, lo spettatore si ritrova ad ascoltare la storia di questa donna, riflettendo al contempo sulla propria.

Scolpita all’interno della sede di Antolini – azienda leader nella produzione della pietra naturale, che da qualche mese ospita l’artista – l’opera di Jago è anche la prima Venere 3.0: molte delle fasi di lavorazione sono state infatti presentate in diretta sui socials dall’artista che, giorno dopo giorno, davanti a un copioso seguito di fan che commentavano in tempo reale, ha condiviso non solo la complessità tecnica del lavoro ma anche il suo originalissimo e profondo pensiero.

Scultura di grande intensità, la Venere di Jago è realizzata in marmo Bianco Lasa/Covelano “Vena Oro” Antolini, materiale che si è rivelato essere particolarmente adatto per esaltare la potenza espressiva dell’opera.

Chi è Jago
Nato nel 1987 a Frosinone, Jacopo Cardillo è un artista italiano che vive e lavora tra Lazio e Veneto, dividendosi tra lo studio di Anagni e l’atelier di Verona. Nel 2009, ha realizzato il busto in marmo dedicato a Sua Santità Benedetto XVI – dal titolo Habemus Hominem – per il quale ha ricevuto l’Onorificenza della Santa Sede “Medaglia Pontificia”. Nel 2011, a soli 24 anni, è stato selezionato per il Padiglione Italia della 54a edizione della Biennale d’Arte di Venezia.
Al 2012 risale la sua prima mostra personale presso il Museo della Media Valle del Liri a Sora (Fr), presentata da Vittorio Sgarbi e dalla storica dell’arte Maria Teresa Benedetti. Da allora ad oggi, è stato protagonista di importanti esposizioni personali e collettive ed è stato insignito con prestigiosi premi, tra cui il Premio Gala de l’Art di Monte Carlo (Principato di Monaco) e il premio del pubblico presso Arte Fiera Bologna. Lo scorso settembre 2017, nel contesto della manifestazione Marmomacc, ha ricevuto l’investitura di Mastro della Pietra.
Con più di 237 mila follower attivi sulla sua pagina Facebook, Jago condivide la propria arte sui Social in maniera indipendente e per questo motivo, da molti, viene definito Social artist.

 

Chi è Antolini
Antolini è leader nella produzione della pietra naturale e avanguardia assoluta del settore.
Mission dell’azienda – fondata da Luigi Antolini nel 1956 e oggi attiva a livello mondiale – è proporre un’ampia selezione di materiali che si contraddistinguano per colori, finiture e motivi unici.
Antolini lavora e commercializza pietre naturali, esaltandone lo splendore e l’innata bellezza grazie al sapiente connubio di maestria artigianale e innovazione tecnologica.
Attingendo con passione ed intuito dalle migliori cave di tutto il mondo, l’azienda propone soluzioni sempre nuove ed esclusive, mettendole al servizio delle menti più creative e degli amanti della bellezza.
Ogni pietra firmata Antolini celebra con le sue cromie la natura, aprendosi a contaminazioni con mondi che non sono solamente i più vicini come quello dell’interior design e dell’arredo, ma anche quelli dell’arte e della .

 

Il materiale: il marmo Bianco Lasa/Covelano “Vena Oro” Antolini
Proveniente dalle Alpi della Val Venosta, il marmo Bianco Lasa/Covelano è senza dubbio uno dei più pregiati al mondo. È la vera essenza del marmo: omogeneo, compatto, dalla grana cristallina e fine. Gli esperti ne apprezzano l’aspetto uniforme e il caratteristico colore di fondo bianco traslucido con lievi ombreggiature.
Caratterizzato da una notevole durezza, si presta egregiamente a innumerevoli impieghi nell’architettura, nell’edilizia e nell’arte.
Sono numerosi gli architetti e gli scultori di tutto il mondo che, dal passato fino ai nostri tempi, hanno scelto di utilizzare questa tipologia di marmo.
Nella tipologia “Vena Oro”, assume una sfumatura calda e ancor più preziosa

 

 

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