Giancarlo De Cataldo in “Terroni” prima assoluta per Flautissimo 2016

FLAUTISSIMO 2016 – , READING & MUSICA
SEI SPETTACOLI IN PRIMA ASSOLUTA AL CENTRALE PRENESTE

venerdì 11 novembre ore 21
“Terroni”
di e con Giancarlo De Cataldo
Musiche eseguite dal vivo da Gabriele Coen, sax, clarinetto e flauto
Biglietti: intero 12 euro – ridotto 8 euro

Al Centrale Preneste in scena, l’11 novembre alle ore 21 in prima assoluta, il reading “Terroni” scritto e interpretato dallo scrittore Giancarlo De Cataldo, accompagnato dalle musiche scritte ed eseguite dal vivo da Gabriele Coen al sax, clarinetto e flauto.

Tratto dal libro omonimo pubblicato per la prima volta nel 1995 e successivamente ripubblicato nel 2006, come spiega lo stesso De Cataldo lo spettacolo Terroni “racconta il mio rapporto col Sud, in particolare con la Puglia, la città di Taranto e il Salento, attraverso brevi quadri nei quali vengono descritte situazioni e personaggi, evocati passaggi storici, seminati lampi di vario genere sulla condizione meridionale. Il tono è fra l’ironico e l’appassionato, come si conviene a un terrone critico quale io sono” .

18 novembre, ore 21 – Centrale Preneste Teatro
“Poesia, sesso… and Rock”
di e con Fabio Traversa e Tiziana Lucattini
musiche di Patti Smith
video di Robert Mapplethorpe

… dove ci avrebbe condotto tutto questo?
Che ne sarebbe stato di noi?
Erano queste le nostre domande giovanili, e giovani risposte si lasciarono trovare.
Tutto questo conduceva a noi.
Diventammo noi stessi.
da Just Kids di Patti Smith

Partendo da Just Kids di Patti Smith, National Book Award 2010, raccontiamo attraverso gli occhi e le parole della grande artista, definita sacerdotessa del rock, momenti quotidiani ma irripetibili dell’effervescenza delle avanguardie culturali newyorchesi, momenti divenuti poi storia di un’epoca e di un’epica. Un’epoca che per la musica, per la , per la poesia, per la pittura ha rappresentato l’apice della creatività e ricchezza espressiva.
E noi, indietro con lei, ci troviamo ad incontrare personaggi e luoghi leggendari, ad ascoltare canzoni e fatti che hanno segnato un’esistenza. La nostra esistenza.
Indietro con lei attraverso i suoi lampi di memorie, le sue libere associazioni, le sue visioni. Dall’infanzia a Chicago quando era “una bambina sognante e sonnambula” tutta braccia e gambe, “commossa dalla rivelazione che gli esseri umani creano l’arte”. La sua educazione religiosa, la sua scoperta di preghiere silenziose senza parole, l’amore per i , via via fino al sentiero che la porta a girovagare a New York, in cerca di un posto dove passare la notte, in cerca di qualcosa da mangiare, fosse anche pane raffermo e lattuga, ma soprattutto in cerca di dissetarsi e sfamarsi di Arte: musica, poesia, opere esposte nei musei, libri, riviste e collezioni d’arte.
Le sue parole asciutte e scattanti, a volte anche dolorose, sono quelle di una donna che ha sentito l’Arte come l’essenza stessa della sua vita.
A New York Patti incontrerà Robert Mapplethorp e insieme scopriranno che rock, politica e sesso sono gli ingredienti della rivoluzione imminente, quella che avrebbe preceduto e inseminato la nostra contemporaneità.
Per questo abbiamo deciso di farne non soltanto una narrazione a due voci, ma una narrazione con immagini, foto di artisti, canzoni e musiche, brani di film. Un viaggio che abbia il ritmo del rock and roll, la struggente melodia di un blues, l’inconfondibile suono notturno di un giradischi che manda jazz, l’odore dei vestiti usati presi in una bancarella, il sapore dei panini di formaggio grigliato e thermos di caffè scolato a Washington Square, il brivido che da la contemplazione di un’opera d’arte sulle note di una poesia. Fabio Traversa e Tiziana Lucattini

19 novembre, ore 21 – Centrale Preneste Teatro
“Le nuove isole” di Marco Lodoli
Regia e video mapping di Stefano Cioffi
voce recitante Elena Radonicich
musiche eseguite dal vivo da Natalino Marchetti

Esiste una Roma che non compare in nessuna guida turistica, una città nella città fatta di inattesi frammenti di magia. Una Roma in cui la parola d’ordine è girovagare, dalla primavera all’inverno, Da Torre Maura a Casal Bertone, dal Collatino a Ponte di Nona, fin sul Raccordo. Il regista Stefano Cioffi ha selezionato i racconti di periferia per trasformare in spettacolo teatrale il libro di Marco Lodoli “Nuove Isole, guida vagabonda di Roma”. «Ho scelto le sottili visioni nelle aree distanti dal centro, dove pochi sanno e amano estendere il proprio sguardo», spiega Cioffi, che per interpretare questa “passeggiata teatrale”, arricchita dalle musiche di Natalino Marchetti, porta in scena l’attrice Elena Radonicich, protagonista di un girovagare dalla primavera all’inverno, in attesa di scoprire le bellezze nascoste della città, che fermano il tempo e ripuliscono lo sguardo dal grigiore della quotidianità.

1 dicembre, ore 21 – Centrale Preneste Teatro
“Piccoli crimini coniugali “di Eric-Emmanuel Schmitt
regia, scene e costumi di Antonio Monsellato
con Marta Bulgherini e Nicolas Zappa

Gilles è vittima di un misterioso incidente. Ritorna a casa dall’ospedale con la compagna Lisa. Ha perduto la memoria. Lui chi è? E chi è Lisa? Com’era la loro vita di coppia? A partire da ciò che lei gli racconta, Gilles cerca di ricostruire la propria vita. Ma se Lisa mentisse? Lui è proprio così come lei lo descrive? E lei è veramente sua donna? Attraverso il serrato dialogo e i continui colpi di scena si fa strada una verità inattesa. Il lettore si trova continuamente spiazzato. A chi bisogna credere? La vita di coppia è davvero questo inferno di crudeltà mentale? E quando vediamo un uomo e una donna davanti al sindaco o al prete, dobbiamo veramente chiederci quale dei due sarà l’assassino?

2 dicembre, ore 21 – Centrale Preneste Teatro
“Le aggravanti dell’amore” di Antonio Pascale
con Antonio Pascale
musiche di Riccardo Sinigallia

Che si dice sull’Amore? Ma l’amore è una variabile indipendente? Che scende su di noi ad illuminarci? Oppure è una variabile dipendente e va considerato insieme alle altre passioni? L’amore rende la vita migliore o solo possibile? Siamo davvero liberi di amare o siamo imprigionati in una gabbia sentimentale? Per rispondere a queste domande è necessario smontare la parola amore e in 60 minuti di spettacolo Antonio Pascale tenterà di farlo. Dalla letteratura (Marw Twain, i diari di Adamo ed Eva) alla filosofia (Platone, il simposio), un occhio di riguardo alla biologia evoluzionista e alla psicologia cognitiva, Antonio Pascale racconterà con divertimento e leggerezza che si dice sull’amore, appunto, tutto quello che abbiamo capito e tutto quello che ancora chiediamo di capire.
” Da giovane parlavo spesso d’amore. Perché? Per conquistare la ragazze. L’assunto era questo: se dimostravo di sapere cos’è l’amore poi, pensavo, più facilmente mostravo di sapere amare: sarei stato affidabile e le ragazze avrebbero scelto me. Una strategia di conquista. Avevo letto, per prepararmi, un libro di Fromm l’arte di amare: “l’amore maturo – sosteneva Froom- dice: ho bisogno di te perché di amo;. quello immaturo dice: ti amo perché ho bisogno di te. La usavo con le ragazze, ma mi sbagliavo sempre, dicevo sempre la versione sbagliata: ti amo perché ho bisogno di te. Poteva anche non essere un problema, ma in quegli anni tutte le ragazze avevano letto Froom e mi scoprivano sempre: ma allora mi ami solo perché hai bisogno? Un giorno vado a mangiare una pizza con una ragazza che mi piaceva tanto e volevo fare bella figura, così mi segno la frase “giusta” sul palmo della mano e finalmente ce la faccio. Ma lei dice che non le piace: se non c’è il bisogno al primo posto l’amore è astratto. L’unica volta che dico la frase giusta mi accorgo di aver sbagliato tutto. Da allora nasce la necessità di smontare la parola amore. Meglio parlare di cose reali e pratiche e non così ideali e astratte.”

3 dicembre, ore 21 – Centrale Preneste Teatro
“La strada” di Cormac McCarthy
Regia e video mapping di Stefano Cioffi
voce recitante Guglielmo Poggi
musiche eseguite dal vivo da Francesco Berretti

Un uomo e un bambino, padre e figlio, senza nome. Spingono un carrello, pieno del poco che è rimasto, lungo una strada americana. La fine del viaggio è invisibile. Circa dieci anni prima il mondo è stato distrutto da un’apocalisse nucleare che lo ha trasformato in un luogo buio, freddo, senza vita, abitato da bande di disperati e predoni. Non c’è storia e non c’è futuro. Mentre i due cercano invano più calore spostandosi verso sud, il padre racconta la propria vita al figlio. Ricorda la moglie (che decise di suicidarsi piuttosto che cadere vittima degli orrori successivi all’olocausto nucleare) e la nascita del bambino, avvenuta proprio durante la guerra. Tutti i loro averi sono nel carrello, il cibo è poco e devono periodicamente avventurarsi tra le macerie a cercare qualcosa da mangiare. Visitano la casa d’infanzia del padre ed esplorano un supermarket abbandonato in cui il figlio beve per la prima volta una lattina di cola. Quando incrociano una carovana di predoni l’uomo è costretto a ucciderne uno che aveva attentato alla vita del bambino. Dopo molte tribolazioni arrivano al mare; ma è ormai una distesa d’acqua grigia, senza neppure l’odore salmastro, e la temperatura non è affatto più mite. Raccolgono qualche oggetto da una nave abbandonata e continuano il viaggio verso sud, verso una salvezza possibile…

INFO E BIGLIETTI:
Centrale Preneste Teatro
Via Alberto da Giussano 58

Spettacoli del 11-18-19 novembre e 1-2-3 dicembre
posto unico Biglietto intero 12 € | ridotto 8 €

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