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Mostra “Vettor Pisani. il cibo interpretato” al Museo Bilotti

caro finocchio scontornato per web 2Al Museo Carlo Bilotti
Vettor Pisani. Il cibo interpretato
Le valenze metaforiche fondamentali assunte dal cibo
nelle installazioni, sculture, stampe digitali, collage, disegni di Vettor Pisani
Roma, Museo Carlo Bilotti, Aranciera di Villa Borghese
10 febbraio – 2 aprile 2018

Concepita come un frammento del Totale di Vettor Pisani (R.C. Theatrum), s’inaugura venerdì 9 febbraio 2018, alle 18.30, nel Museo Carlo Bilotti presso l’Aranciera di Villa Borghese la mostra curata da Mimma Pisani, con il supporto dell’Archivio Vettor Pisani: Vettor Pisani. Il cibo interpretato, promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Crescita culturale-Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, con i servizi museali di Zètema Progetto .

È questo anche il primo tentativo di analizzare la relazione metaforica che il cibo assolve da sempre, come materiale privilegiato, nell’opera di Vettor Pisani.Sin dalla presentazione d’esordio, nel 1970, del celebre busto della Venere di Milo, Suzanne Duchamp in uno stampo di cioccolato 1965 – ricoperto da uno strato di cioccolato
e contrapposto a un sacchetto di plastica contenente della vera carne macinata portata a naturale putrefazione durante la mostra – le valenze assunte dal cibo nell’opera di Vettor Pisani sono fondamentali, rispondendo a molteplici sollecitazioni metaforiche, da quelle alchemiche, antropologiche e psicoanalitiche – suggeritegli di volta in volta dagli studi su Duchamp, Lévi-Strauss e Bataille – a quelle freudiane e del mito, mescolate alle suggestioni di tipo sacrale ed eucaristico, fornitegli dalla consuetudine del cibo con la
storia dell’arte da sempre. 

La scena del theatrum si apre nel Salone del Ninfeo con Il Sentiero delle Sculture – opere attraverso cui nella serata inaugurale, venerdì 9 febbraio alle 19.30, si muoverà la
performance Orazione (2018), con testo e regia di Mimma Pisani, interpretata da Gaia Riposati e dal Primo Ballerino del Teatro dell’Opera di Roma Manuel Paruccini, con Marco Valabrega al violino. Essa approderà a un tavolo-altare addobbato da cerimonia, sopra cui si ergerà come un’apparizione l’immagine della Transverberazione di Santa Teresa d’Avila (1647-1652) di Gian Lorenzo Bernini, riproposta nell’opera Santa Teresa del frigorifero (2004) di Vettor Pisani.

Nelle due stanze laterali il percorso si snoda attraverso quaranta opere circa, d’installazione, scultura, stampa digitale, collage, disegno – in un arco temporale che va
dal 1958 al 2011 – disegnando metaforicamente e ironicamente gli accadimenti e i lapsus che incrociano freudianamente i versanti opposti di natura-cultura, attrazione-repulsione, eros e thanatos, sogno e realtà. Vettor Pisani frantuma il codice alimentare con sarcasmo e tragicità e ne contrasta il decoro sovvertendone le convenzioni e i rituali con opere sferzanti sia nelle immagini che nell’uso di materiali inaspettati. Il mito è così ripensato secondo le sollecitazioni dell’attualità, mentre le opere che hanno segnato la storia artistica dell’Occidente sono destinate a una nuova produzione d’immagini, frutto di combinazione automatica come dell’estro inventivo e dissacratorio dell’artista che esercita il proprio corrosivo giudizio sul mondo.

A completamento della rosa variegata dei linguaggi, nella video room vengono proiettati a getto continuo i video realizzati da Vettor e Mimma Pisani aventi come soggetto il cibo, in particolare Orazione, nella sua doppia versione, quella del 2007 e quella riproposta in occasione di questa mostra (2018). 

 

 

 

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