“Cresci bene. Cresci forte.” al Teatro Trastevere dal 10 gennaio 2019

Associazione Culturale Trastevere presenta
“Cresci bene. Cresci forte.” di Francesca Romana Miceli Picardi
Spettacolo vincitore di Inventaria 2018

dal 10 al 13 gennaio 2019
Da Giovedì a Domenica h 21.00
Teatro Trastevere, Via Jacopa de' Settesoli 3, 00153 Roma

con
Valentina Martino Ghiglia
Francesca Romana Miceli Picardi
Alessandra Muccioli

costumi Metella Raboni
musiche Benedetto Ghiglia
disegno grafico Cecilia Vitiello

 

Quattro famiglie.
Quattro coppie di sorelle.
Quattro madri.
Quattro contesti completamente diversi l'uno dall'altro.
Destini che sembrano non avere via di scampo. Storie sottili, piccole, ironiche e dolorose: come tutto ciò che accade nelle famiglie.

Fare il genitore è un po' come essere trapezisti che soffrono di vertigini, scommettere al buio con la speranza che le carte in tavola siano buone. Gli errori sono certi, indubbiamente, ma in buona fede…O no? Non esiste ragione che giustifichi una donna a non essere una buona madre. Specialmente una madre nei confronti delle figlie.
Eppure capita.
Un dolore silenzioso, malerba nel giardino dell'infanzia, macchie sul telo bianco dei ricordi, lacrime che scorrono in profondità, dentro il solco della buona educazione o dell'inadempienza. Un aspetto inconsueto della violenza sulle . Quattro atti separati, un solo tema.
Cresci bene. Cresci forte. raccoglie quattro storie. Storie divertenti, crudeli e commoventi, sul confronto tra madri e sorelle. Sopravvivere alle violenze psicologiche e fisiche che diventano abusi scegliendo strade opposte. La famiglia come bene comune da sostenere a discapito della libertà individuale.
Cresci bene. Cresci forte cerca di scalfire la pietà, restituendo un'immagine atipica della maternità. Non più marmo, ma carne viva.

La madre è il fulcro centrale di ogni persona.
E' una figura che ci accompagna fino all'ultimo dei nostri giorni.
La più importante.
Ma da sempre siamo abituati a parlare di madri come eroine, coraggiose e leonesse.
In Italia la figura della madre è da sempre descritta nell'estremo positivo.
Eppure, da anni, ascoltando le persone, si finisce sempre a parlare dei mostri che le madri creano: consciamente o inconsciamente.
Siamo ciò che ci succede, diventiamo ciò che respiriamo?
Quando il male, il non-ascolto, la violenza, il possesso hanno il volto di una madre, tutto si trasforma in ombre e macchie, che se non curate, fanno diventare indifese, cattive, sbagliate e senza forze.

Quattro episodi per quattro famiglie traballanti ed umiliate dalla vita.
Vite piccole e disperate, dove i “non detto”, diventano inferni silenziosi tra le pareti di condomini, che non vedono e non ascoltano e non aiutano.
Dove l'handicap, ancora oggi, fa paura; ne restiamo “affascinati”, ma ben lontani.
E se una madre dedicasse tutta la sua vita ad una figlia autistica, escludendo tutto il resto del mondo? E se una madre accusasse le figlie dell'abbandono paterno? E se una madre ricca comprasse l'affetto delle figlie con i soldi? E se una madre povera insegnasse alle figlie solo il valore del denaro?
I miei sono solo interrogativi. Non c'è giudizio. Solo narrazione. Esposizione di ferite.
Feritoie strette dove gli spettatori sono invitati ad entrare e a viverci scomodi.
Dentro. La nostra Compagnia è composta da sole donne, dalla scrittura alla tecnica luci e fonica.
Dal 2008 lottiamo in questo nostro Paese per farci sentire.
Ogni giorno, autoprodotte e nel nome della nostra passione: il Teatro, portiamo avanti le nostre idee e i nostri spettacoli. La fatica trascolora ogni volta che vediamo volti felici o rigati da lacrime alla fine delle rappresentazioni. Crediamo negli scambi, nelle possibilità negli incontri, che sono alla base del nostro cammino teatrale. Il teatro come mezzo, il testo come pretesto, la rappresentazione come deflagrazione emozionale da offrire ad uno spettatore che sia di un altro Continente, che diventi quindi materia viva. Crescere attraversando l'Oceano. Respirare e far respirare.
 Avere la possibilità di incrociare destini, occhi e realtà lontane eppure vicinissime. La possibilità di non fermarsi. Noi ci vogliamo credere. La frase che ci descrive meglio è: Il sangue è acqua. L'argilla è immobile.
 Alzati ragazzo, dormirai quando sarai morto.
cit. Francesca Romana Miceli Picardi

 

 

 

 

 

 

 

Fonte: Vania Lai Ufficio Stampa

 

 

 

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