Si chiude la stagione teatrale a Carpineto Romano

Si chiude la stagione teatrale a Carpineto Romano con una riflessione sulla guerra e il diventa comunità. All'Auditorium Leone XIII di Carpineto Romano, venerdì 11 marzo, è andato in scena l'ultimo spettacolo

della Stagione di prosa invernale 2021-22: “Letizia va alla guerra”, regia di Adriano Evangelisti per una produzione Gitiesse Artisti Riuniti e ARS, di e con Agnese Fallongo accompagnata da Tiziano Caputo, grazie alla collaborazione tra il Comune di Carpineto Romano e ATCL Circuito multidisciplinare del Lazio, sostenuto dal MIC – Ministero della e Regione Lazio.

Quattro appuntamenti che hanno attraversato vari generi drammaturgici, soprattutto storie ripercorrendo testi classici e grandi autori, ma anche nuove scritture con un altissimo livello artistico. L'impegno del Comune e del Circuito è stato proprio quello di costruire un percorso di visione che potesse richiamare tematiche attuali, innescare spunti di riflessioni, creare comunità intorno a un fare artistico ed a modalità diverse di approcciare la scena e la ritualità stessa della condivisione di contenuti. Un impegno che si è esteso alla gestione della stagione, coinvolgendo i giovani del Servizio Civile grazie ai quali l'attività teatrale è diventata realmente atto condiviso e partecipato, innescando così un processo di coinvolgimento del pubblico stesso. L'Auditorium Leone XIII si è fatto così “casa” della comunità carpinetana partecipe entusiasta della programmazione.

Il saluto del sindaco, Stefano Cacciotti: “Dopo questi due anni difficili è stato bello poter ospitare nuovamente artisti e compagnie teatrali di alto livello nel teatro dell'Auditorium comunale. La stagione teatrale invernale, che ha riscosso un grande successo sia in termini di critica che di partecipazione, è stata pensata non solo per le nostre concittadine e i nostri concittadini ma anche per il vasto pubblico di appassionate e appassionati che, in questi anni, hanno imparato ad apprezzare la proposta culturale profonda e innovativa che parte da Carpineto Romano. L'amministrazione, investendo su uno dei settori più penalizzati dalla pandemia come quello artistico e culturale, ha voluto veicolare un messaggio di ripartenza e di speranza che è stato colto dalle persone, ripagate con spettacoli di straordinaria qualità.
Ringrazio l'Assessore alla Cultura Emanuela Massicci che ha voluto fortemente questa rassegna ed ha seguito in prima persona tutti i passaggi relativi all'organizzazione della stagione curata da ATCL – Associazione Teatrale fra i Comuni del Lazio, una realtà che da 40 anni sostiene la diffusione dello spettacolo dal vivo su tutto il territorio regionale e che, ancora una volta, ha scelto Carpineto Romano tra le sue destinazioni.”

Le parole dell'Assessore alla Cultura, Emanuela Massicci: “Nella stagione teatrale invernale del Comune di Carpineto Romano abbiamo alternato spettacoli di genere diverso: dalla messa in scena del primo appuntamento “Omero, Iliade”, tratta dall'omonimo libro di Baricco con Massimo Wertmuller e studiata sui banchi di scuola, a “M'accompagno da me” di Michele La Ginestra, uno spettacolo esilarante che ha trasmesso ilarità in una serata all'insegna dell'allegria. Poi è stata la volta di “Il vecchio e il mare” trasposizione del libro di Hemingway con la lettura teatrale di Sebastiano Somma e, infine, con Agnese Fallongo e Tiziano Caputo che ci hanno regalato lo spettacolo tragicomico “Letizia va alla guerra”. Un tema molto attuale che ha commosso, ma anche fatto sorridere, nella tragicità. Il racconto di tre , una fanciulla, una moglie e una suora che ci hanno narrato la loro vita a cavallo tra la Prima e la Seconda guerra mondiale. Tre donne che sono andate alla ricerca dell'amore: la prima l'amore per una madre, la seconda l'amore per il marito e la terza l'amore verso Dio. Particolare la scelta del nome che Agnese Fallongo dà a queste tre donne, il nome di Letizia quella letizia che poi nel nome comune è contemporaneamente simbolo di gioia e tristezza, di felicità e di dolore. Inoltre, è stato bellissimo il passaggio che hanno fatto percorrendo tutta la penisola italiana, dal nord, precisamente il Veneto, fino ad arrivare al centro nel Lazio e poi al sud con la Sicilia e si è trattato quindi del racconto di una vita, della vita di chi la guerra l'ha vissuta indirettamente rimanendo però liete e perfino letizie, come dice il nome stesso. Perché sono proprio le donne che riescono a superare i momenti di dolore e sconforto anche attraverso l'ironia, perché si può piangere e ridere di tutto.”

La stagione si chiude quindi con una storia che ci riporta tragicamente ai giorni nostri, una riflessione sulla guerra, attorno la quale la cittadinanza si è stretta, seguendo le vicende di Letizia va alla guerra. La suora, la sposa e la puttana testo scritto e interpretato da Agnese Fallongo, in scena con Tiziano Caputo che ha anche magistralmente arrangiato l'accompagnamento musicale dal vivo.

Una storia che attraversa tutta la penisola, parlando d'amore, di passioni e di morte, non dal punto di vista di illustri personaggi ma da quello di persone comuni, persone del popolo, storie che ti fanno piangere e ridere, ma soprattutto riflettere.
Il pubblico ha richiamato gli attori per ben tre volte sul palco per gli applausi.
Un grande successo!

Alcuni commenti di spettatori:

Giovanna: “L'ultimo spettacolo andato in scena a Carpineto Romano è stato probabilmente di tutti quello più intenso, vuoi forse anche per il periodo storico che stiamo vivendo, con una protagonista, Letizia (Agnese), che attraversa due guerre, la quale carica i personaggi che va a interpretare di tutta quella umanità dolente segnata, direttamente o indirettamente, dalla guerra. In noi che assistevamo allo spettacolo ha suscitato un'emozione intensissima dopo un leggero brusio iniziale, gli attori con le loro performance hanno veramente catturato il pubblico e lo hanno portato con loro in un groviglio, una matassa, un gomitolo di emozioni che è stato difficile contenere. Io non mi vergogno a dire che alla fine ho pianto, e quello che posso dire, se è consentito un paragone sperando di non essere sacrilega, è che Agnese in un certo momento mi ha fatto pensare ad Anna Magnani, una grandezza, una capacità di cambio di registro all'interno della stessa scena eseguito con immediatezza e naturalezza, senza far notare l'enorme lavoro che c'è dietro, è stata la degna conclusione di una stagione molto bella. Ma lei, Agnese, soprattutto lei di una bravura eccezionale.”

Valentina: “Il dramma e il sorriso, due elementi che accompagnano lo spettatore in questo racconto di verità. Uno spettacolo coinvolgente e terribilmente attuale. La bravura degli attori, tra musiche e dialetti interpretati magistralmente, riesce a ricreare tre realtà differenti, ambientate in epoche ormai passate che però invitano ad un triste spunto di riflessione. Tre donne diverse che hanno molto in comune: il nome, la guerra, la morte e l'amore. Temi che attraversano tutti noi e che il talento degli interpreti è riuscito a trasmettere con diretta e pura delicatezza.”

Mara: “Mi ha colpito [lo spettacolo] perché situazioni del genere le stiamo vivendo adesso e quindi è molto attuale come sentimento; nella parte sulla puttana ho pianto quando Letizia ha rivissuto il momento della prima volta perché poi essenzialmente succede proprio così, e oggi di violenza se ne sente parlare, rispetto a prima, poi tutta la dinamica sul “lavoro”, la partenza, le aspettative che si era creata, è stato tutto molto interessante, la parte della suora emozionante, lei bravissima. Infine, mi hanno sconvolta i momenti in cui l'attrice rideva anche mentre raccontava qualcosa di brutto, come se quella risata fosse una risata isterica, liberatoria, una risata che nascondeva il disagio”.

 

Fonte: Emanuela Rea

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