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IFO: Meno radiazioni, meno rischio tumori

IFO IMG 20180531 WA0012Alla radiologia del San Gallicano 5 stelle, massimo riconoscimento dal network Eurosafe
IFO: MENO RADIAZIONI MENO RISCHIO DI TUMORI RADIOINDOTTI
MAGGIORE QUALITA’DELLA PRESTAZIONE
Gli Istituti si dotano di dose team e aggiornamenti tecnologici in attesa delle linee guida ministeriali per la direttiva Euratom 2013/59

 Ridurre il più possibile la dose di radiazioni ionizzanti senza pregiudicare la qualità delle prestazioni, è l’obiettivo chiave della direttiva Euratom 2013/59. La comunità scientifica, infatti, conferma la correlazione certa tra esami radiodiagnostici, in particolare le TC, e il potenziale rischio di cancerogenesi, soprattutto perché il recente potenziamento delle macchine di ultima generazione ha determinato una maggior precisione diagnostica grazie a immagini più precise ma con un considerevole aumento della radiazione indotta. 

L’Istituto San Gallicano è il primo centro di ricerca pubblico in Italia ad essersi aggiudicato le 5 Eurosafe Imaging Stars, il massimo riconoscimento europeo in materia di radioprotezione, certificazione valida fino al 2023.
“Gli IFO, Regina Elena e San Gallicano – dichiara il Direttore Generale Francesco Ripa di Meana, – anche in questo campo sono centro di riferimento a livello nazionale per il monitoraggio e la appropriatezza della dose radiologica. Tra i primi IRCCS pubblici ad aver avviato il processo di qualità in un’ottica di centralità della persona, operatore e paziente attraverso la creazione del dose team e pianificazione di studi scientifici per l’ottimizzazione di processi e procedure che evitino il consumismo radiologico.”
Ma quali sono gli ingredienti principali per rendere fattiva la direttiva, ed essere considerati dall’Europa centri di avanguardia? In primis c’è la registrazione e la comunicazione delle dosi radiologiche dell’esame. E’ richiesta chiarezza e trasparenza di informazioni al cittadino, che vuol dire trovare nel referto medico il dato sulla quantità di radiazioni a cui sono stati esposti nel corso dell’esame radiologico o medico nucleare. E’ importantissimo l’aggiornamento costante degli hardware e software del parco macchine in modo da ridurre la dose a valori in linea con gli standard nazionali. E’ poi richiesta dalla direttiva la capacità di valutazione attenta da parte dei medici sulla necessità di prescrizione delle indagini radiologiche, di medicina nucleare e dei trattamenti radioterapici, consultando le varie figure professionali coinvolte, seguendo le linee guida e facendo quindi un bilancio tra rischio e beneficio sul singolo paziente.
Di tutto questo si è discusso oggi a Roma in occasione del Workshop su “Direttiva Euratom 59/13: Fase attuativa.”

Negli ultimi anni si utilizzano apparecchiature TC di nuova generazione, che permettono di ottenere in pochi secondi le immagini con una maggiore risoluzione rispetto al passato e con un aumento della capacità diagnostica. “Tuttavia – specifica Francesco Solivetti, Responsabile della Radiologia ISG – questi vantaggi sono ottenuti al prezzo di un aumento della dose di radiazione e quindi del rischio potenziale di carcinogenesi. Inoltre, protocolli diagnostici prevedono scansioni multiple con e senza mezzo di contrasto che duplicano o quadruplicano le dosi al singolo paziente.” Nasce così la direttiva Euratom 2013/59 per la protezione contro i rischi di tumori radio-indotti da parte del personale medico, degli operatori sanitari e dei pazienti.

“Una grande attenzione in tal senso la meritano i pazienti oncologici – sottolinea Antonio Guerrisi radiologo ISG – poiché eseguono indagini TC ripetute nel tempo per follow-up e monitoraggio di terapia, e ciò comporta conseguenti dosi cumulative a cui sono sottoposti. Emerge quindi la necessità di monitorare le dosi nel corso di vita della persona.”
“Il fisico medico in questa ottica di avanguardia tecnologica e radioprotezione – spiega Lidia Strigari, Responsabile della Fisica Medica IFO – costituisce una interfaccia essenziale tra gli specialisti e le macchine, e assicura la massima qualità dell’esame con la minor dose possibile di radiazioni.”
“Siamo in attesa della fase attuativa – conclude Aldo Morrone, Direzione Scientifico ISG – ma intanto attraverso il dose-team ci portiamo avanti anche con la ricerca per ridurre i livelli di esposizione della popolazione. In particolare il San Gallicano, grazie a un team multidisciplinare di eccellenza, ha ricevuto un riconoscimento a cinque stelle dal network Eurosafe Imaging Stars.”

 

 

 

 

 

Fonte: Ufficio Stampa e Relazioni Esterne IFO

 

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