Novità, informazioni sulla salute e sanità Lazio. Iniziative gratuite da cliniche e ospedali della regione, studi recenti e scoperte nel campo medico, interviste ai luminari: tutto ciò che ci interessa da vicino per la nostra salute
IX EDIZIONE Venerdì 22 – Sabato 23 settembre 2017
Nobile Collegio dei Farmacisti
Chiesa di S. Lorenzo in Miranda
Via in Miranda, 10 - Roma (Foro Romano)
Ingresso libero per non richiedenti crediti ECM
Proprio come un critico d’arte o un restauratore sulla tela, il dermatologo ha il compito di saper interpretare i dettagli dei cambiamenti della pelle, saper curare i cambiamenti patologici e aiutare a prevenire quelli legati al tempo e alle cattive abitudini. Dall’idea che la pelle è tela pittorica e che tutto quello che esprime può essere interpretato meglio con l’aiuto dell’arte, è nata l’idea di DermArt, un convegno che unisce la Dermatologia con l’Arte visuale per sviscerarne i comuni linguaggi.
Ideata, curata e diretta da Massimo Papi, la rassegna – che rilascerà per gli iscritti richiedenti 10 crediti ECM - giungerà quest’anno alla sua nona edizione, continuando la sua tradizione nel confronto didattico tra malattie cutanee e pittura e proponendo anche una serie di argomenti nuovi di interesse multidisciplinare. Spettacolare luogo di incontro sarà, nelle giornate di 22 e 23 settembre 2016, il Foro Romano, ed esattamente la Chiesa di San Lorenzo in Miranda, all’interno del Nobile Collegio dei farmacisti di Roma.
L’iniziativa, che vedrà intervenire relatori appartenenti sia alle diverse professioni del mondo sanitario (medici, infermieri, biologi, psicologi) sia al poliedrico universo artistico (pittori, art makers, storici e critici dell’arte), avrà come fil rouge dei vari interventi – molti dei quali interattivi con il pubblico - la “Pelle sostantivo femminile”, vista sul piano estetico, psicologico, artistico e di specifiche patologie cutanee. Attraverso un percorso di laborioso aggiornamento, si approcceranno molteplici tematiche: tra le più innovative la Whatsapp dermatology, fenomeno incombente degli ultimi anni nel rapporto tra medico e paziente, e la dermocosmesi vulvare, tra necessità e trend. E ancora la dermatologia per vegani e gli E-tattoos: skinmarks, techtats e safestamp. Verranno poi organizzati dei quiz interattivi su casi clinici su patologie infiammatorie delle gambe e sulle diagnosi di malattie della pelle con l’aiuto di icone della pittura (personaggi, colori e forme di quadri famosi). Acne della donna adulta, patologie ombelicali (ombelico centro del mondo), pillole tecnologiche di novità sui tatuaggi e la tecnica innovativa dell’epiluminescenza, patologie della pelle in adolescenza, il melanoma nelle tre età della donna e i segni sulla pelle delle migranti saranno oggetto di ulteriori approfondimenti. Tra le curiosità più sfiziose, verrà dedicata una parentesi agli animali domestici, con un minicorso sui rischi di trasmissione delle affezioni alla cute umana. Per finire, nello spirito di condivisione che appartiene da sempre alla manifestazione e per la convinzione che il rapporto medico-paziente è fondato sull’uso ottimale dei 5 sensi, verrà organizzato un corso per imparare a conoscere i profumi del vino con una degustazione abbinata, in collaborazione con alcune eccellenti cantine vinicole del Lazio.
DermArt è un’iniziativa realizzata con il patrocinio di: Comune di Roma, Regione Lazio, Ministero della Salute, Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, Ordine dei Medici di Roma, ADOI, Donne dermatologhe Italia, LILT (Lega italiana lotta tumori), Italian Acne Board, Federfarma.
DERMART – IL PROGRAMMA
Venerdi 22 Settembre
Benvenuto e saluti
Moderatori: Stefano Calvieri, Antonio Cristaudo, Ornella De Pità
9.00-9.20 Quali malattie cutanee più frequenti nelle donne e perché? Biagio Didona
9.20-9.40 Lupus, dermatomiosite e sclerodermia in età pediatrica Maya El Hachem
9.40-10.00 Dermatiti fatte ad arte (artefatte) Scopri come lo faccio. Interattiva Riccardo Sirna
Coffee break
Moderatori: Biagio Didona, Maya El Hachem, Isabella Mezza, Massimo Papi
11.00-12.30 Il corpo della donna e la pelle: le tre età della donna
Il melanoma nelle 3 età della donna Lettura Giorgio Annessi, Riccardo Bono, Giulio Ferranti
Guido Barlozzetti
Laura De Luca
Gian Paolo Manzella
12.30-13.00 Caravaggio e la pelle delle donne Vittorio de Bonis Lettura
Consegna Premio Dermart 2017
Light lunch
Moderatori: Carmen Cantisani, Tommaso Gobello, Massimo Papi
14.00-15.30 WhatsApp dermatology. La diagnosi senza il paziente: casistica clinica interattiva di pazienti WhatsApp (Carmen Cantisani, Luca Fania, Dario Didona, Maria Rita Nasca, Federica Dall’Oglio, Giulia Pranteda, Alessandra Scarabello)
Moderatori: Ada Amantea, Carla Cardinali, Aldo Di Carlo
15.30-16.00 ... ma le gambe, ma le gambe...
Macchie e noduli rossi delle gambe: casi clinici interattivi a quiz. True or fake? Massimo Papi
16.00-17.30 La patologia e la dermocosmesi vulvare
Nei e lesioni pigmentarie vulvari: tra clinica e epiluminescenza. Casistica interattiva Giulio Ferranti
Le patologie difficili da diagnosticare: casistica interattiva Pietro Lippa
Come cambiano le patologie vulvari su pelle scura ? Casistica interattiva Gennaro Franco
Corsi Venerdi 22
14.00-16.00 Epiluminescenza di base: forme e colori che fanno fare diagnosi
Riccardo Bono, Giulio Ferranti
16.00-18.00 Le malattie cutanee degli animali domestici: quali rischi per la nostra pelle? (Alessandra Fondati e dermatologo)
Sabato 23 Settembre
Moderatori: Corrado Angelo, Raffaele Argentieri, Simona Argentieri, Paolo Samarelli
9.00- 9.30 Eponimi in dermatologia Rita Clerico – Mauro Paradisi
9.30-10.00 Quiz Clinici tra Dermatologia e arte: Scegli il quadro che fa fare diagnosi
Scegli la forma che fa fare diagnosi Biagio Didona-Beatrice Luzi
Scegli il colore che fa fare diagnosi Massimo Papi
Moderatori: Luca Bianchi, Rita Clerico
10.00-10.30 Il dolore sulla pelle. Sindromi cutanee dolorose: come curarle?
Liana Masala, Consalvo Mattia
Coffee break
Moderatori: Gianluigi Colalucci, Karmen Corak, Massimo Papi, Ninì Santoro
11.00-11.30 Sulla pelle delle donne Angelandreina Rorro Lettura
Moderatori: Giuseppe Lombardo, Ketty Peris, Stefano Veraldi
11.30-11.50 L’ombelico del mondo. Patologie e cure. Interattiva Federico Bardazzi
11.50-12.10 Quando l’acne ci viene da grandi. Casistica interattiva Giuseppe Micali
Moderatori: Giorgio Bartolomucci, Nerio Grassi, Gioia de Cristofaro Longo, Mauro Paradisi
12.10-12.30 Pillole di novità tecnologiche tra pelle e arte
E-tattoos: skinmarks, techtats e safestamp Antonella Caporaso
Dermatologia per vegani
12.30-13.00 I segni sulla pelle delle migranti nelle 3 età della donna Aldo Morrone Lettura
13.00 Premiazioni - Test di valutazione ECM
13.30-15.30 Corso Il vino e la pelle: Impara a riconoscere i profumi dei vini.
Degustazione di selezione di vini del Lazio
Sito Ufficiale: dermart.it
REGINA ELENA E SAN GALLICANO: HAPPY HOUR RICERCA&CURA IL 26 SETTE,MBRE. CON ASSAGGI DI SCIENZA E SOCIAL TOUR NEI LABORATORI IL 29 SETTEMBRE.
Due appuntamenti coordinati dai direttori scientifici Ciliberto e Picardo
La ricerca scientifica è il motore del progresso di una società, favorisce il benessere economico e migliora la qualità della vita delle persone. Occorre avvicinare il grande pubblico al mondo della ricerca ed in particolare far conoscere la figura del ricercatore "una persona normale che fa cose eccezionali". Con questo obiettivo gli IRCCS Regina Elena e San Gallicano partecipano all'iniziativa in programma dal 23 al 30 Settembre "La notte europea dei ricercatori e settimana della scienza", iniziativa promossa dalla Commissione Europea e alla 12°edizione.
Due gli appuntamenti di divulgazione scientifica promossi dagli Istituti:
il 26 Settembre (18-20) l'aperitivo scientifico "Happy Hour ricerca&cura" presso l'atrio principale, dove saranno esposti poster illustrati dai nostri esperti per raccontare le aree di interesse dei nostri laboratori di ricerca. Si parlerà inoltre, tra un appetizer e l'altro dell'importanza di una alimentazione sana ed equilibrata nella prevenzione dei tumori e delle malattie della pelle, saranno proposte una serie di ricette sane e gustose con cibi le cui qualità benefiche contro queste malattie sono studiate. Cittadini, scuole e realtà del territorio potranno informarsi e gustare pietanze sane dai "nomi scientifici".
Il 29 settembre seguite il Social Virtual Tour nei laboratori del Regina Elena e San Gallicano: dalle 9:00 del mattino e per tutto il giorno "andranno in onda" video-racconti del lavoro dei nostri ricercatori sui canali social Youtube, Facebook, Instagram e Twitter degli Istituti. Ciceroni d'eccezione i direttori scientifici Gennaro Ciliberto per l'Istituto Regina Elena e Mauro Picardo per l'Istituto San Gallicano che guideranno il pubblico attraverso i laboratori con pillole di interviste video con i team leader della ricerca e della clinica. L'obiettivo è arrivare al grande e variegato pubblico dei social e accrescere la consapevolezza dell'importanza della ricerca clinico-scientifica per lo sviluppo culturale e sociale della società.
"In un epoca in cui, anche e soprattutto attraverso il web, spesso l'informazione scientifica può mutare in disinformazione è importante che realtà cliniche di eccellenza si impegnino per iniziative come queste – dichiara Francesco Ripa di Meana, direttore generale degli IFO- mirate alla precisa e autorevole informazione e divulgazione."
"La divulgazione scientifica – affermano Gennaro Ciliberto e Mauro Picardo, - è uno strumento importantissimo per stimolare l'opinione pubblica a una riflessione e a un confronto sul valore della ricerca clinico-scientifica, e a veicolare educazione alla salute, informazione corretta e cultura."
Il progetto è coordinato da Frascati Scienza e realizzato con il supporto della Regione Lazio in collaborazione con Comune di Frascati, ASI, CINECA, CREA, ESA-ESRIN, GARR, INAF, INFN, INGV, ISPRA, ISS, Sapienza Università di Roma, Sardegna Ricerche, Università di Cagliari, Università di Cassino, Università LUMSA di Roma e Palermo, Università di Parma, Università degli Studi di Roma "Tor Vergata", Università degli Studi Roma Tre, Università di Sassari, Astronomitaly, Associazione Tuscolana di Astronomia, Explora, G.Eco, Ludis, Osservatorio astronomico di Gorga (RM), Sotacarbo.
L'evento vede inoltre la partecipazione di: Associazione Eta Carinae, Cicap Lazio, Consorzio di Ricerca Hypatia, Engineering, Fondazione GAL Hassin di Isnello (PA), GEA, Giornalisti nell'Erba, FVA New Media Research, ICBSA, Istituto Nazionale Tumori Regina Elena e Istituto Dermatologico San Gallicano - IRCSS Roma, Matita Animata, Museo Geopaleontologico "Ardito Desio" di Rocca di Cave, Osservatorio Malattie Rare, Museo Tuscolano delle Scuderie Aldobrandini, STS Multiservizi, Ass. Speak Science, Ass. ScienzImpresa, Tecnoscienza.it srl, The Document Foundation, Unitelma Sapienza, Università della Tuscia.
Altri partner di Frascati Scienza: Accatagliato, Associazione culturale Arte e Scienza, Associazione culturale Chi sarà di Scena, Associazione Amici di Frascati, Res Castelli Romani, Ma CSIS, AGET Italia, Comune di Grottaferrata, Istituto salesiano di Villa Sora.
Con il patrocinio del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Regione Lazio, Parco Regionale dei Castelli Romani, Comunità Montana dei Castelli Romani e Prenestini, Roma Capitale, Comune di Monte Porzio Catone.
La Notte Europea dei Ricercatori di Frascati Scienza è finanziata dalla Commissione Europea nell'ambito della call MSCA-NIGHT-2016/2017 (Grant Agreement No. 722952).
Ossa “di porcellana” per il 75% delle donne over 60: al via ‘Il Piatto Forte’, campagna per la prevenzione delle fratture da fragilità
“Se non trattata, l’osteoporosi rende le tue ossa fragili come la porcellana”:
è il claim della campagna promossa da Fondazione Italiana Ricerca sulle Malattie dell'Osso (FIRMO) in partnership con Amgen; dal 30 settembre, eventi di piazza in alcuni capoluoghi per valutare il rischio e sensibilizzare la popolazione sull’importanza di prevenire le fratture ossee da fragilità attraverso un’alimentazione corretta,
un’attività fisica regolare e un trattamento farmacologico tempestivo.
In Italia circa 3,5 milioni di donne e 1 milione di uomini affetti da osteoporosi, responsabile di fratture da fragilità in una donna su due dopo i 70 anni.
Ogni anno circa 80.000 ricoveri per fratture di femore in persone con oltre 65 anni.
Dopo i 70 anni, una donna europea su due andrà incontro a una frattura ossea legata all’osteoporosi. Il 66% delle donne ed il 50% degli uomini sono colpiti da osteoporosi e osteopenia (condizione in cui la massa ossea è ridotta rispetto alla normalità che spesso precede l’osteoporosi e che espone ad un maggior rischio di frattura). Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, a causa dell’osteoporosi in tutto il mondo ogni 3 secondi si verifica una frattura di femore, polso o vertebra. La frattura del femore, principale conseguenza della patologia, comporta una mortalità del 5% e del 20% nel mese e nell’anno successivi. Circa il 30% dei pazienti fratturati va incontro a una disabilità permanente, il 40% perde la capacità di camminare autonomamente, l’80% ha bisogno di supporto nelle attività quotidiane.
In vista della Giornata Mondiale dell’Osteoporosi che si celebra in tutto il mondo il 20 ottobre, la Fondazione Italiana Ricerca sulle Malattie dell'Osso (FIRMO) in partnership con Amgen presenta ‘Il Piatto Forte’, una campagna che ha l’obiettivo di accrescere l’informazione su questa patologia silenziosa e sottodiagnosticata nonché sensibilizzare la popolazione sulle fratture da fragilità, che oggi possono essere evitate attraverso un’alimentazione corretta, un’attività fisica regolare e un trattamento farmacologico tempestivo, con adeguata aderenza alla terapia da parte dei pazienti. La campagna è stata presentata oggi a Roma nel corso di un evento che ha ricevuto il patrocinio del Ministero della Salute.
“Se non trattata, l’osteoporosi rende le tue ossa fragili come la porcellana” è il claim della campagna, che a partire dal 30 settembre e nel mese di ottobre animerà le piazze di alcuni capoluoghi italiani con eventi di due giorni che vedranno la presenza di un gazebo e un camper. Diverse le attività che coinvolgeranno la popolazione: informazione gestita da medici specialisti, valutazione della salute delle ossa con la carta del rischio per l’osteoporosi, misurazione (con ultrasonografo) della densità minerale ossea.
«Nel nostro Paese il problema della fragilità ossea, che espone il paziente a un rischio elevatissimo di nuovi eventi fratturativi, con costi insostenibili per il Servizio sanitario, è di fatto ignorato, e per i pazienti fratturati presa in carico e continuità assistenziale dopo l’intervento chirurgico sono pressoché inesistenti», afferma Maria Luisa Brandi, Presidente FIRMO, Direttore SOD Malattie del Metabolismo Minerale e Osseo, Azienda Ospedaliero Universitaria Careggi. «FIRMO ha accolto volentieri l’invito di Amgen a promuovere in partnership una campagna di comunicazione dedicata all’osteoporosi e alle persone con fragilità ossea finalizzata a richiamare l’attenzione in particolare su tre aspetti: la presa in carico del paziente fratturato, la semplificazione dell’accesso alle terapie, e il recupero del ruolo dei medici di medicina generale».
L’osteoporosi è una patologia cronica caratterizzata da una perdita della massa e della qualità dell’osso, favorita da fattori costituzionali, genetici e ambientali, come le abitudini alimentari, il consumo di alcol, tabacco e caffè, la carenza di attività fisica e l’assunzione di farmaci che interferiscono con il normale metabolismo di fosforo e calcio.
Negli Stati Uniti e nell’Unione Europea sono affette da osteoporosi circa il 30% delle donne in post menopausa e si stima che di queste più del 40% riporterà una frattura nel corso della propria vita. In Italia vengono stimate almeno 3,5 milioni di donne con osteoporosi e più del 75% della popolazione femminile sopra i 60 anni di età soffrirebbe di fragilità ossea con aumento del rischio di fratture, che rappresentano una importante causa di disabilità, specie tra le persone anziane. Ogni anno si registrano circa 80.000 ricoveri per fratture di femore in persone con oltre 65 anni.
«Nelle persone in età avanzata la frattura di femore può avere conseguenze gravi, sia per la condizione di fragilità dell’osso fratturato che per la frequente associazione ad altre patologie e danni d’organo che rendono il paziente un soggetto fragile», afferma Giuseppe Sessa, Presidente SIOT - Società Italiana Ortopedia e Traumatologia e Direttore U.O. Clinica Ortopedica, Università di Catania. «Se si interviene tempestivamente, non solo chirurgicamente, ma con il ripristino della qualità della vita precedente al trauma, si può evitare che tali patologie si aggravino pericolosamente; se invece si posticipa l’intervento, la fisioterapia o il rientro a domicilio, si instaura un circolo vizioso che può esitare anche nella morte del paziente».
Oggi l’osteoporosi può essere trattata efficacemente con un’adeguata prevenzione basata su terapie non farmacologiche, che hanno l’obiettivo di compensare le carenze di calcio e di vitamina D nell’alimentazione, e attraverso terapie farmacologiche in grado di ridurre il rischio di fratture. È importante inoltre evitare la sedentarietà e mantenersi attivi con una regolare e costante attività fisica, che aiuta a mantenere una buona massa muscolare e migliora l’equilibrio prevenendo le cadute.
I farmaci disponibili agiscono inibendo le cellule che distruggono l’osso oppure attivando le cellule responsabili della formazione di osso. Alcuni farmaci agiscono combinando le due azioni. I farmaci di nuova generazione hanno mostrato un’elevata efficacia, con una riduzione del rischio di fratture da fragilità nei pazienti fratturati che va dal 30 al 70% a seconda del farmaco usato.
«Si stima che nel 2045 gli over 65 saranno più di un terzo degli italiani (32,5%), di cui quasi l’83% soffrirà di almeno una patologia cronica. Nel caso dell’osteoporosi il SSN dovrà essere pronto, quindi, a gestire un incremento di popolazione maggiormente esposto a un rischio fratturativo con conseguente invalidità e aumento dei costi - afferma André Tony Dahinden, Amministratore Delegato di Amgen Italia - Amgen avverte fortemente la propria responsabilità nel supportare iniziative di sensibilizzazione che vogliano rendere il paziente attore informato e protagonista delle decisioni che ricadono sulla sua salute».
‘Il Piatto Forte’: le tappe della campagna
•Lecce – Piazza Sant’Oronzo, 30 settembre/01 ottobre;
•Ferrara – Piazza del Municipio, 7/8 ottobre;
•Cagliari – Piazza Garibaldi, 14/15 ottobre;
•Catania – Piazza San Francesco, 21/22 ottobre.
Per maggiori informazioni:
sito fondazionefirmo.com e amgen.it
Nevralgia Post-Erpetica: un dolore insopportabile.3 pazienti su 4 non sanno che con il vaccino avrebbero potuto evitarlo.
Un’indagine di DoxaPharma fotografa il vissuto dei pazienti con Nevralgia Post-Erpetica, principale complicanza dell’infezione da Herpes Zoster, meglio conosciuta
come Fuoco di Sant’Antonio; un’esperienza difficile caratterizzata da un dolore persistente, definito da forte a insopportabile dalla quasi totalità degli intervistati.
La prevenzione è possibile, grazie ad una sola dose di vaccino, ora prevista in forma gratuita in tutta Italia per i 65enni dal nuovo Piano Nazionale Prevenzione Vaccinale: ma il 74% degli intervistati non è a conoscenza di questa opportunità vaccinale, che avrebbe potuto evitare loro il dolore causato dalla Nevralgia Post-Erpetica.
Un dolore severo, insopportabile; un’esperienza difficile, come “entrare in un tunnel di cui non si vede la fine”. Una patologia, della durata media di 5-6 mesi, con un grande impatto sulla qualità di vita di chi ne è colpito e che compromette l’attività lavorativa e le normali attività quotidiane. È il vissuto dei pazienti con Nevralgia Post-Erpetica che emerge da un’indagine realizzata da DoxaPharma per MSD Italia, che ha coinvolto oltre 200 persone tra i 60 e i 70 anni colpite da questa patologia, principale complicanza dell’Herpes Zoster o Fuoco di Sant’Antonio, che colpisce in Italia il 20% dei pazienti che hanno l’Herpes Zoster pari a circa 30.000 soggetti.
Caratterizzata nella sua fase acuta da un dolore persistente e di elevata intensità, giudicato tra “forte” e “insopportabile” dalla quasi totalità degli intervistati (98%), la Nevralgia Post-Erpetica comporta di conseguenza un forte impatto sulla quotidianità: oltre il 40% del campione dichiara che il dolore provato ha compromesso la sua vita professionale, con una perdita di circa 13 giorni lavorativi. Inoltre, il 55% degli intervistati ha sottolineato che nella fase più acuta non è stato più in grado di gestire autonomamente diverse attività quotidiane. Eppure, il dolore da Nevralgia Post-Erpetica potrebbe essere evitato: esiste infatti un vaccino in grado di prevenire, con una sola dose, l’insorgenza dell’Herpes Zoster e della neuropatia che ne consegue. Ma 3 intervistati su 4 (74%) ne ignorano completamente l’esistenza.
«La nevralgia Post-Erpetica è una complicanza frequente dell’infezione da Herpes Zoster, meglio conosciuta come Fuoco di Sant’Antonio», dichiara Sandro Giuffrida, Direttore della U.O.C. di Igiene e Sanità Pubblica dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Reggio Calabria. «Peraltro questo dolore ha la particolarità di essere molto resistente alle comuni terapie antalgiche: solo un paziente su due riferisce infatti un’attenuazione del dolore a seguito dell’utilizzo di farmaci. Per questo motivo è determinante il ruolo della prevenzione. Ma su questa patologia c’è un gap comunicativo reale e rilevante: la percezione del rischio di ammalarsi di Zoster è elevata solo nelle persone che hanno conosciuto la malattia per averla contratta personalmente o per averla sperimentata attraverso un familiare o un amico. Chi non ha la percezione del rischio, in genere, non sa nemmeno che esiste un vaccino che può prevenire la malattia. Per questo motivo è importante informare la popolazione circa il maggior rischio che si corre, oltre i 60 anni, o se affetti da patologie croniche, di contrarre l’Herpes Zoster e contemporaneamente far sapere che, grazie alla vaccinazione, è possibile ridurre di molto la possibilità di contrarre la malattia».
Uno degli aspetti più significativi rilevato dall’indagine riguarda la scarsa conoscenza dell’Herpes Zoster, a partire dalla sua relazione con episodi pregressi di varicella. Infatti, solo il 50% degli intervistati è a conoscenza che l’Herpes Zoster è correlato alla varicella, contratta molti anni prima. Si tratta di una importante carenza informativa in quanto un terzo degli intervistati dichiara di non aver avuto alcuna informazione in proposito, con un conseguente ritardo anche dal punto di vista diagnostico.
L’alleanza tra Sanità pubblica e ASL potrebbe avere un’importanza cruciale per veicolare l’informazione e per il ruolo svolto dai medici di medicina generale, che sono i principali o comunque i primi e più diretti referenti dei pazienti anziani e dei soggetti più a rischio, e difatti spesso il medico di famiglia è tra i primi a diagnosticare una Nevralgia Post-Erpetica, per il 32% degli intervistati.
«Il contributo del Medico di Medicina Generale rispetto alla vaccinazione contro Herpes Zoster è fondamentale – spiega Tommasa Maio, Medico di Medicina Generale, Responsabile Area Vaccini FIMMG (Federazione Italiana Medici di Medicina Generale) – dal momento che è in grado di individuare più facilmente i soggetti a rischio e può fare un’azione di avvicinamento e consapevolezza laddove sussista una resistenza dei pazienti verso la vaccinazione, oltre che di educazione, dando loro le informazioni necessarie sul vaccino. Il medico di famiglia è quello che più frequentemente è a contatto con i cittadini per diverse motivazioni, c’è un contatto prolungato nel tempo e una relazione molto diretta. Tutto ciò permette di instaurare un rapporto di grande fiducia, di fare prevenzione, counselling e dare motivazione. Senza considerare che la presenza dei medici di famiglia sul territorio è assolutamente capillare. È chiaro, detto ciò, che l’elemento organizzativo potrà fare veramente la differenza, per questa come per altre vaccinazioni».
La vaccinazione anti Herpes Zoster in Italia è prevista dal nuovo Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale, inserito nei Livelli Essenziali d’Assistenza (LEA). Un passo avanti per difendere il diritto dei cittadini a evitare il dolore inutile.
«È fondamentale veder tutelato e rispettato il diritto a non soffrire inutilmente, evitare il dolore e le sofferenze non necessari», dichiara Sabrina Nardi, Direttore Coordinamento nazionale delle Associazioni di Malati Cronici (CnAMC) presso Cittadinanzattiva onlus. «Il dolore deve essere prevenuto quando possibile, riconosciuto e trattato negli altri casi perché riguarda la qualità della vita della persona e la qualità dell’assistenza e delle cure erogate. Indubbiamente esiste ancora, nonostante i passi in avanti a livello normativo, una sorta di retaggio culturale riguardo al dolore, considerato come parte ineludibile della malattia, da sopportare. E invece può limitare fortemente le attività quotidiane della persona e la sua indipendenza, soprattutto nei casi in cui il dolore è considerato insopportabile. Non stupisce che gli intervistati dichiarino che hanno dovuto rinunciare al lavoro e chiedere il supporto di un caregiver, perché il dolore che hanno riferito è di un livello molto alto e importante. L’impatto è fortissimo sia dal punto di vista economico che psicologico: vedere ridotta la propria autonomia non è mai un’esperienza piacevole, ancor di più quando si tratta di persone anziane».
Il vaccino contro l’Herpes Zoster, sviluppato da MSD, indicato per i soggetti di età pari o superiore a 50 anni e approvato in 60 Paesi in tutto il mondo, viene somministrato in un’unica dose.
«Non bisogna sottovalutare l’importanza di proteggere migliaia di persone, in grande maggioranza adulte ed anziane, da una malattia estremamente invalidante, evitando loro il dolore da Nevralgia Post-Erpetica e le sue conseguenze particolarmente pericolose per i soggetti che vi incorrono, in gran parte persone fragili», dichiara Nicoletta Luppi, Presidente e Amministratore Delegato di MSD Italia. «Vaccinare tutta la popolazione, con un’attenzione proprio verso le fasce di età più fragili e, dunque, gli anziani, è l’unico modo per prevenire le conseguenze dolorose e gravi associate al Fuoco di Sant’Antonio. Abbiamo la possibilità di farlo con un vaccino somministrato in una sola dose, che ha dimostrato nella vita reale efficacia e tollerabilità: dati a lungo termine (8 anni dalla vaccinazione) indicano un’efficacia del 69% nel prevenire la Nevralgia Post-Erpetica, principale complicanza dell’Herpes Zoster. Una risorsa preziosa per contribuire a un invecchiamento in salute, considerando anche i vantaggi della somministrazione in unica dose, per le ASL e per i Medici di Medicina Generale, ma soprattutto per il paziente stesso: un aspetto, quest’ultimo, particolarmente importante in chiave di aderenza alle vaccinazioni dei pazienti anziani, solitamente piuttosto bassa».
In Inghilterra questa vaccinazione è stata introdotta dal Servizio Sanitario nel 2013 e che oltre il 50% dei soggetti eleggibili sono stati vaccinati.* Nel nostro Paese, si auspica che l’offerta gratuita del vaccino, insieme a un’informazione corretta sui vantaggi della vaccinazione, attraverso la voce del medico di famiglia ma anche con campagne di sensibilizzazione, possano contribuire ad aumentare la consapevolezza della possibilità di prevenire l’Herpes Zoster, evitando a pazienti anziani e spesso già fragili di dover fronteggiare un dolore implacabile come quello causato dalla Nevralgia Post-Erpetica.
Public Health England (2017). Shingles vaccine coverage report, England, September 2016 to February 2017.
Volume 11, Number 16, Published on: 28 April 2017.
MSD Italia
MSD è la consociata italiana di Merck & Co., azienda farmaceutica multinazionale fondata oltre 125 anni fa e leader mondiale nel settore della salute, con un fatturato di circa 40 miliardi di dollari, il 18% dei quali investiti in Ricerca e Sviluppo.
L'azienda è conosciuta come MSD in tutto il mondo, ad eccezione degli Stati Uniti, dove opera con il nome di Merck & Co..
Attraverso i suoi medicinali soggetti a prescrizione, i vaccini, le terapie biologiche e i prodotti per la salute animale, MSD opera in oltre 140 Paesi con quasi 70.000 dipendenti, fornendo soluzioni innovative in campo sanitario, impegnandosi nell’aumentare l'accesso alle cure sanitarie attraverso politiche, programmi e partnership mirate.
MSD è orgogliosa del suo impegno nella Responsabilità Sociale dove arriva ad erogare ogni anno 1,8 miliardi di dollari. Testimonianza di questo impegno sono i tre Premi Nobel per la Medicina assegnati a ricercatori MSD, l’ultimo dei quali, nel 2015, al Prof. William C. Campbell per la scoperta dell’ivermectina, la molecola per la cura per della cecità fluviale (oncocercosi).
La scoperta del Prof. Campbell ha dato vita, nel 1987, al “Mectizan Donation Programme”, la più grande partnership pubblico-privato per l’eradicazione della cecità fluviale a livello globale. A partire dal 1987, MSD distribuisce gratuitamente il farmaco a tutti coloro che ne hanno bisogno, per un valore superiore ai 5 miliardi di dollari.
Inoltre, MSD è attualmente in contatto diretto con l’OMS, MSF e altre organizzazioni internazionali a fronte dei nuovi casi di Ebola Zaire riportati nella Repubblica Democratica del Congo. Siamo pronti ad inviare il nostro vaccino per Ebola Zaire, V920 (rVSV∆G-ZEBOV-GP, vivo attenutato) non appena siano state completate le procedure di approvazione in corso.
In Italia, MSD è presente da 60 anni, con circa 1.000 dipendenti, un fatturato di 800 milioni di euro e forti investimenti in Ricerca non solo per numero di studi clinici condotti nel Paese (oltre 130 con quasi 1.000 centri e 6.000 pazienti coinvolti), ma anche grazie ad un solido piano pluriennale a sostegno della ricerca indipendente e dei giovani (oltre 40 milioni di dollari in erogazioni liberali).
MSD Italia è stata recentemente premiata, per il quarto anno consecutivo, come Best Digital Healthcare Company in Italia, come Società Leader per la CSR ed è stata confermata nella lista delle 5 migliori aziende per le quali lavorare, secondo la classifica stilata da Top Employer Institute 2017.
Nel novembre 2015, un farmaco di MSD Italia – pembrolizumab, l’innovativa terapia immunoncologica – è stato insignito del prestigioso Premio Galeno Italia, l’equivalente del Premio Nobel per il settore farmaceutico ed il più alto tributo alla ricerca e allo sviluppo in questo campo.
Per maggiori informazioni, visitare i siti msditalia.it e msdsalute.it.
Pigri, ma nel complesso soddisfatti della propria forma: così appaiono gli italiani in un’indagine della Cuore Nutrition Academy, che ha messo a confronto 10 centri urbani. Roma tra le città meno in forma d'Italia. Ecco quanto emerge da una recente indagine, "Sentirsi in forma in città si può?", condotta in collaborazione con la Cuore Nutrition Academy, per verificare come gli italiani si mantengono in forma nei centri urbani, dove aree pedonali, spazi verdi e piste ciclabili possono rivelarsi uno strategico alleato al movimento quotidiano.
L’estate si avvicina e la forma fisica torna in voga più che mai. Secondo una ricerca condotta in collaborazione con la Cuore Nutrition Academy gli italiani affronteranno la bella stagione sentendosi molto o abbastanza in forma (il 61%). E quando non si prendono cura di sé ammettono di farlo per pigrizia in 6 casi su 10. Le città più virtuose appaiono Milano, Bologna e Trento. Quelle meno attive sarebbero Torino, Trieste, Roma e Genova.
L’indagine è stata realizzata su 10 città campione (Bologna, Firenze, Genova, Milano, Napoli, Roma, Trento,
Trieste, Torino, Venezia), per verificare come gli italiani si mantengono in forma nei centri urbani, dove aree pedonali, spazi verdi e piste ciclabili possono rivelarsi uno strategico alleato al movimento quotidiano.Il 70% degli italiani concorda sul fatto che sentirsi in forma passi da una corretta alimentazione e dall’attività fisica, ma su quest’ultimo punto gli intervistati predicano bene e razzolano male: mentre camminare e avere un’alimentazione equilibrata sono effettivamente al primo posto (rispettivamente 88% e 82%) tra le attività più importanti per sentirsi in forma, quelle di correre, andare in palestra e andare in bicicletta sono tra le prime citate, ma tra le ultime effettivamente svolte dai cittadini (rispettivamente 33%, 31% e solo 27%).
Camminare è l’attività ritenuta migliore per sentirsi in forma (da 4 intervistati su 10) e quella di gran lunga maggiormente svolta in tutte le 10 città (88%). Sorprende che correre sia in assoluto l’attività meno praticata in città, con la debole eccezione di Milano in cui arriva a un 17%, anche se nella correlazione con il benessere percepito chi corre si sente mediamente meglio rispetto agli altri. La praticano soprattutto gli uomini (per il 64%) e lo smog sembra essere la maggiore causa frenante. Solo 1 intervistato su 3 va in bicicletta e qui la mancanza di piste ciclabili è la barriera più citata. Le città che più amano pedalare sono Venezia, Milano e Trento.
Cuore Nutrition Academy nasce con l'obiettivo di elaborare e diffondere, grazie alla collaborazione con studiosi indipendenti, le più moderne conoscenze scientifiche, in tema di alimenti e principi nutritivi con potenziale protettivo nell'area del benessere cardiovascolare.
I principali campi di attività sono:
RICERCA, a supporto della ricerca scientifica di centri specialistici che lavorano nell'area nutrizionale e salutistica;
INFORMAZIONE SCIENTIFICA, per favorire l'aggiornamento medico scientifico sui temi di carattere nutrizionale per i medici di medicina generale e per gli specialisti
dell'area della nutrizione, della dietologia, della cardiologia, dell'ipertensione, della geriatria e della pediatria attraverso l'organizzazione di simposi o di corsi professionalizzanti che informano sulle più recenti acquisizioni scientifiche;
EDUCAZIONE AL CONSUMO ALIMENTARE RESPONSABILE, per promuovere a favore dei medici e delle dietiste campagne di comunicazione e di educazione sul consumo alimentare responsabile, attraverso la preparazione di materiale informativo o di forum tematici di aggiornamento su aree di interesse scientifico;
ADOZIONE DI CORRETTI MODELLI ALIMENTARI, per attivare eventi destinati al pubblico e accreditati da Società scientifiche d'eccellenza con l'intento di aprire un fronte tra salute e benessere, attraverso l'adozione di corretti modelli alimentari e stili di vita. Le ricerche di Cuore Nutrition Academy sono anche alla base dello
sviluppo del brand Cuore, che oggi annovera, oltre allo storico Olio Cuore, anche Maionese Cuore con acido linoleico e Sale Cuore Iposodico.
Per ulteriori informazioni visitare il sito cuorenutritionacademy.it
SVILUPPO DI VACCINI ANTITUMORALI PERSONALIZZATI: ALLEANZA CONTRO IL CANCRO PRIMO PLAYER IN ITALIA
La rete dei 21 IRCCS associati ha istituito il working group «Immunoterapia»
Ciliberto: «ACC dispone di sofisticate tecnologie e competenze bioinformatiche che permetteranno in tempi rapidi il sequenziamento dei tumori mediante tecnologie NGS e la veloce identificazione dei neoantigeni tumorali»
L'immunoterapia oncologica e i suoi efficaci sviluppi applicativi stanno modificando la gestione dei tumori: lo testimoniano, tra l'altro, i promettenti esiti pubblicati dalla rivista Nature (Sahin et al, Ott et al, 2017) sull'utilizzo di tecnologie alternative o aggiuntive agli inibitori dei checkpoint tramite un approccio terapeutico vaccinale personalizzato, diretto miratamente contro i neoantigeni specifici di ogni neoplasia. Un percorso che consente di bersagliare più potentemente e specificamente il tumore, con una diminuzione significativa degli effetti.
«Risultati straordinari – commenta Gennaro Ciliberto, Direttore Scientifico dell'Istituto Nazionale Tumori Regina Elena di Roma, tra i soci fondatori di Alleanza Contro il Cancro, la prima rete di ricerca oncologica italiana fondata nel 2002 dal Ministero della Salute – che, oltre ad evidenziare lo sviluppo di potenti risposte immunitarie contro i neoantigeni, hanno dimostrato come molti pazienti abbiano avuto riduzioni delle masse tumorali, prolungamento della sopravvivenza e miglioramento della risposta alla somministrazione successiva di inibitori dei checkpoint. Esiti che, se confermati su più larga scala - ha detto ancora Ciliberto - innescheranno una rivoluzione positiva nella lotta contro i tumori».
Alleanza Contro il Cancro partecipa a questa grande sfida con il Working Group dedicato «Immunoterapia» in cui una quarantina tra i migliori ricercatori e clinici che lavorano in Italia (sui 200 che complessivamente popolano i WG di ACC) perseguono due obiettivi: sviluppare metodiche diagnostiche innovative che permettano di identificare in anticipo i pazienti che beneficeranno dall'immunoterapia e concepire nuovi protocolli, anche di tipo vaccinale, per i pazienti in cui invece l'immunoterapia attualmente non riesce a distruggere i tumori e trasferirli in sperimentazioni cliniche.
Ciliberto ha aggiunto anche che «la rete di ACC dispone, attraverso investimenti in conto capitale del Ministero della Salute, di tecnologie sofisticate di sequenziamento del DNA e di competenze bioinformatiche che permetteranno in tempi rapidi il sequenziamento dei tumori mediante tecnologie NGS e la veloce identificazione dei neoantigeni tumorali, ponendosi come primo player per lo sviluppo di vaccini antitumorali personalizzati».
Malattie infettive che sembravano sconfitte grazie all’immunizzazione danno luogo a preoccupanti epidemie, come quella di morbillo; altre, come la poliomielite,
sono a rischio di riaffacciarsi nel nostro Paese, considerato “polio-free” da molti anni. In Italia, per nessuna malattia si raggiunge la soglia di sicurezza del 95% di copertura vaccinale. Dal 2013, le coperture mostrano, al contrario, un preoccupante calo.
Cominciamo dalle cattive notizie: una preoccupante epidemia di morbillo si è diffusa nel nostro Paese, con 2.851 casi negli ultimi 5 mesi e mezzo.. Un’altra minaccia che si riteneva consegnata al passato, la poliomielite, potrebbe riaffacciarsi dopo anni anche in Italia, uno dei paesi ritenuto da tempo “polio-free”. Solo 7 Regioni superano la soglia del 95% per la vaccinazione anti-poliomielite (Piemonte, Lazio, Abruzzo, Molise, Basilicata, Calabria, Sardegna), con un valore medio nazionale del 93,33%.
La riacutizzazione, però, riguarda anche altre malattie infettive, come difterite, tetano, epatite B, meningite purulenta da Haemophilus influenzae di tipo b.
In Italia, secondo i dati pubblicati dal Ministero della Salute lo scorso 8 giugno, nessuna vaccinazione raggiunge la soglia di sicurezza del 95%. Nel 2016 le coperture vaccinali a 24 mesi per anti-difterica (93,56%), anti-tetanica (93,72%), anti-epatite B (92,98%) e Haemophilus influenzae (93,05%) sono ancora ben al di sotto del valore del 95%. In calo anche la copertura media per pneumococco (88,35% nel 2016 vs 88,7% nel 2015), mentre aumenta quella per il meningococco C (76,6% nel 2015 contro 80,67% nel 2016).
Secondo i dati del rapporto OMS ‘World Health Statistics’ 2017, in Italia la copertura vaccinale per tetano, pertosse e difterite, nel 2015, è stata del 93%, fra le più basse della regione europea, superata anche dai paesi africani, quali Rwanda e Tanzania, che sono al 98%, seguiti da Eritrea, Botswana e Algeria che sono al 94%.
E ancora l’OMS stima che in tutto il mondo ogni anno 1,5 milioni di bambini muoiano ancora a causa di malattie prevenibili con le vaccinazioni, eppure nel nostro paese non sembra cessare la disinformazione che circola tra web e televisioni, malgrado gli appelli delle istituzioni e della comunità scientifica nazionale ed internazionale.
Per contrastare i pericolosi e crescenti fenomeni di cattiva informazione e trasmettere all’opinione pubblica la corretta informazione sul valore dell’immunizzazione, oggi giornalisti delle testate periodiche e online si confrontano con esperti di igiene pubblica, pediatri, storici della medicina, sociologi e rappresentanti di associazioni nate spontaneamente per promuovere le vaccinazioni, nell’ambito del Corso di Formazione Professionale Comunicare i vaccini. L’importanza delle combinazioni vaccinali in pediatria e del vaccino anti-Papillomavirus, promosso dal Master di I livello “La Scienza nella Pratica Giornalistica” (SGP) della Sapienza Università di Roma con il supporto non condizionante di MSD.
Dopo le notizie cattive, arrivano quelle buone: la prima, riguarda il Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale 2017-2019 (PNPV), pubblicato in Gazzetta ufficiale il 18 febbraio 2017. Il PNPV per la prima volta inserisce nei LEA (Livelli Essenziali di Assistenza), ovvero come diritto di tutti i cittadini italiani il nuovo calendario vaccinale che:
• introduce nuove vaccinazioni: meningococco B, rotavirus e varicella nei nuovi nati; HPV nei maschi undicenni; Meningococco tetravalente ACWY135 e richiamo antipolio con IPV negli adolescenti; pneumococco e Zoster nei sessantacinquenni;
• definisce gli obiettivi di copertura vaccinale per ogni vaccinazione;
• identifica l’età alla quale vaccinare la popolazione in gratuità;
• richiede alle Regioni di introdurre l’anagrafe vaccinale informatizzata e di effettuare la chiamata attiva (la lettera di invito alla popolazione) per tutte le vaccinazioni inserite nel calendario.
La seconda novità è il decreto legge 73 del 7 giugno 2017, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale, che prevede l’obbligo per l’iscrizione a scuola nella fascia 0-6 anni, di 12 vaccinazioni, gratuite e obbligatorie a partire da settembre 2017 per i nati nel 2017: antidifterica, antitetanica, antipoliomielitica, anti-epatite B, anti-pertosse, anti-meningococco B, anti-meningococco C, antimorbillo, anti-rosolia, anti-parotite, anti-varicella e anti-Haemophilus influenzae. Queste vaccinazioni sono da somministrare secondo il Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale 2017- 2019 attraverso i vaccini combinati esavalente e MPR/V-MPRV e due vaccini anti-Meningo B e anti-Meningo C.
Le combinazioni vaccinali sono oggetto di una seria programmazione e di approfondite ricerche scientifiche. I numerosissimi studi clinici su ampi numeri dimostrano con estrema chiarezza che la somministrazione contemporanea di più antigeni presenti nei vaccini combinati, immessi in commercio dopo accurati studi biomedici, offre una protezione efficace pari a quella dei vaccini somministrati singolarmente, non indebolisce né sovraccarica il sistema immunitario dei piccoli e offre molti altri vantaggi tra cui una migliore compliance della famiglia, minore trauma per il bambino, una vaccinazione più tempestiva e minori accessi al centro vaccinale.
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SANITA': IDI, MARTEDI OPEN-DAY ESAMI SCLERODERMIA : Il 27 GIUGNO CONTROLLI GRATUITI PER GIORNATA MONDIALE
L'Istituto Dermopatico dell'Immacolata aderisce alla Giornata Mondiale della sclerodermia, promossa da FESCA (Federation of European Scleroderma Associations) e in Italia dalle Associazioni dei pazienti As.Ma.Ra Onlus, Gils Onlus, Ails Onlus, Apmar Onlus, che da anni operano in prima linea per sostenere chi viene colpito dalla patologia, ma anche per campagne di sensibilizzazione più che mai importanti vista la tipologia rara della malattia.
Martedì 27, dalle ore 8 alle 14, nella sede di via dei Monti di Creta, 104 a Roma, l'Idi metterà a disposizione, attraverso appuntamento telefonico (06.66464094), i medici specialisti e le strutture diagnostiche dell'ospedale per esami di capillaroscopia, controlli dermatologici per sclerodermia e consulenze di chirurgia plastica.
"Un piccolo, ma importante contributo – dichiara Annarita Panebianco, Direttore Sanitario dell'IDI, che l'Istituto vuole fornire alla lotta contro una malattia che colpisce prevalentemente soggetti di sesso femminile. L'adeguato inquadramento clinico dei primi sintomi della malattia come i disturbi circolatori periferici ( fenomeno di Raynaud ) e l'indurimento cutaneo, consentono una diagnosi precoce attraverso la quale è possibile instaurare trattamenti terapeutici che consentono di rallentare o modulare gli effetti evolutivi della malattia."
Ocaliva® (acido obeticolico) di Intercept vince il Premio Galeno Italia 2017 nella categoria "Farmaco di sintesi chimica"
Intercept Pharmaceuticals, un'azienda biofarmaceutica incentrata sullo sviluppo e la commercializzazione di nuove terapie per il trattamento di malattie epatiche progressive non virali, ha annunciato oggi che Ocaliva® (acido obeticolico) ha ricevuto il Premio Galeno Italia 2017 nella categoria "Farmaco di sintesi chimica".
Il Premio Galeno Italia è uno dei riconoscimenti più importanti nell'industria italiana nell'ambito "life sciences" e questo premio riflette l'innovazione che Ocaliva® rappresenta come nuovo trattamento per la colangite biliare primitiva (CBP). La CBP è una rara malattia autoimmune del fegato che, se non trattata, può progredire in fibrosi, cirrosi, insufficienza epatica e decesso, a meno che il paziente non riceva un trapianto di fegato.
Per quasi vent'anni l'acido ursodesossicolico (UDCA) è stato l'unico trattamento approvato per la CBP; tuttavia, parte dei pazienti non risponde adeguatamente o è intollerante all'UDCA. Ocaliva®, che è un agonista del recettore farnesoide X (FXR), è indicato per rispondere alle esigenze di pazienti con bisogni terapeutici non soddisfatti.
Il Comitato Scientifico che ha assegnato il premio ha affermato che Ocaliva® è "molto innovativo, sia dal punto di vista dei pazienti che da quello della terapia" e ha osservato che il meccanismo d'azione è diverso e complementare a quello dell'UDCA, permettendo a Ocaliva® di modulare in modo più diretto ed efficace i meccanismi molecolari e cellulari che sono alla base della malattia.
La storia di Ocaliva® è iniziata in Italia. Il professor Roberto Pellicciari e un gruppo di ricercatori dell'Università di Perugia negli anni '90 hanno intrapreso la ricerca nel campo della chimica degli acidi biliari, che ha portato alla scoperta dell'acido obeticolico. Il professor Pellicciari ha contribuito a fondare Intercept nel 2002, per promuovere l'acido obeticolico e scoprire altre molecole con una continua collaborazione che ha sostenuto l'innovazione riconosciuta oggi.
Nel maggio 2016, l'americana Food and Drug Administration ha concesso ad Ocaliva® l'approvazione accelerata per il trattamento della CBP in combinazione con UDCA negli adulti con una risposta inadeguata a UDCA o come monoterapia negli adulti incapaci di tollerare l'UDCA. Questo è stato seguito nel dicembre 2016 dall'autorizzazione all'immissione in commercio condizionata nell'Unione Europea e dall'approvazione condizionata in Canada nel maggio 2017 per la stessa indicazione.
«Siamo onorati per il riconoscimento di Ocaliva® con il Premio Galeno Italia 2017 nella categoria "Farmaco di sintesi chimica"», ha dichiarato Lisa Bright, Presidente di Intercept International. «Questo è particolarmente significativo per noi, perché la scoperta di Ocaliva® è avvenuta in Italia. Vorremmo cogliere l'occasione per ringraziare i ricercatori scientifici e clinici, e naturalmente i membri della comunità CBP per la loro costante collaborazione e sostegno negli anni, che hanno portato con successo Ocaliva® dal laboratorio al letto del paziente».
«È una grande soddisfazione ricevere questo Premio, perché l'Italia ha avuto un ruolo fondamentale nella storia della società, sin dalla sua fondazione», ha affermato Barbara Marini, General Manager ed Amministratore Delegato di Intercept Italia. «Nel nostro Paese è in via di completamento il processo di rimborsabilità di Ocaliva®, e mi auguro che la terapia possa essere disponibile, in modo omogeneo ed in tempi rapidi, su tutto il territorio nazionale, affinché i pazienti con CBP possano accedere al trattamento e trarre beneficio da questo farmaco innovativo».
A proposito della Colangite Biliare Primitiva
La colangite biliare primaria (CBP) è una rara malattia epatica colestatica autoimmune che mette i pazienti a rischio di complicanze pericolose per la vita. La CBP è principalmente una malattia femminile, che colpisce circa una donna su 1.000 di età superiore ai 40 anni. Se non trattata, la sopravvivenza dei pazienti CBP è significativamente peggiore rispetto alla popolazione generale.
A proposito del Premio Galeno Italia
Nel 2017 il Premio Galeno celebra i 25 anni in Italia. Springer è il partner ufficiale del Premio Galeno Italia dal 2012. Il Premio Galeno include due premi: il Premio per la Ricerca Clinica o Sperimentale e il Premio per l'Innovazione del Farmaco. Il Premio per l'Innovazione del Farmaco è assegnato ad una società che ha sviluppato un farmaco approvato dall'Agenzia Europea dei Medicinali (EMA) o dall'Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) non prima del 2013 (ad eccezione del Premio "Speciale 25º anniversario"). L'edizione 2017 del Premio Galeno Italia per l'Innovazione del Farmaco comprende le seguenti categorie:
1) Premio Farmaco di sintesi chimica
2) Premio Farmaco biologico
3) Premio Farmaco immunologico
4) Premio Farmaco orfano
5) Premio Real World Evidence (RWE) – Speciale 25° anniversario
Informazioni su Ocaliva® (acido obeticolico)
Ocaliva® (acido obeticolico) è un agonista del recettore farnesoide X (FXR), un recettore nucleare espresso nel fegato e nell'intestino. FXR è un regolatore chiave delle vie infiammatorie, fibrotiche, metaboliche e degli acidi biliari. Dove approvato, Ocaliva® è indicato per il trattamento della colangite biliare primitiva (CBP) in combinazione con acido ursodesossicolico (UDCA) negli adulti con una risposta inadeguata a UDCA o come monoterapia negli adulti incapaci di tollerare UDCA.
Nel maggio 2016, l'americana Food and Drug Administration ha concesso a Ocaliva® l'approvazione accelerata per il trattamento della CBP. Nel dicembre 2016, Ocaliva® ha ricevuto dall'Autorità Europea dei Medicinali un'autorizzazione all'immissione in commercio condizionata nell'Unione Europea. Nel maggio 2017, a Ocaliva® è stata rilasciata un'autorizzazione all'immissione in commercio condizionata in Canada, in attesa dei risultati dei trials per verificarne il beneficio clinico.
RICERCATORI PRECARI SENZA CONTRATTO: A RISCHIO LA RICERCA SANITARIA PUBBLICA
Il 20 giugno manifestazioni in tutti gli IRCCS pubblici italiani.
Martedì 20 giugno i ricercatori precari che lavorano negli Istituti di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico (IRCCS) pubblici si mobiliteranno con iniziative locali in ciascun Istituto per sensibilizzare l'opinione pubblica sulla paradossale mancanza di soluzioni contrattuali che permetta loro di continuare a lavorare e garantire continuità alla ricerca sanitaria in Italia.
I ricercatori precari, riuniti in un coordinamento nazionale, chiedono che il problema venga risolto una volta per tutte attraverso un piano programmatico nazionale che preveda la loro stabilizzazione nei ruoli sanitari, e lo stanziamento di fondi adeguati per renderlo sostenibile.
Negli ultimi 20 anni, infatti, la ricerca sanitaria pubblica si è avvalsa ampiamente di queste figure altamente specializzate che hanno contribuito in maniera significativa alle eccellenze raggiunte dagli IRCCS. Eccellenze raggiunte, purtroppo, attraverso il ricorso comodo, conveniente e indiscriminato a forme contrattuali atipiche come co.co.co., co.co.pro., partite IVA e borse di studio. In questo modo si è creata una condizione di precariato che negli anni è diventata strutturale. Sia per i lavoratori che per la ricerca stessa.
Se il Jobs Act già nel 2015 ha eliminato la possibilità di ricorrere a queste forme contrattuali atipiche, il Testo Unico sul Pubblico Impiego approvato di recente prevede un piano di stabilizzazione dei precari della Pubblica Amministrazione che però esclude in larga parte i precari della ricerca sanitaria.
Il nodo della precarietà strutturale della ricerca sanitaria è venuto al pettine: a fine anno i 3500 ricercatori precari che costituiscono la maggioranza del personale impiegato nella ricerca sanitaria pubblica resteranno senza lavoro. Assieme a loro se ne andrà la possibilità di sostenere una ricerca pubblica indipendente e l'eccellenza di cure e servizi degli IRCCS in cui lavorano per la ricerca, la prevenzione, la diagnosi e la terapia di malattie gravi, complesse e rare.
Le timide proposte emerse fino ad oggi sono insoddisfacenti, perché non danno soluzioni ma rimandano il problema al futuro.
Ora basta! La ricerca fatta negli IRCCS pubblici è, ed è prioritario che rimanga, una risorsa per tutti i cittadini. E può esserlo solamente attraverso la valorizzazione di coloro che ci lavorano.
APPROFONDIMENTO: CHI SONO I PRECARI DELLA RICERCA SANITARIA E QUALI SONO GLI IRCCS COINVOLTI
I precari della ricerca sanitaria sono tutte le figure professionali che vengono impiegate con contratti atipici all’interno degli IRCCS e degli Istituti Zooprofilattici (IZS). Questi istituti fanno capo al Ministero della Salute, a differenza degli altri centri di ricerca e delle università che fanno capo al Ministero dell’Università e della Ricerca. Sono per la maggior parte figure sanitarie: biologi, biotecnologi, chimici, chimici-tecnologi del farmaco, fisici, medici, psicologi, farmacisti. A queste si affiancano numerose altre figure tecniche e amministrative quali ingegneri, statistici, documentalisti, amministrativi, study coordinator, tecnici e infermieri della ricerca. Sono tutte figure altamente specializzate nel loro campo, che hanno conseguito Dottorati di Ricerca e/o Specialità, spesso con importanti esperienze lavorative all’estero.
La ricerca che viene condotta dai precari in questi istituti è ad ampio spettro: dalla comprensione del funzionamento delle malattie allo studio di nuovi approcci terapeutici, allo sviluppo di nuovi farmaci ma anche di percorsi assistenziali e comunicativi sempre più efficienti.
I precari, oltre a garantire la continuità della ricerca e dei servizi, sono anche in grado di incidere sulla sostenibilità finanziaria degli istituti che li ospitano. Spesso le loro ricerche condotte sono autofinanziate, perché le loro idee innovative sono in grado di attirare fondi provenienti da Enti, Associazioni di pazienti, Fondazioni private, fondi 5x1000 e dalla volontaria contribuzione dei cittadini.
Elenco degli Istituti a rischio (in ordine alfabetico, fonte Ministero della Salute):
● Azienda ospedaliera universitaria San Martino - IST - Istituto nazionale per la ricerca sul cancro - Genova
● CRO - Centro di Riferimento Oncologico - Aviano (PN)
● CROB Centro di riferimento oncologico della Basilicata - Rionero in Vulture (PZ)
● Ente Ospedaliero specializzato in gastroenterologia Saverio De Bellis - Castellana Grotte (BA)
● Fondazione Ca' Granda – Ospedale Maggiore Policlinico - Milano
● Fondazione IRCCS Istituto Nazionale per lo studio e la cura dei tumori - Milano
● Fondazione Istituto Neurologico Carlo Besta - Milano
● Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo - Pavia
● IRCCS Centro Neurolesi Bonino Pulejo - Messina
● Istituti fisioterapici ospitalieri - Istituto Dermatologico Santa Maria e San Gallicano - Roma
● Istituti fisioterapici ospitalieri - Istituto Regina Elena
● Istituto delle Scienze Neurologiche - Bologna
● Istituto Giannina Gaslini - Genova
● Istituto in tecnologie avanzate e modelli assistenziali in oncologia - Reggio Emilia
● Istituto Nazionale di Riposo e Cura per Anziani - Ancona
● Istituto nazionale tumori Fondazione Giovanni Pascale - Napoli
● Istituto Oncologico Veneto - Padova
● Istituto Ortopedico Rizzoli - Bologna
● Istituto Nazionale per le Malattie Infettive Lazzaro Spallanzani - Roma
● Istituto tumori Giovanni Paolo II - Bari
● Ospedale infantile Burlo Garofolo - Trieste
A questo elenco si aggiungono i 10 IZS pubblici presenti nel territorio nazionale.
Comunicato stampa del
Coordinamento Nazionale Precari della Ricerca Sanitaria
Un liceo romano vincitore della campagna di comunicazione su contraccezione e contraccezione d'emergenza
Si è svolta a Roma, presso il Centro Congressi Spagna, la presentazione dei progetti di comunicazione originale proposti dal format InformiAmici e dagli studenti del quarto anno dei licei artistici di tutta Italia. Tema era la contraccezione e contraccezione d'emergenza, argomento prescelto tra quelli proposti (gli altri erano cyberbullismo ed educazione ai sentimenti) nell'80% delle campagne esibite, poiché di estrema attualità, vista la crescita nei licei del fenomeno di gravidanze indesiderate.
In un momento in cui anche il Ministro Lorenzin ha sottolineato la necessità di informare i ragazzi sui rimedi anticoncezionali di emergenza e di sviluppare, nelle donne di qualsiasi età "un migliore livello di consapevolezza in merito a scelte così intime e importanti per la propria vita" asserendo che sono diminuiti gli aborti proprio grazie ad un uso cosciente dei contraccettivi anche, quelli d'emergenza, grande attenzione è stata rivolta dagli stessi studenti in concorso alla nuova pillola del giorno dopo, quella a base di ulipristal acetato (ellaOne). Un dato significativo, dopo che l'OMS ha dichiarato che l'efficacia della vecchia, a base di levonorgestrel oscilla tra il 52% e il 94% (un rischio considerevole di insuccesso), mentre la nuova ha un'efficacia del 98% entro le prime 24 ore.
Questa particolare attenzione non deve stupire se si pensa che quando si è così giovani, generalmente non si desidera una gravidanza: la contraccezione d'emergenza rappresenta, in tale ambito, quell'ancora di salvezza indispensabile nel momento in cui si immagina che il metodo contraccettivo usato abbia fallito, quando lo si è usato male o quando addirittura si è deciso di sfidare il destino non usandolo proprio.
Da un paio d'anni, per facilitare l'acquisto del contraccettivo d'emergenza, la legge consente alle maggiorenni di procurarsi sia la nuova pillola del giorno dopo che la vecchia direttamente in farmacia e parafarmacia senza ricetta medica (l'obbligo di ricetta è invece rimasto solo per le minorenni).
Il progetto vincitore dell'iniziativa InformiAmici, ovvero il progetto che ha ricevuto il maggior numero di "like", è "Il Lattice che ci piace" di Chiara Caponera Nicole Castellano Federico Natalucci Vittoria Pellegrini del Liceo Caravaggio di Roma, coordinato per questa attività dalla prof.ssa Liza Chimenti.
Questo progetto racconta, con una serie di vignette effetto striscia e montate a poster, la curiosa vicenda dell'omino e la donnina che indicano il bagno degli uomini e quello delle donne. L'omino si innamora della donnina, ma lei rifiuta di cedere alle sue avance, fino a che lui si presenterà con il preservativo. Ma poiché i preservativi talvolta si rompono o si sfilano, il gruppo ci ricorda che esiste la pillola del giorno dopo.
Ai premiati, alla presenza del Prof. Emilio Arisi presidente SMIC (Società Medica Italiana per la Contraccezione) e della curatrice dell'iniziativa dott.ssa Maria Luisa Barbarulo, è stata conferita una borsa di studio del valore di €5.000.
Visto il successo dell'iniziativa, a settembre si ripartirà nuovamente con una nuova edizione, sempre in collaborazione con i licei Caravaggio e Rossellini di Roma e Boccioni di Milano, e rivolta ugualmente a tutti gli altri licei artistici presenti sul territorio nazionale.
Info sul sito internet informiamici.it
Istituto Nazionale Tumori Regina Elena di Roma ha presentato oggi studio AMENO L' "IO" ATTRAVERSO L'ALTRO: AL VIA CARTELLA NARRATIVA DIGITALE COME INTEGRAZIONE ALLA CARTELLA CLINICA ONCOLOGICA.
Una piattaforma a disposizione di clinici e pazienti per validare l'utilità della narrazione
Il paziente scrive quando si sente, quando riesce. Il medico legge il testo e lo condivide con l'intero team e con il paziente durante i controlli. I risultati tra 3 mesi
Se avessi creduto, Io non sono il cancro, Rinascita, Il mio sguardo, Una storia dall'apparenza semplice, Sudore di ghiaccio. Già dai titoli si capisce che il Quaderno dei Racconti 2015 dal progetto "Raccontami di Te", di pazienti, familiari e operatori sanitari del Regina Elena, regala emozioni, coinvolge, stimola l'animo, ed è "la chiave che apre la serratura di una medicina personalizzata". Infatti il libro nasce da un progetto di medicina narrativa che sta evolvendo in comunicazione digitale, grazie a una piattaforma interamente realizzata per l'applicazione della medicina narrativa nella pratica clinica. L'Oncologia Medica 1 dell'Istituto Regina Elena di Roma è la prima realtà in Italia che utilizza la cartella narrativa digitale come integrazione alla cartella clinica di pazienti affetti da neoplasia in trattamento chemioterapico.
L'uso della comunicazione digitale consente al medico e all'assistito di scegliere i tempi della scrittura e dell'ascolto. Il paziente scrive quando si sente, quando riesce, quando ha un bisogno. Il medico legge e condivide con l'intero team curante osservazioni e feedback. L'obiettivo ultimo è l'acquisizione di elementi narrativi del paziente che il medico durante la regolare attività assistenziale utilizzerà, integrandoli con i dati clinici, per personalizzare il percorso diagnostico- terapeutico.
"Si tratta di uno studio pilota – dichiara Gennaro Ciliberto, Direttore Scientifico IRE - il cui obiettivo è quello di valutare la fattibilità e la utilità dello strumento dal punto di vista del medico e dell'assistito. E' previsto l'inserimento di un piccolo gruppo di pazienti ed i risultati preliminari saranno disponibili fra tre mesi."
"E' un modo diverso di recuperare il dialogo e i tempi della cura – sottolinea Francesco Ripa Di Meana, Direttore Generale IFO - per realizzare una assistenza personalizzata. Valorizzare la narrazione facilita la relazione tra operatore sanitario e paziente e tra gli stessi operatori. La tecnologia a supporto della centralità della persona potrebbe rappresentare una opportunità unica. Il tema è interessante e in base ai risultati che osserveremo sarò felice di sostenerne gli sviluppi."
Oggi all'Istituto Tumori Regina Elena sono stati presentati i risultati dello studio osservazionale basato sulla raccolta, analisi e condivisione delle narrazioni e si è parlato dell'avvio del progetto AMENO, cartella digitale narrativa. La lettura di passi del Quaderno dei Racconti 2015, distribuito ai presenti ha chiuso l'evento.
L'ambito oncologico rappresenta un setting ottimale per il potenziamento della comunicazione e relazione di cura, tuttavia tali strumenti risultano essere ancora pressoché inesplorati. "La narrazione – evidenzia Maria Cecilia Cercato, epidemiologo e oncologo IRE, responsabile del progetto - offre la possibilità di esaminare elementi correlati con l'aderenza al trattamento, spesso condizionata da motivazioni strettamente personali, legate al vissuto ed al contesto individuale, che non risultano emergere facilmente durante la modalità tradizionale di colloquio medico-paziente".
Quando si parla di medicina narrativa si pensa subito ad una relazione medico paziente caratterizzata da maggiore vicinanza e attenzione. E spesso si tende ad associare questi aspetti ad una relazione faccia a faccia. La diffusione delle tecnologie digitali di conversazione, soprattutto nella salute, mostra come la narrazione mediata da un computer o uno smartphone possa essere ugualmente efficace ed empatica. Il medico non sempre, e per mille fattori, riesce ad ascoltare e gestire i vissuti emotivi e i bisogni della persona malata. Nella maggior parte dei casi non ha tempo reale per questo tipo di ascolto. A sua volta il paziente, nel corso della visita, tende a non ricordare con chiarezza, è confuso, talvolta in soggezione, vorrebbe fare tante domande ma non ne ricorda una.
"Digital Narrative Medicine (DNM) – spiega Cristina Cenci, Antropologa, creatrice della piattaforma digitale e socia fondatrice del Center for Digital Health Humanities e della Digital Narrative Medicine - è un diario digitale, uno strumento web e mobile, che il team terapeutico offre al paziente per raccontare la sua storia. Il sistema non prevede una chat o un dialogo tra curante e paziente, ma un percorso guidato da stimoli narrativi, pensati dai medici su bisogni di specifiche patologie o percorsi di cura. Il paziente potrà raccogliere l'invito del medico e rispondere allo stimolo narrativo oppure scrivere spontaneamente. In tal modo il paziente potrà raccontare più agevolmente la sua storia ed evidenziare le proprie esigenze, costruendo un percorso narrativo utile alla diagnosi e alla terapia."
Fondazione Luigi Maria Monti Istituto Dermopatico dell'Immacolata - Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico
XVI Giornata del Sollievo – Garavaglia: "La medicina palliativa un diritto per il cittadino, una prestazione doverosa da parte del SSN"
Domenica 28 maggio 2017 visite gratuite all'IDI
L'Istituto Dermopatico dell'Immacolata, attraverso il suo Centro di Terapia del Dolore, pone al servizio dei pazienti terapie e tecniche avanzate per alleviarne la sofferenza e migliorare la qualità di vita.
Divinum opus est sedare dolorem recita un frammento attribuito ad Ippocrate che ci indica come la scienza medica, da sempre, abbia individuato nella sedazione del dolore uno dei suoi più alti obiettivi.
In continuità con questa mission afferma Il Dott. Dott. Antonio Clemente, Responsabile del Centro di Terapia del Dolore IDI, aderiamo alla XVI Giornata Nazionale del Sollievo, istituita nel 2001 dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, allo scopo di "promuovere e testimoniare, attraverso idonea informazione, la cultura del sollievo dalla sofferenza fisica e morale...".
Domenica 28 Maggio, dalle ore 9 alle ore 13 (numero Info - 377.7731546) un terapista del dolore sarà a disposizione presso l'Idi, Via dei Monti di Creta 104, per offrire visite ambulatoriali gratuite e ad accesso libero.
"La medicina palliativa è già affermata nel nostro Paese, ricorda Mariapia Garavaglia, il vero sollievo viene portato, quotidianamente, dalla competenza generosa degli operatori.
E' un settore questo – prosegue la Presidente IDI - nel quale deve essere potenziata la ricerca e divulgata molta informazione. Agli operatori si chiede un continuo aggiornamento perché più si sa, più si riconosce la debolezza e la dignità dei pazienti. Il sollievo è un diritto per il cittadino ed è una prestazione doverosa da parte del Sistema Nazionale.
Dal progetto di divulgazione al Diario Digitale
"RACCONTAMI DI TE": 2°APPUNTAMENTO DI MEDICINA NARRATIVA
Ascolto, osservazione, riflessione, condivisione tra operatori sanitari, pazienti e familiari, questi i punti cardine della Medicina Narrativa, nuovo approccio clinico assistenziale basato sul "raccontare di sé" per superare schemi e barriere che limitano la comunicazione e migliorare così la relazione di cura. Agli IFO il progetto "Raccontami di te" è nato nel 2015 ed è stato promosso dall'Oncologia Medica 1 dell'Istituto Regina Elena, con la finalità di introdurre la conoscenza e l'applicazione della Medicina Narrativa in Oncologia.
Evoluzione delle conoscenze ed esperienze di applicazione nella pratica clinica della medicina basata sulla narrazione saranno i temi discussi al 2° incontro.
Ti aspettiamo il 31 Maggio alle ore 14:00 presso il Centro Congressi Multimediale IFO.
Introducono ai lavori Francesco Ripa di Meana, Direttore Generale IFO, Gennaro Ciliberto, Direttore Scientifico IRE e Francesco Cognetti, Direttore dell'Oncologia Medica 1. Illustrerà lo stato dell'arte e i risultati Maria Cecilia Cercato, oncologa ed epidemiologa IRE e Responsabile del Progetto. Cristina Cenci, antropologa presenterà il primo diario digitale (DNM).
Al termine dell'incontro saranno distribuite copie del "Quaderno dei racconti del 2015".
Sabato 20 Maggio 2017 dalle 10.00 alle 18.00 ai Campi 7 e 8 Foro Italico – Roma
SALUTE, SOLIDARIETA’ E SPORT
CHECK UP GRATUITI CON I MEDICI DEL POLICLINICO GEMELLI A «TENNIS & FRIENDS»
Al Foro Italico l’evento dedicato alle diagnosi precoci
Con il Patrocinio del Ministero della Salute, Regione Lazio, Comune di Roma, CONI e FIT
Si rinnova l’appuntamento agli Internazionali BNL d’Italia con TENNIS & FRIENDS Master Special Edition, evento che unisce salute e sport dedicato alla prevenzione gratuita, in collaborazione con la Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli di Roma, la Federazione Italiana Tennis e il Coni. Patrocinato dal Ministero della Salute, Regione Lazio e Comune di Roma, l’evento dedicato alla diagnosi precoce si terrà dalle 10 alle 18 al Foro Italico, in concomitanza con il Torneo Tennis e Paddle Celebrity.
Il pubblico presente potrà sottoporsi a check-up gratuiti per la prevenzione di patologie gastroenteriche, il controllo della pressione arteriosa e riceverà indicazioni per una sana alimentazione, grazie ad un team di medici specialisti del Policlinico Gemelli: prof. Antonio Gasbarrini (Direttore Area Gastroenterologia); prof. Marco Mettimano (Responsabile del Centro di ipertensione arteriosa); prof. Giacinto Miggiano (Direttore dell'Unità Operativa Complessa di Dietetica; Direttore Centro Nutrizione Umana della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell'Università Cattolica) e il prof. Antonio Spataro (Responsabile della Medicina dello Sport del CONI) coordinati dal Dott. Giorgio Meneschincheri (Direttore Medico delle Relazioni esterne della Fondazione Policlinico A. Gemelli e specialista in Medicina preventiva) ideatore dell’evento. I medici saranno a disposizione in un’area di prevenzione appositamente allestita per l’intera giornata.
TENNIS & FRIENDS Master Special Edition anticipa il tradizionale appuntamento di due giornate ad ottobre – arriverà quest’anno alla sua settima edizione – che lo scorso autunno ha registrato 20.000 visitatori, oltre 6.700 check up gratuiti e la presenza di più di 100 testimonial.
«È importante la presenza del ministero della Salute alla manifestazione dedicata alla diagnosi precoce promossa dal Policlinico Gemelli – afferma il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin -. È in luoghi come questo che le persone si avvicinano al tema della prevenzione. Tennis& Friends è una iniziativa che ogni anno riscuote sempre più successo e la partecipazione di migliaia di persone ne è la conferma. Negli stand si potranno avere informazioni utili su come mantenersi in salute e fare sana informazione, di cui c’è sempre più bisogno”.
«La prevenzione è un pilastro della tutela della salute pubblica - dichiara la sindaca di Roma, Virginia Raggi - e questa amministrazione tiene molto al benessere dei cittadini e dei tanti turisti che attraversano la Capitale. Tennis & Friends gode del nostro patrocinio proprio perché punta a sensibilizzare il grande pubblico ad avere un'attenzione maggiore alla propria salute. È un'occasione per adulti e bambini di sottoporsi a un check-up gratuito mentre si assiste alle partite dei personaggi noti dello spettacolo, dello sport e dell’imprenditoria. Un modo innovativo e divertente per prendersi cura di se stessi. Ringrazio tutta l'équipe dei medici specialisti del Policlinico Gemelli che dedicheranno il loro tempo a questa bellissima e importante iniziativa per Roma».
«Lo sport è fondamentale per la prevenzione – aggiunge il presidente del Coni, Giovanni Malagò -. Qualsiasi persona di buon senso sostiene che la pratica sportiva, anche modesta, aiuta a migliorare la qualità della vita. Tennis & Friends è una importante manifestazione in favore della diagnosi precoce, che cresce anno dopo anno. Siamo felici di vedere al Foro Italico tanti testimonial, tra cui atleti di ieri e di oggi, scendere in campo per sostenere una causa così nobile. Ma oltre al tennis, anche gli altri sport devono essere veicolo di supporto alla prevenzione».
«Abbiamo creduto a questo progetto sin dalla prima edizione – ricorda Angelo Binaghi, presidente della FIT - e consapevoli dell’importanza di veicolare il messaggio che la prevenzione e la pratica dello sport sono fondamentali per la salvaguardia della salute, siamo lieti di ospitare TENNIS E FRIENDS durante gli Internazionali Bnl d’Italia per i nostri appassionati».
«Siamo particolarmente fieri che anche quest’anno gli specialisti del Policlinico A. Gemelli saranno “sul campo” per promuovere la cultura della prevenzione e per effettuare gratuitamente esami e test nonché fornire consigli medici per le tante persone che partecipano a questo evento di grande richiamo – sottolinea il Direttore Generale del Gemelli Enrico Zampedri -. L’abbinamento sport e salute si sta rivelando negli anni particolarmente riuscito e siamo lieti di avere contributo a far crescere la consapevolezza dell’importanza della prevenzione sanitaria nella popolazione che affolla le strutture sportive del Foro Italico».
«Sostengo con entusiasmo questa iniziativa che avvicina i giovani al mondo dello sport - spiega il Presidente di T&F Nicola Pietrangeli-. Ma da ex tennista non posso non sottolineare l’importanza della ricerca medica per la prevenzione delle malattie. Anche lo sport è una forma di prevenzione e questa manifestazione ce lo ricorda perfettamente. Con i suoi numeri da record. Per questo motivo, il mio sogno è portare Tennis & Friends in tutte le regioni italiane».
A supportare il messaggio sull'importanza di un sano stile di vita, al fianco della madrina Lea Pericoli tanti amici ‘amici’ di TENNIS & FRIENDS: Paolo Bonolis, Rosario Fiorello, Maria De Filippi, Maria Grazia Cucinotta, Nicola Piovani, Giulia Penna, Bruno Vespa, Bobo Vieri, Gianni Rivera, Claudio Amendola, Andrea Lucchetta, Filippo Volandri, Sandrine Testud, Fiona May, Max Biaggi, Potito Starace, Corrado Barazzutti, Dario Marcolin, Roberto Baronio, Stefano Fiore, Carlo Verdone, Renzo Arbore, Renato Zero, Lorella Cuccarini, Milly Carlucci, Edoardo Leo, Al Bano, Paolo Calabresi, Neri Marcorè, Pietro Sermonti, Adriano Giannini, Filippo Nigro, Edoardo Bennato, Noemi, Dolcenera, Luca Barbarossa, Fausto Brizzi, Andrea Sartoretti, Valeria Solarino, Giovanni Veronesi, Amadeus, Max Giusti, Francesco Giorgino, Veronica Maya, Alessandro Haber, Sebastiano Somma, Jimmy Ghione, Massimiliano Ossini, Roberto Ciufoli, Anna Pettinelli, Mara Santangelo, Stefano Meloccaro, Matteo Garrone.
Tra le new entry l’ex centrocampista del Milan Clarence Seedorf che, come tutti gli altri, sfiderà le glorie del tennis di oggi e di ieri.
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Promosso per la prima volta in Italia dalla Beautiful After Breast Cancer Onlus il 6 marzo è LymphAday (Lymphedema Awareness Day) LA GIORNATA MONDIALE DEL LINFEDEMA. Una patologia che colpisce circa 40.000 italiani l’anno: dal 20 al 40% si tratta di pazienti sottoposti a trattamenti oncologici
Delle NUOVE POSSIBILITA’ DI CURA si parlerà al Policlinico Gemelli di Roma, ore 16, in un incontro APERTO AL PUBBLICO
CON I PIU’ IMPORTANTI ESPERTI IN MATERIA E LE PRINCIPALI ASSOCIAZIONI DI PAZIENTI
La chirurgia come forma di risparmio economico per il Sistema Sanitario Nazionale e per il paziente
I risultati dal 2015 ad oggi: su oltre 200 pazienti curati al Gemelli, con la combinazione di trattamenti microchirurgici e fisioterapici, ridotta la circonferenza dell'arto trattato dal 25% al 70%, ridotta l'incidenza di complicanze infettive con un miglioramento dei sintomi e dei segni legati al linfedema.
Anche in Italia quest’anno il 6 marzo sarà il LymphAday (Lymphedema Awareness Day), la Giornata Mondiale del Linfedema: istituita lo scorso anno dal Senato americano, celebrata in tutto il mondo e promossa, qui per la prima volta, dalla Beautiful After Breast Cancer Italia Onlus.
Per l’occasione i massimi esperti in materia e le principali associazioni di pazienti si incontreranno in un evento in collaborazione con il Centro per il Trattamento Chirurgico del Linfedema della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli di Roma, aperto lo scorso anno e diretto dalla Prof.ssa Marzia Salgarello - Direttore UOC Chirurgia Plastica e presidente della BABC: un centro d’avanguardia per il trattamento del linfedema grazie alle competenze microchirurgiche e alla strumentazione di ultima generazione di cui dispone, che offre ai pazienti affetti da questa patologia le nuove tecniche microchirurgiche quali anastomosi linfaticovenulari e trapianto autologo di linfonodi.
Il Linfedema non è una patologia rara. La sua incidenza è purtroppo in crescente aumento, e in Italia si stimano circa 40.000 nuovi casi all’anno. Il Linfedema può insorgere nei pazienti che presentano delle alterazioni del sistema linfatico (Linfedema primario), ma sempre di più – si stima dal 20% al 40% - interessa i pazienti affetti da tumore, soprattutto patologie tumorali in cui si renda necessario intervenire con lo svuotamento dei linfonodi ascellari, inguinali e pelvici come per il tumore della mammella, tumori ginecologici, urologici, melanomi e sarcomi.
L’evento, condotto dalla giornalista Annalisa Manduca e aperto al pubblico, si terrà dalle ore 16 presso la hall del Policlinico con l’obiettivo di accendere un faro sul Linfedema, malattia del sistema linfatico caratterizzata dall’avere braccia o gambe gonfie per la stasi linfatica in modo cronico. Una patologia frequentemente sottovalutata: spesso i pazienti non vengono informati della possibile insorgenza del linfedema e quindi non sono educati in modo appropriato sui possibili trattamenti che, se messi in atto in fase iniziale, risultano essere ancora più efficaci.
Basti pensare che dal 2015 ad oggi presso il Gemelli gli oltre 200 pazienti curati hanno avuto una riduzione della circonferenza dell’arto trattato dal 25% al 70%, con un significativo miglioramento dei sintomi e dei segni legati al linfedema. La microchirurgia inoltre riduce l’incidenza di complicanze infettive, e può costituire un notevole risparmio economico per il Sistema Sanitario Nazionale e per il paziente: una diagnosi e un trattamento precoce infatti, sono più efficaci e riducono le spese legate alla gestione non appropriata di una malattia cronica.
“Questa giornata è l’occasione per ribadire l’importanza della microchirurgia nel trattamento di questi pazienti – spiega la Prof.ssa Marzia Salgarello - di divulgare le possibilità di cura per i pazienti sopravvissuti alla malattia tumorale ma poi affetti dalle conseguenze della terapia chirurgica “salvavita”, quale è l’accumulo di linfa negli arti dopo l’asportazione dei linfonodi. Ed è un piacere per tutti noi, medici e fisioterapisti che lavoriamo per migliorare la qualità di vita dei nostri pazienti con il linfedema, avere l’opportunità di incontrare le associazioni dei pazienti e stabilire nuovi collegamenti e nuove modalità di collaborazione.”
Il 6 marzo si incontreranno al Gemelli personalità mediche di spicco nel trattamento del Linfedema, tra cui i principali fisiatri e fisioterapisti specializzati in materia come il Prof. Sandro Michelini, Presidente International Society of Lymphology (ISL) e Presidente Italian Lymphedema Framework (ITALF), e il Prof. Matteo Bertelli, genetista, fondatore e Presidente dell’Istituto di Genetica no-profit MAGI di Rovereto che illustrerà come la genetica influisca nella comparsa dei linfedemi primari. Insieme alla Prof.ssa Marzia Salgarello, saranno presenti anche l’Ing. Enrico Zampedri, Direttore generale della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli di Roma e il Prof. Giovanni Scambia Direttore del Polo Scienze della salute della Donna e del Bambino. Quindi sarà la volta dei malati, con le testimonianze delle più importanti associazioni dei pazienti come LILL (Lega Italiana Lotta al Linfedema), l’Associazione SOS Linfedema ONLUS, l’Associazione Lotta al Linfedema e l’Associazione Primi Elementi.
Durante la giornata sarà presentato il logo ufficiale del LymphAday, Lymphedema Awareness Day, e sarà proiettato il trailer del cortometraggio intitolato “LymphAday 2018” a cura del regista Antonio Centomani.
Beautiful After Breast Cancer Italia Onlus
In America la Lymphatic Education & Research Network si impegna da circa venti anni su questo tema (lymphaticnetwork.org). In Italia la Beautiful After Breast Cancer Italia Onlus ha tra i suoi obiettivi principali, oltre alla divulgazione dell’importanza della ricostruzione del seno dopo la mastectomia, la diffusione del trattamento del linfedema. Ciò si raggiunge attraverso la sensibilizzazione dei pazienti, degli addetti ai lavori e dei media circa l’importanza della diagnosi e del trattamento precoce di questa patologia, che ha un forte impatto personale e sociale per chi ne è affetto.
(visita il sito di beautifulabc.it)
Sabato 18 febbraio a Roma per la prima volta in Italia, Rudy Simone. Parteciperà al convegno “La scoperta delle Aspergirls®. Valorizzare i punti di forza e gestire i punti di debolezza delle ragazze nello Spettro Autistico”
Sabato 18 febbraio a Roma, in via della Pisana 1111 presso il Centro Ospitalità e Congressi Salesianum, si terrà il convegno Rudy Simone. La scoperta delle Aspergirls. Valorizzare i punti di forza e gestire i punti di debolezza delle ragazze nello Spettro Autistico, organizzato dall’Associazione Spazio Asperger Onlus in occasione della Giornata Mondiale della Sindrome di Asperger. L’evento avrà luogo dalle 8.30 alle 18.30 e presenterà un fitto programma di interventi e di testimonianze personali al cui centro è la straordinaria figura di Rudy Simone, Aspergirl® da anni attivamente impegnata nella divulgazione delle specificità delle donne nello Spettro Autistico, spesso non viste dalla lente diagnostica e per questo private del supporto di cui potrebbero avere bisogno.
Autrice del libro Aspergirls®. Valorizzare le donne con Sindrome di Asperger e condizioni dello Spettro Autistico Lieve, Rudy Simone è autrice di cinque libri riguardanti la Sindrome di Asperger. È inoltre Presidente della International Aspergirl Society, organizzazione creata allo scopo di mettere in rete le donne nello Spettro Autistico allo scopo di valorizzarsi, comprendersi, educarsi e supportarsi a vicenda. Relatrice internazionale di indubbio valore in conferenze su autismo e Sindrome di Asperger tenutesi negli Stati Uniti, in Canada, Australia, Nuova Zelanda, Gran Bretagna, Germania e Francia, promuove vivacemente la self-advocacy e la gestione delle difficoltà legate alla Sindrome di Asperger. In occasione dell’evento del 18 febbraio, Rudy Simone si presenterà per la prima volta al pubblico italiano, offrendo la sua testimonianza di Aspergirl® e la sua competenza di donna, madre e mentore, impegnata nella divulgazione della specificità femminile all’interno dello Spettro Autistico.
Diagnosticate meno frequentemente dei maschi, le donne e le ragazze passano spesso inosservate all’occhio dei clinici esperti di autismo, quando addirittura non ricevono una serie infinita di diagnosi più o meno corrette che però non vanno ad individuare la sostanziale specificità della condizione di partenza. Spesso dotate di abilità camaleontiche, presentano infatti caratteristiche proprie, non riscontrabili nella prevalente letteratura clinica, elaborata a partire dallo studio ed analisi di casi clinici appartenenti al mondo maschile. Le donne nello spettro autistico lieve o Aspergirls®, secondo la definizione di Rudy Simone, esibiscono quindi una declinazione propria delle difficoltà e potenzialità legate alla propria condizione, che, se non supportata coerentemente, può portare all’esplosione di comorbidità cliniche e psichiatriche di notevole rilevanza, quali ad esempio anoressia e depressione.
Come afferma Rudy nell’introduzione al suo libro: “Questa è la croce della Sindrome di Asperger, le nostre difficoltà sono molto reali, ma non sempre ovvie per gli altri. Pertanto il nostro comportamento non viene riconosciuto”.
Per questo è importante imparare a riconoscere le caratteristiche delle Aspergirls®. La giornata del 18 febbraio intende quindi diventare un punto di partenza per approfondire l’argomento, evidenziando come le donne e le ragazze nello Spettro Autistico lieve o caratterizzate da Sindrome di Asperger possano, partendo dal riconoscimento delle proprie difficoltà e potenzialità, trasformarsi in piccole e grandi supereroine del quotidiano: Aspergirls® appunto.
Fortemente voluto dall’Associazione Spazio Asperger Onlus, l’evento prevede interventi sia di divulgazione scientifica sia di testimonianza diretta e personale, con l’intento di promuovere anche nel contesto italiano una cultura del riconoscimento e dell’accettazione delle specificità femminili delle Aspergirls®. Come descritto da Davide Moscone (Presidente dell’Associazione Spazio Asperger Onlus), nell’introduzione al libro di Rudy Simone, le donne “Sono consapevoli di essere diverse, senza conoscerne il motivo, ma sanno che per essere accettate del gruppo devono copiare il comportamento degli altri, finendo per non sapere cosa vogliono, cosa piace loro e chi sono, come fossero sempre su un palcoscenico”. Si tratta quindi di un vero e proprio vuoto identitario che ogni Aspergirl® si ritrova a dover affrontare. Il convegno offrirà quindi uno sguardo completo sulla questione affrontando temi e momenti diversi della vita di molte Aspergirls®: la difficoltà della diagnosi, i punti di forza e di debolezza della condizione, i disturbi alimentari, l’identità, l’amicizia, le relazioni affettive e l’arco della vita, dall’infanzia alla terza età.
Un’occasione unica per incontrare, conoscere e valorizzare le Asergirls®, bambine, ragazze e donne nello Spettro Autistico.
L'Istituto Nazionale per le Malattie Infettive Lazzaro Spallanzani nelle ultime 48 hr ha accolto nei suoi reparti 4 casi di meningite, 2 di sesso maschile e 2 di sesso femminile, tutte sostenute da uno stesso batterio, lo Streptococcus pneumoniae (pneumococco).
Di esse, due sono state sottoposte a intubazione ed assistenza rianimatoria con ventilazione meccanica invasiva già nell'ospedale di provenienza, Anzio e Albano, e sono state trasferite presso la terapia intensiva di questo Istituto. La prognosi è riservata.
La meningite pneumococcica è una malattia infettiva NON contagiosa per cui NON sono necessarie profilassi per impedire la trasmissione dell'infezione ad eventuali contatti. I principali fattori di rischio sono da riconoscere nelle infezioni batteriche del tratto respiratorio superiore come otiti e sinusiti.
Martedì 7 febbraio si è tenuta la conferenza degli "Stati generali sulla meningite", con la presenza del Ministro Beatrice Lorenzin e dei principali specialisti italiani
SIMIT - In arrivo le linee guida per la meningite. Martedì 7 febbraio giornata di studio con il ministro Lorenzin
Terminati gli "Stati generali sulla meningite": la SIMIT, Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali, l'Istituto Superiore di Sanità e il Ministero della Salute fissano i punti principali per le future azioni in fatto di meningite
SIMIT - Meningite, a Roma il lancio delle Linee guida Simit: numeri, studi e vaccini
I casi di meningite meningococcica invasiva che vengono ogni anno segnalati in Italia sono circa 200, senza significative variazioni negli ultimi anni. L’incidenza annuale è quindi compresa tra gli 0,2 e gli 0,3 casi per 100,000 abitanti.
I casi di meningite meningococcica invasiva che vengono ogni anno segnalati in Italia sono circa 200, senza significative variazioni negli ultimi anni. L’incidenza annuale è quindi compresa tra gli 0,2 e gli 0,3 casi per 100,000 abitanti. L’incidenza è maggiore nei bambini al di sotto dell’anno di vita (oltre 4 casi per 100,000 in questa fascia d’età). Più del 50% dei casi sono causati, soprattutto nei bambini piccoli, dal siero gruppo B. Il sierogrouppo C è il secondo più frequentemente implicato. Dal 2015 si è osservato in Toscana un incremento inusuale di casi invasive dovuti a un ceppo appartenente al sierogruppo C e al complesso clonale 11 (cc11), che è caratterizzato da marcata invasività.
LO STUDIO IN TOSCANA - Sono stati coinvolti principalmente adulti e giovani adulti. Un recente studio attuato nella primavera del 2016 in Toscana su oltre 2000 tamponi faringei prelevati in marzo, aprile e maggio del 2016, ha evidenziato, nelle quattro aree interessate dallo studio, una percentuale di carriage compresa tra il 2,3 e il 4,7% nella fascia d’età tra gli 11 e i 19 anni e tra l’1 e il 2,3% nella fascia d’età tra i 20 e i 44 anni. Il meningococco C è stato isolato in solo 4 dei 58 casi positivi (tutti adolescenti), a suggerire che questo sierotipo sia caratterizzato da uno stato di carrier di breve durata.
I VACCINI - I vaccini per il meningococco attualmente disponibili in Italia sono tre: un vaccino monovalente coniugato contro il siero gruppo C, un vaccino tetravalente coniugato anti-A,C,Y,W e un vaccino subcapsulare contro il sierogruppo B. Il piano nazionale di immunizzazione recentemente approvato prevede la vaccinazione per il meningococco B nei bambini entro il primo anno di vita, il vaccino per il meningococco C nei bambini tra i 13 e i 15 mesi, il vaccino tetravalente ACYW negli adolescenti (dagli 11 ai 18 anni) e per chi viaggia all’estero in aree endemiche.
La vaccinazione è inoltre raccomandata per tutte le persone considerate ad aumentato rischio di malattia meningococcica (i portatori di immunodeficienze congenite ed acquisite e di particolari condizioni elencate nel piano). L’efficacia del vaccino monovalente anti meningoccocco C è risultata maggiore del 95% e la durata della protezione è stimata in circa 5-10 anni. I dati disponibili sono però ancora limitati e si ritiene necessario procedure a ulteriori studi sull’argomento. Nel piano vaccinale italiano è raccomandata negli adolescenti fino ai 18 anni una dose di vaccino anti-meningoccico quadrivalente ACYW135, sia che non abbiano mai effettuato, nell’infanzia, la vaccinazione C monovalente o quadrivalente, sia che abbiano già ricevuto una dose di vaccino.
IL NUOVO DOCUMENTO SIMIT - "La rete dei reparti di malattie infettive negli ospedali italiani - dichiara il Prof. Massimo Galli, Vicepresidente SIMIT, Professore Ordinario di Malattie Infettive all'Università di Milano - rappresenta un valido strumento per la cura e la diagnosi delle malattie contagiose e diffusive, per la raccolta di dati sulla diffusione, l’emergenza e la riemergenza delle infezioni e per la trasmissione di informazioni e bune pratiche di prevenzione all’interno degli ospedali ed alla popolazione tutta. Avvertendo la necessità di condividere le strategie di prevenzione, diagnosi e cura della MMI, con riferimento alle linee guida internazionali e ai contributi degli Esperti, la SIMIT, Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali, in collaborazione con la Direzione Generale della Prevenzione del Ministero della Salute, ha promosso la stesura di un position paper contenente le raccomandazioni sui comportamenti da seguire nella gestione di diagnosi e cura di questa malattia e la sintesi dei più recenti dati epidemiologici".
Oltre alla trattazione dei temi precedentemente delineati, la giornata di studio si è proposto di definire i compiti degli infettivologi italiani e le modalità degli interventi che ad essi competono per quanto attiene alla estensione della proposta vaccinali alle popolazioni di pazienti a rischio. SIMIT si propone inoltre di esercitare quanto di sua competenza per facilitare l’applicazione sull’intero territorio nazionale delle indicazioni in merito alla profilassi e alla terapia della malattia meningococcica invasiva.
IL BATTERIO - Il meningococco (Neisseria meningitis) è un batterio commensale obbligato che non ha nessun vantaggio biologico ad assumere un ‘atteggiamento’ aggressivo. La sua strategia consiste nel ‘colonizzare’ la mucosa naso-faringea del suo ospite, che è esclusivamente rappresentato dalla nostra specie diffondendosi da una persona all’altra mediante aerosol di quelle che in termine tecnico si definiscono ‘large droplets’ di secrezioni respiratorie. Circa il 10% delle persone sane può, in ogni momento, essere portatore di N. meningitidis nelle vie respiratorie superiori ed è probabile che ciascuno di noi durante la sua vita ‘ospiti’ N.meningitis almeno per un periodo.
Questo fenomeno è noto come carriage (stato di portatore). I tassi di trasmissione e di carriage aumentano nelle comunità, soprattutto di giovani (caserme, collegi) e nei contatti dei casi di malattia meningococcica. Nei paesi ad alto reddito il carriage è più frequente negli adolescenti e nei giovani (prevalentemente tra gli 11 e i 20 anni) ed è favorito da infezioni respiratorie concomitanti, dal fumo di sigarette, da condizioni di sovraffollamento, dal bacio intimo. La condizione di carrier può prolungarsi per molti mesi, o essere intermittente o transitoria ed induce, entro poche settimane, una risposta anticorpale cui è attribuito un possibile ruolo protettivo. La gran parte dei ceppi isolati dai carrier sono privi di capsula, e quindi non in grado di causare infezioni invasive. Si stima che si possa verificare un caso di malattia meningococcica invasiva ogni mille portatori.
I fattori individuali che determinano la malattia invasiva sono tuttora poco definiti. I meningococchi isolati da pazienti con malattia invasiva (sepsi, meningite) appartengono ad un limitato numero di sierogruppi (prevalentemente A, B, C, Y e W135) e di complessi clonali (cc) iper-virulenti che possono includere sierogruppi diversi. Ad esempio, sia il sierogruppo W che ha causato epidemie nella cosiddetta fascia della meningite in Africa, sia il sierogruppo C, implicato nei casi recentemente osservati in Toscana, appartengono al cc11.
ASPETTATIVE - "La produzione di raccomandazioni sulla gestione clinica e diagnostica, sulla prevenzione di una malattia e sulle indicazione di ambiti di ulteriore ricerca fanno parte dei compiti istituzionali di SIMIT - dichiara il Prof. Massimo Galli - e rappresentano una delle principali ragioni che giustificano l’esistenza stessa di una società scientifica. Riunire i nostri Soci per discutere su questo tema è innanzitutto un segnale di attenzione di chi costituisce una prima linea di assistenza e cura contro questa malattia. Fornire uno strumento che sintetizza le conoscenze più aggiornate sulla malattia invasiva meningococcica significa inoltre offrire agli infettivologi e ai medici di tutta Italia uno strumento di lavoro di facile accesso e consultazione e una guida nella pratica quotidiana.
Il porsi interrogativi (e l’indurre i Colleghi a porseli) serve a proporre soluzioni e ambiti di ricerca per meglio chiarire tutto ciò che non è ancora del tutto definito. L’interrogarci sul nostro ruolo e l’organizzarci per quanto ci compete nel promuovere e prescrivere il vaccino, specie nelle ‘popolazioni speciali ad aumentato rischio’ (come probabilmente potrebbero essere le persone con infezione da HIV), serve a far camminare più rapidamente ed in maniera più efficiente gli interventi indicati dal Piano vaccinale nazionale testè approvato. Certamente, questi sforzi potrebbero essere in gran parte vanificati in assenza di una omogenea e pronta risposta delle regioni nell’ applicazione delle direttive del piano".
Torna il "Pap Test Day - La Linea giusta è prevenire"
Si parte sabato 28 gennaio dall'Ospedale Santo Spirito
Torna anche quest'anno l'appuntamento con il "PAP Test day", iniziativa inserita all'interno della campagna "La linea giusta è prevenire", promossa dalla ASL Roma 1 e dedicata a tutte le donne di età compresa tra i 25 e i 64 anni residenti sul territorio di competenza. L'esame potrà essere effettuato senza prescrizione medica e senza prenotazione. La prima tappa di questo nuovo tour dedicato alla prevenzione sarà sabato 28 gennaio presso l'Ospedale Santo Spirito in Sassia, dove ci si potrà recare dalle ore 8.30 alle ore 12.30, mentre il prossimo, il 4 febbraio, il servizio sarà disponibile nel Consultorio di Primavalle, sempre alla stessa ora. Qui si effettuerà anche il test salivare hiv.
Il Pap-test si esegue ogni tre anni e può essere fatto anche in gravidanza, si esegue quando le mestruazioni sono finite da almeno tre giorni e non ci sono perdite di sangue; è necessario evitare l'uso di ovuli, creme o lavande vaginali nei tre giorni precedenti il prelievo e astenersi da rapporti sessuali nelle 48 ore precedenti il prelievo.
Il "PAP test day" è inserito all'interno del Programma di Screening del tumore al collo dell'utero, una neoplasia che ogni anno causa solo nella Regione Lazio 280 nuovi casi e 100 decessi. Grazie al Pap-test, esame semplice e indolore, è possibile identificare lesioni al collo dell'utero prima che possano diventare tumore.
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