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“Chi impara il tedesco non passa inosservato” soprattutto al Goethe Institut

logo_goethe_institut_1Sulla scia dell'articolo della scorsa settimana, ho pensato di conoscere meglio uno degli istituti culturali più attivi in Italia, il Goethe Institut. Questa volta interessandomi non solo alle manifestazioni culturali, ma anche all'insegnamento vero e proprio della lingua tedesca. Nella bellissima sede di via Savoia mi attendono puntualissime Anna Kroymann, direttrice della sezione "Corsi di Lingua" ed Elisa Costa, responsabile dell'ufficio stampa e delle relazioni con l'esterno. Come prima cosa mi illustrano brevemente i molti corsi di lingua, trimestrali, intensivi e "speciali" offerti dal Goethe Institut, tutti tenuti da insegnanti madrelingua altamente qualificati, sia dal punto di vista linguistico che pedagogico. Dopo aver dato un'occhiata alla tabella degli orari e dei livelli, consultabili sul sito internet dell'istituto, siamo passati alle domande successive.

vocabolariSignora Kroymann, da quanti anni dirige i corsi di lingua al Goethe?
Dirigo questa sezione da un anno, ma abbiamo lavorato molto per avviare alcuni nuovi corsi, come ad esempio quelli di "Consolidamento", ovvero di preparazione all'esame. Naturalmente sono corsi utili anche per chi non ha bisogno di certificazioni, ma sono particolarmente mirati per chi sente la necessità di approfondire le conoscenze acquisite, prima di affrontare la prova finale. 

Sono state introdotte altre novità da quando lei è responsabile?
La novità più consistente è sicuramente l'introduzione di una tipologia di corso già sperimentata con grande successo a Milano, il "Blended Learning". La prima caratteristica è la flessibilità ed è quindi particolarmente indicato per coloro che hanno qualche problema logistico. L'orario in aula è  dimezzato è incentrato integralmente sulla conversazione. Tutto il resto si segue online, ci sono filmati, registrazioni, esercizi interattivi. Questo non significa che lo studente è lasciato a sé stesso, perché l'assistenza dell'insegnante è continua ed anzi maggiore rispetto ad un corso normale. Un aspetto che unisce didattica e divertimento è la conversazione di gruppo in chat. Gli studenti riescono così ad esercitarsi nella scrittura, instaurando spesso rapporti d'amicizia duraturi.

Qual è lo studente tipo a Roma?
La maggior parte degli studenti hanno tra i 25 e i 40 anni, molti sono universitari o giovani lavoratori e gli orari più richiesti sono naturalmente quelli serali ed il sabato mattina.

Seguono tutti per la finalità della certificazione?
Pensavamo che molti seguissero i corsi per ottenere la certificazione valida sul posto di lavoro, ma indagando abbiamo realizzato con grande soddisfazione, che molti lo fanno per puro interesse personale, sono appassionati alla lingua ed alla tedesca e sono quindi molti motivati nell'apprendimento.

Quali porte si aprono, in Italia ed in Europa, a chi studia il tedesco?
Interviene a questo punto la signora Costa – Basti pensare che la Germania è il primo partner commerciale dell'Italia. Oltre il 50% del turismo in Italia proviene da paesi tedeschi. Quindi, soprattutto per i ragazzi che studiano negli istituti turistici, conoscere il tedesco è fondamentale! Inoltre bisogna considerare che in Europa 100 milioni di persone parlano tedesco e le porte non si aprono solo per la Germania, ma anche per la Svizzera e l'Austria.
L'Unione Europea si muove sempre più verso il multilinguismo ed il Goethe Institut è assolutamente a favore di questo processo. Ormai, soprattutto per i giovani europei, che vanno incontro ad un futuro sempre più europeo, è indispensabile conoscere almeno altre due lingue oltre la propria lingua madre. Con questo sosteniamo l'apprendimento di qualsiasi altra lingua europea, ciò che ci preme di più è che venga rispettato il trattato di Lisbona, quindi la parità dei diritti di tutti i cittadini europei e la loro possibilità di accedere al mercato del lavoro.

Negli ultimi anni si è verificato un drastico calo delle iscrizioni ai corsi di tedesco nelle scuole superiori romane. Anche il Goethe ha risentito di questo?
In realtà -spiega la signora Kroymann- noi abbiamo riscontrato addirittura una leggera crescita delle iscrizioni. Ma sosteniamo scuole ed università per combattere questa tendenza. La nostra nuova campagna pubblicitaria "chi impara il tedesco non passa inosservato" dovrebbe proprio invogliare i ragazzi a distinguersi, fare una scelta diversa, non certo per sminuire l'importanza delle altre lingue, ma per sottolineare che, trattandosi di una lingua meno diffusa, il tedesco è molto qualificante.

C'è interazione tra le attività del Goethe e delle scuole?
Certamente -interviene prontamente la signora Costa- il Goethe Institut, grazie al BKD, l'organo che si occupa proprio di mantenere vivo il rapporto, è un punto di riferimento per gli insegnanti italiani per quanto riguarda gli aggiornamenti didattici, ma anche per trovare nuovi spunti che  coinvolgano gli studenti. Proprio per questo organizza spesso workshop e gemellaggi con scuole tedesche e promuove ogni anno un progetto con una tematica particolare. 

germaniaPotrebbe illustrare un progetto in particolare?
Molto importante è il progetto "Scuole:partner del futuro" per il quale il Ministero degli Esteri tedesco ha stanziato 45 milioni di euro. Lo scopo è quello di creare una rete mondiale di scuole in cui si insegna il tedesco per ravvivare l'interesse per la lingua e la cultura tedesca. In Italia diverse scuole fanno già parte di questa rete.

La sezione culturale e quella didattica del Goethe Institut lavorano l'una in funzione dell'altra?
Gli insegnanti di lingua -precisa Anna Kroymann- sono molto attenti nello stimolare l'interesse degli studenti a seguire le attività culturali e spesso, per le ore di conversazione, scelgono delle tematiche abbinate alle manifestazioni in corso. Quest'anno, ad esempio, il tema centrale nei corsi di lingua e soprattutto di letteratura è quello del Muro ed i ragazzi sono invitati a seguire sia i convegni che il cineforum.

A proposito del Muro. I ragazzi hanno la possibilità, anche durante i corsi di lingua, di approfondire questo tema?
Quest'anno il tema Muro sarà appunto centrale in tutti i corsi. Gli studenti dovranno confrontarsi criticamente con i diversi aspetti che hanno portato alla caduta, interrogandosi anche sull'eventuale esistenza di altri muri in altre parti del mondo.

Come si pongono gli insegnanti rispetto la storia e gli effetti che questo avvenimento ha avuto in Europa?
Per quanto riguarda l'approccio al tema Muro -sottolinea Elisa Costa- il Goethe si impegna a dar spazio a tutte le voci, offrendo uno spunto di riflessione critico. Negli ultimi anni, anche grazie ad alcuni successi cinematografici come Goodbye Lenin o Le vite degli altri, è cresciuto molto l'interesse per l'ex Germania dell'est. La scelta di mostrare i film della DEFA, prodotti  nella DDR, è legata alla volontà di mostrare al pubblico una Germania meno nota. Inoltre per noi parlare del muro va ben oltre l'esperienza tedesca. Questa dovrebbe fungere soprattutto da monito per altri muri, non solo fisici, ma anche mentali, creati dalla diffidenza, dalla paura. Un leitmotiv delle celebrazioni è proprio questo: abbattere tutti i muri, non solo quello di Berlino.

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