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Il Foro di Cesare: esempio seguito da altri imperatori

Foro1Come vivevano gli antichi romani? Come trascorrevano le loro giornate? Dove si incontravano per discutere di affari, politica, e di vita sociale?

E' curiosità ma è anche amore per un periodo della nostra storia che ancora ci appartiene per le meraviglie architettoniche che possiamo ammirare e per quel “software” che abbiamo avuto in dotazione e che ci permette di vivere ogni giorno. E' proprio così. Secondo voi, il sistema giuridico, quello stradale, oppure l'architettura, la pittura, la scultura sarebbero gli stessi se non ci fossero stati i romani?

Proviamo a spostare le lancette dell'orologio indietro di oltre 2000 anni e vediamo cosa succede.
Le strade dell'antica Roma sono popolate da gente in continuo movimento. Gente che si sposta da un luogo all'altro, crea rapporti, prende decisioni. Molti di loro si raccolgono in un posto chiamato Foro. In particolare, l'imperatore Giulio Cesare fece realizzare un Foro che portava il suo nome: Foro di Giulio Cesare. Il suo esempio fu poi seguito da altri imperatori: Augusto, Vespasiano, Nerva e Traiano. In poco più di centocinquant'anni furono costruiti cinque Fori. Nacque un “quartiere” dei Fori, quello che oggi chiamiamo Fori Imperiali, ognuno in comunicazione con l'altro occupando tutta l'area che, oggi, va da piazza Venezia in direzione del Colosseo. Ogni Foro aveva i suoi edifici, le sue statue, le sue piazze messi in fila.

Foro2Il Foro di Cesare fu creato su un'area di 160 metri per 75 metri, dove sorgevano una serie di costruzioni private. Il Foro era una piazza di forma rettangolare, al cui centro “svettava” la statua dell'imperatore. Tre lati erano occupati da portici e uno dal tempio dedicato alla Venere Genitrice a cui si accedeva mediante due scale laterali che conducevano alla gradinata centrale del pronao. Il tempio è quello dove fu collocato un cataletto d'avorio ricoperto di porpora e d'oro per esporvi la veste che Cesare indossava al momento dell'assassinio.

Il Foro venne inaugurato il 26 settembre del 46 a.C., in concomitanza al triplice trionfo celebrato da Cesare sulla Gallia, l'Egitto e l'Africa.

Ma cosa resta di questo splendido luogo che oggi potrebbe somigliare molto a una delle grande piazze d'Italia? Resta veramente poco. Dopo gli scavi e le sistemazioni risalenti al 1930, la parte portata alle luce corrisponde più o meno alla metà della superficie originaria. Dall'ingresso che corrisponde al Clivo Argentario, dove è possibile scorgere un doppio pavimento che serviva a isolare dagli ambienti sottostanti, si può vedere anche una scala che scende al livello del portico dove, dopo l'opera di “pulizia” effettuata nell'area compresa tra Campidoglio e Quirinale, si trova la Basilica Argentaria. Sul muro di fondo, tra la doppia fila di colonne che costeggia ad angolo retto la basilica, si trovano incisi numerosi graffiti che in buona parte riproducono versi dell'Eneide e uno la parte iniziale dell'iscrizione sepolcrale di Virgilio.

Foro4Un'opera maestosa quella che l'imperatore costruì e regalò anche se in piccola parte “ai posteri”. I Fori furono molto utilizzati durante tutta l'età romana e “fino al 608, quando venne innalzata una colonna in onore dell'imperatore Foca: fu l'ultimo atto. Poi venne il Medioevo e tutta l'area cominciò lentamente a scomparire sotto la terra e la vegetazione, come un relitto che lentamente sprofonda nel mare. Curiosamente il suo aspetto moderno, una distesa di rovine, non è dovuta tanto alla spoliazione del Medioevo, quanto e soprattutto a quelle del Rinascimento. Nel XVI secolo papa Giulio II diede l'ordine di sfruttare i Fori come cava di marmi e travertini da riutilizzare in tutte le costruzioni che la sua ristrutturazione di Roma richiedeva” (da Una giornata nell'antica Roma, Alberto Angela, 2011)

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