aventino_2

Il passato “a braccetto” del presente tra le vie dell’Aventino

aventino_2“Quanto sei bella Roma quand’e’ er tramonto / quando l’arancio rosseggia / ancora sui sette colli / e le finestre so’ tanti occhi, / che te sembrano dì: quanto sei bella”. Quando ancora le note e le parole di Roma Capoccia di Antonello Venditti scrivono pensieri e ricordi nelle menti, e la bellezza di Roma si staglia all’orizzonte di un popolo che ha vissuto i fasti e le debolezze di tutte le epoche storiche, le immagini si sovrappongono e il tempo, come bandito da una moviola, rallenta e regala spettacoli. Una delle più belle vedute che Roma offre ai turisti e ai romani, con toni vivi e plastificati, è il “Giardino degli Aranci”. Da dove sullo sfondo spicca, nitida e altezzosa, la Cupola di San Pietro e poi i tetti romani di Trastevere che riempiono la distanza con il Vaticano a formare un quadro unico di continuità tra presente e passato. In realtà siamo nell’angolo del più meridionale dei colli romani: l’Aventino.

Il “quartiere” si è sviluppato su due cime, il Grande Aventino incluso nel Rione Ripa a ridosso del Tevere, alto 47 metri sul livello del mare, e il Piccolo Aventino corrispondente al Rione San Saba. Le due cime sono separate da viale dell’Aventino che collega piazza di porta Capena a porta Ostiense.

Secondo la leggenda l’Aventino venne scelto da Remo per edificarvi la città contrapponendosi a Romolo che scelse invece il Palatino e fu qui che Remo vide in sogno i sei avvoltoi.

Aventino1Nel VI secolo a.C., in quest’area, furono deportati gli abitanti di alcune città latine conquistate. E furono proprio loro che andarono a costituire il primo nucleo della Plebe Romana. Nel 456 a.C. con la legge Icilia il colle venne reso di proprietà pubblica ed assegnato alle famiglie plebee che lo abitarono per l’intera epoca repubblicana. In epoca repubblicana ed augusta, il colle, rimase strettamente collegato ai commerci che animavano la vita dei porti fluviali della città.
All’Aventino furono costruiti anche numerosissimi templi: il Tempio di Minerva, il Tempo di Cerere Libero e Libera, il Sacello di Iside e il Tempio di Diana.

Con Augusto il Grande Aventino era popolato dalle abitazioni dei plebei. In epoca imperiale, a seguito dell’espansione di Roma anche verso il porto di Ostia, il colle abbandonò progressivamente la sua popolarità. E solo verso la metà del I secolo d.C., sotto l’imperatore Claudio, iniziò ad essere abitato dalle famiglie aristocratiche patrizie.
In corrispondenza del Tempio di Diana vennero costruite, intorno al 250 d.C,. le Terme Deciane di cui si conservano ancora oggi parte delle fondamenta oltre ad alcuni ambienti con volta a crociera di una villa del II secolo d.C., ancora integri.

Ai tempi del Sacro Romano Impero, intorno all’anno mille, l’Imperatore Ottone III si trasferì a Roma per contrastare il crescente potere papale e realizzò la sua residenza fortificata proprio all’Aventino.

Sul colle più meridionale di Roma si trovano anche Santa Prisca, una delle più antiche chiese romane, oltre ai monasteri di Sant’Alessio e Santa Sabina mentre nelle vicinanze delle Terme di Caracalla vennero edificate Santa Balbina e San Saba.

Nel sottosuolo del colle sono stati trovati a più riprese, nel corso del tempo, importanti resti archeologici riferibili sia al periodo repubblicano che al periodo imperiale.

Gli anni passano, i secoli si scavalcano e si scansano, la storia si scrive ma ogni epoca ha lasciato sulle pendici di questo colle, e sulle costruzioni, i suoi segni e la sua impronta.

Oggi, a rendere diverso l’Aventino dagli altri quartieri romani, oltre alla pulizia ed al fatto che è un luogo denso di storia, concorre anche lo stile architettonico delle case, di pregio, belle, e avide di complimenti; i giardinetti in ogni palazzo che rendono sempre estremamente diverso l’impatto delle abitazioni, ed il fatto che su tutto il colle non esista una sola attività commerciale.

Percorrendo le vie dell’Aventino è facile stabilire a quale periodo appartengono le costruzioni. I numerosi villini residenziali in stile liberty sorti a partire dal lato occidentale verso il Tevere, via via a ricoprire l’intero colle verso porta Ostiense, che non intaccarono i numerosi giardinetti, secondo lo schema della città giardino, sono “venuti su” durante tutto l’ottocento e i primi decenni del secolo scorso.
Fino a giungere al secondo dopoguerra, con la sua edilizia intensiva che riempì Roma di palazzine tutte staticamente identiche, ma fortunatamente, per l’Aventino gli spazi edificabili disponibili all’epoca erano limitati e individuabili verso la parte estrema del colle, da Testaccio e viale Aventino, il che ridusse al minimo la costruzione di edifici nella zona.

aventino2Oggi, l’Aventino si presenta sia come roccaforte di tutte le epoche storiche, di cui ne sono testimonianza, custoditi quasi con sacra gelosia, qua e là, la moltitudine di mura e edifici che l’usura del tempo non è riuscita a scalfire, e sia come uno dei più eleganti quartieri residenziali di Roma, al di fuori del traffico caotico e dove è persino possibile parcheggiare nonostante ci si trovi a poche centinaia di metri dalla Roma Antica.

“Na carrozzella va co’ du’ stranieri, / un robivecchi te chiede un po’ de stracci, / li passeracci so’ usignoli, io ce so’ nato, Roma, / io t’ho scoperta, stamattina. / Oggi me sembra che er tempo se sia fermato qui.” E ora, ancora su queste note, mentre le immagini scorrono davanti agli occhi verdi, antiche, e pulite, sembra proprio che il tempo si sia fermato, e in questo luogo, come in pochi altri quartieri romani, il passato si piega al presente e scandisce la sua magnificenza, intrecciandosi e modellandosi con esso, fino a costruire scenari da sogno. Un sogno da vivere lungo vie dell’Aventino.

About admin

Check Also

Endometriosi: eventi dedicati alla consapevolezza

Endometriosi: A Roma due giorni dedicati alla consapevolezza sulla malattia. L'appuntamento sabato 25 e domenica 26 …

Endometriosi: stand informativo al San Carlo di Nancy

Endometriosi: il 15% delle donne in età fertile ne soffre. A Roma un percorso multidisciplinare …