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Festeggiamenti per l’Unità d’Italia: al Gianicolo restaurata una pagina della storia

bustsGianicolo“Da Palermo a Londra, da Roma a Torino, da Venezia alla Transilvania, nelle carceri inglese e nei boschi della Calabria, tra pittori preraffaelliti e camorristi promossi poliziotti, tra mercanti di carne umana e lord irrequieti, giovani uomini e sognano, combattono e amano. E tradiscono. Ognuno va incontro al suo destino. A qualcuno tocca in sorte una nuova vita […] Eppure, tra battaglie e cospirazione, tra vite leggere e amori complicati, si compone potente e netto il disegno di una stagione e di un ideale che è sempre possibile. E che di nuovo ci attrae, con l'innocenza di una forza giovane che non possiamo dissipare.” E' quanto si legge nella quarta di copertina dell'opera “I traditori” di Giancarlo De Cataldo. Opera che fa del “ Risorgimento un racconto del nostro presente”.

Così come i festeggiamenti per celebrare il 150° anniversario dell'Unità d'Italia sono finalmente diventati traccia tangibile e visibile degli italiani e della loro storia. L'organizzazione dell'evento ha quasi tenuto “sotto scacco” la Capitale per giorni. Una frenesia, una corsa, simile a quella per l'ultimo acquisto prima della festa. E con il nome  “I Luoghi della Memoria” si è messo in moto un progetto che ha “voluto”, per il 17 marzo, la classificazione, il restauro, la valorizzazione e la narrazione dei luoghi, dei personaggi e degli avvenimenti del Risorgimento presenti sul territorio. Ingenti lavori di restauro sono stati effettuati, con l'intervento dall'Unità Tecnica di Missione e l'ausilio della Sopraintendenza ai beni artistici di Roma Capitale, al Parco del Gianicolo. La Statua di Garibaldi, le 83 erme dei garibaldini, le stele commemorative, la Statua di Anita e  il Faro dell'Unità e poi la Statua di Ciceruacchio, spostata al Gianicolo dalla sua antica sede sul Lungotevere, sono stati oggetto di importanti lavori di restauro.

FaroGianicoloIl Gianicolo, la “terrazza su Roma” e il luogo della memoria per eccellenza si è abbigliato così di una nuova luce. Chissà se nel 1849, quando da aprile a luglio, Giuseppe Garibaldi e i suoi volontari, provenienti da ogni parte d'Italia, mentre si battevano per difendere la breve avventura della Repubblica Romana, hanno pensato che proprio sul quel colle, campo della loro battaglia, un giorno sarebbero stati posti le loro statue e i loro mezzibusti  e che qualche anno più tardi qualcuno si sarebbe interessato a svestire di quella patina di antico il loro volto? Sicuramente, no. Avevano altro a cui pensare in quel momento. Di certo è che quella loro breve esperienza è stata fondamentale per il passaggio verso l'Unità d'Italia e il Gianicolo è diventato, poi, il luogo dove poter ammirare le tracce di quella pagina della storia italiana.

Ed ecco che oggi, alcuni di quei giovani che avevano solo vent'anni quando morirono per l'Italia, gli eroi del Risorgimento, quei garibaldini mossi da fiammanti ideali, si presentano in tutta la loro “bianca” bellezza sulla collina del Gianicolo. Per giorni squadre di restauratrici sono state impegnate in un lavoro meticoloso e certosino pur di restituire a ogni singolo volto quell'identità di coraggio e di speranza che ha accompagnato l'innocenza della loro età al grido di “Roma o morte!”.

Gli interventi sulle statue e sui mezzibusti sono stati di due tipo: uno, di tipo “protettivo” da attacchi di alghe, licheni, e muschi, un'operazione questa che ha visto gli esperti impegnati con l'applicazione di una sostanza “biocida” ; e l'altro, di tipo “pulente” per la rimozione dei depositi di sporcizia effettuato con un impacco “di polpa cellulosa” imbevuta in una soluzione di sali di ammoniaca.

Garibaldi_contro_i_francesi_30_aprile_1849Qualche passo più giù, rispetto al Gianicolo ed ecco anche il Museo della Difesa di Roma e della Repubblica Romana è allestito, per l'evento, all'interno di Porta San Pancrazio, dove la battaglia del 1849 ebbe il suo punto più cruento e drammatico. Fa gli onori di casa al “nuovo” scenario una “nuova” e imponente targa commemorativa in acciaio con incisi i 69 articoli della Costituzione Romana; un progetto, questo,  in continuità con il memoriale ai Mille di Quarto.

E  oggi, gli storici “inquilini” del Gianicolo, i giovani garibaldini, risplendono di una nuova luce. Sono bianchi ma di un bianco quasi abbagliante. Così come potevano essere i loro ideali ancora ventenni. E Giuseppe Garibaldi, in sella e con lo sguardo rivolto verso il Vaticano, ha lustrato, per l'occasione  perfino le briglie del suo cavallo. Si respira un'aria nuova sulla collina del Gianicolo. Quasi irreale. Così come irreale è il silenzio che si ode passo dopo passo lungo la sua passeggiata. Quasi a non voler svegliare dall'antico torpore il ricordo della lunga ed estenuante battaglia del 1849. E poi, c'è quella luce nuova, bianca e affascinante, riflesso dei “nuovi” volti degli eroi  garibaldini, che fa diventare ogni cosa più vera. Il verde più verde. Il silenzio più silenzio. Perfino la panoramica su Roma diventa più viva; mentre, il ricordo si piega a un'altra pagina di storia che si sta scrivendo.

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