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Michael Collins, un romano sulla Luna quarantuno anni fa

499px-michael_collinsSono passati quaranta anni dallo sbarco del primo uomo sulla Luna, un momento epocale che sembrava precorrere chissà quali progressi, e invece, col senno di poi, si è rivelato più un miracolo dovuto ad una eccezionale combinazione di e singolari talenti.

Tanti pensavano che questo fosse l'inizio della fine, con la Luna sfruttabile per gigantesche pubblicità, magari di qualche bibita americana, da far campeggiare sui panorami di tutto il mondo, Foro Romano incluso. Sono passati quarantuno anni e tutto ciò non è avvenuto, anzi dopo un po' nessuno ha avuto più il coraggio di andare a fare una capatina sul nostro satellite dimostrando che l'impresa realizzata nel 1969 ha tutt'oggi del mito fantascientifico.

targaProprio uno dei protagonisti dell'impresa dell'Apollo 11, Michael Collins, è nato a Roma, classe 1930. Spesso si ricorda lo sbarco sulla Luna con le parole di Neil Armstrong o i balzi di Edwin Aldrin e si tende a dimenticare il terzo fondamentale uomo, quello che dal modulo orbitante, fungeva da collegamento tra la missione al suolo e la Terra.

In realtà il compito di Collins è stato difficile come quello dei due più famosi colleghi. Da solo nello spazio, così distante dalla Terra e, per 40 minuti ogni orbita, in un black out totale delle comunicazioni.
D'altra parte Collins era un veterano dello spazio, avendo partecipato, nei primi 36 anni della sua vita, alle più importanti missioni prima dello sbarco sulla Luna.

Chissà quanto può aver influito in lui l'esser nato a Roma, in Via Tevere, una bella via che collega Corso D'Italia a via Po, che ricorda con una targa proprio l'evento della nascita dell'astronauta. Ma Roma non ha dato solo i natali a Michael, lo ha anche ospitato e allevato per i primi 17 anni della sua vita.

Certo forse lo spirito romano lo avrà aiutato a pazientare nell'orbiter mentre i colleghi lavoravano sulla Luna. Si sa che siamo famosi in tutta Italia per provare tanta empatia nel vedere gli altri lavorare… da stancarci più di loro!
Se poi lo avessero fatto scendere sul satellite avrebbe magari potuto dimostrare le proprie abilità di pilota anche nella difficile discesa.
Abilità di sicuro instillate dalla temerarietà dei guidatori romani, già allora famosi per la propria disinvoltura la volante.
lante_della_rovereChi, poi, conosce bene via Tevere, sa che allora la via era solo residenziale ad eccezione della scuola elementare dedicata a Grazioli Lante della Rovere.
Ebbene, Michael, figlio di un attendente dell'ambasciata americana, non sarà di certo andato in quella scuola, ma chissà come ha reagito di fronte all'iscrizione “Entrate lietamente o fanciulli, qui si insegna, non si tormenta, non faticherete per bugie o vanità, apprenderete cose utili per tutta la vita” che sovrasta il portone a pochi metri da quella che fu casa sua.

Certo è che queste ed altre cose hanno contribuito a renderlo unico nella sua determinazione che lo ha portato a testimoniare lo sbarco sulla Luna e a toccare agevolmente gli 80 anni di una vita al di sopra degli standard umani.

Foto Wikimedia commons / V.Amendolagine

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