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S.P.Q.R.

spqr_1‘Sacri e profani questi romani’, non è solo il titolo dell’ultimo libro di Giuliano Compagno, ma anche come lui, romano doc, vede i cittadini dell’Urbe.

Cinici e scettici fino al midollo, e capaci di un’ironia pungente, continua, al limite dell’irritante, che però riesce a strappare un sorriso in qualsiasi situazione.
Ma chi sono i veri romani, e soprattutto, ce ne sono ancora?

 

spqr_2Gli abitanti di Roma sono ufficialmente 2 milioni e 700.000.
La città nel corso degli anni ha accolto persone provenienti da tutt’Italia, che si sono inserite in una città per certi versi difficile, ma con cui si stabilisce anche un legame intenso.
Può infatti capitare di imbattersi in personaggi con lieve accento valdostano e inflessioni trapanesi, che dicono di essere romani da sette generazioni, perché Roma è così, dopo un po’ ti sembra di esserci sempre stato.
Qualche romano con pedigree si trova ancora, di solito in quartieri come Trastevere o Borgo Pio, ma come dice Compagno: ‘Si riunissero a congresso, i veri romani non supererebbero, in numero, i deputati presenti a Montecitorio per votare la riduzione dei loro stipendi’.
In ogni caso, che possano vantare una discendenza diretta da un antico legionario oppure no, gli abitanti di Roma riescono a trasformarsi in 2 milioni e 700.000 belve furiose, quando devono affrontare il loro peggior nemico: il traffico.

Compagno sottolinea come, quando 16 anni fa uscì la prima edizione del libro, i bookmakers londinesi davano la risoluzione dei problemi del traffico 87 a 1, oggi, quanto l’elezione di un presidente della Repubblica al di sotto dei 75 anni.
Insomma, giocando 2 Euro per ogni scommessa, al massimo si riuscirebbe a vincere la somma per pagarsi un parcheggio!
Innanzitutto, cominciamo col dire che non tutte le strade portano a Roma, ma solo nove: Aurelia, Cassia, E7, Flaminia, Salaria, Tiburtina, Casilina, Appia e Pontina. Tuttavia, se a Roma volete davvero arrivarci, non potete evitare l’esperienza del G.R.A. (grande raccordo anulare).
Sul fatto che sia grande, sono tutti d’accordo, e anulare, girando intorno a Roma, anche, ma raccordo…
Provate a percorrerlo nelle ore di punta del mattino, risulterà transitabile alla stessa velocità della ruota del Prater di Vienna, mentre in altri momenti della giornata, ‘potrebbe capitarvi che, da una corsia unica per lavori alla sede stradale veniate catapultati in un tratto di discesa a quattro corsie, dove è probabile che vi chiami al cellulare Jean Todt in persona intimandovi di far passare Raikkonen’.
Il traffico a Roma ha raggiunto livelli tali, che se per caso le strade sono libere, i commenti stupefatti che si sentono sono: ‘Oggi se scorre…ma com’è che se scorre così, oggi?
‘Boh, saranno tutti partiti!

Ma allora, come affrontare in altro modo la giungla d’asfalto?
Si può sempre provare con i mezzi pubblici, ad esempio l’autobus, detto ‘auto’, plurale ‘auti’.
Dotati di macchinette obliteratrici, nel senso che di solito cadono nell’oblìo, sono una sorta di chimera neo-positivistica, visto che sai quando parti, ma non sei mai sicuro di quando arrivi.
Altra possibilità è la metro, con le linee A, come ‘accalcati’, e B, come ‘bolgia’.
Si attendono tempi migliori con l’apertura della terza linea, ma siccome il ritrovamento di un monile dell’età diocleziana può far bloccare gli scavi in ogni momento, l’ inaugurazione potrebbe avvenire per il 2051.
Tutti felici che le ruspe non riservino lo stesso destino a un’anfora del 68 d.C. e a un bidet del ’74, però…
Sopravvissuti miracolosamente all’avventura sui mezzi pubblici, molti ripiegano sulle due ruote, al motto di ‘sto in moto…e che ce metto?’
Spesso affetti dalla sindrome di Peter Pan, gli scooteristi romani si credono sempre più piccoli di quello che sono, e in virtù di questo cercano di sbucare ovunque, chiedendosi perché non rientri nei pensieri di ogni automobilista farli passare sempre e comunque.
Infine, esiste chi si azzarda a girare in bicicletta, ma allora ve la volete ‘proprio cercà’, perché non sono pochi i racconti di automobilisti che stavano ‘pe’ ammazzà ‘n matto ‘n bicicletta!’.
Se poi non potete proprio rinunciare a spostarvi, ma decidete sia più saggio che al volante ci sia qualcun altro, potete sempre chiamare un taxi.
Premesso che si trova sempre, a condizione di non cercarlo, è consigliabile non parlare al taxista né del sindaco,chiunque egli sia, né delle licenze.

E andare a piedi? Potreste sperimentare la ‘sensazione birillo‘, alla deriva di strisce pedonali di cui il pedone non si fida e che l’automobilista non teme affatto.
Alla fine, stremati, tenterete di raggiungere il semaforo in diagonale, chi non l’ha mai fatto?
Perché Roma resta la città delle regole non scritte. Le nostre.
Dopo tutto,’ma cosa vuoi che gliene importi del mondo a uno che la mattina si affaccia alla finestra e vede il Colosseo?’.
‘Non gliene importa nulla, infatti,ed è normale’.

S.P.Q.R.
Sacri e profani questi romani
di Giuliano Compagno
Edizioni Sonda
pagine 198
Euro 12,50

Si ringrazia la Casa Editrice Sonda per le foto dell’articolo

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