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Roma, Lazio: seppelliamo l’ascia di guerra?

stemmiQueste ultime giornate di calcio non sono state tra le più edificanti, ed uso un eufemismo, del Campionato di quest’anno … né di quelli precedenti … né di tutta la storia del calcio sportivo.

Abbiamo una rubrica dedicata allo sport in cui non si possono, e non si vogliono, evitare articoli sullo sport nazionale. E visto che questo settimanale parla di Roma e provincia, ci dobbiamo, e ancora vogliamo, occupare delle due squadre principali della capitale, peraltro tra le più importanti e determinanti del Campionato italiano (aggiungo per fortuna e … meno male).

Scrivo un articolo sull’argomento (in vista delle ultimissime giornate), perché mi sembra quasi d’obbligo visto come stanno andando le cose. Devo a questo punto, per correttezza, premettere che sono romanista, perciò impossibilitata ad essere al di sopra delle parti. Non me ne vogliano i laziali e tenetelo tutti in considerazione se volete continuare a leggere.

Il discorso che segue vuole esprimere un semplice concetto: “non mi è piaciuto e non mi piace!”. E mi rivolgo ad entrambe le parti in causa, Roma e Lazio.

Se andiamo a guardare un bilancio annuale di entrambe, devo dire che è stato uno degli anni più coinvolgenti ed entusiasmanti. Certo, direte voi, sei romanista! Non è così semplice. E’ vero la Roma ha iniziato davvero male, in modo scoraggiante per noi tifosi, ha poi cambiato allenatore, ed ha iniziato una rimonta favolosa, superando persino l’Inter imbattibile degli ultimi anni. Ed è ancora, almeno sulla carta, in corsa. Chi di noi sperava una cosa simile a settembre del 2009?
Ma che dire della Lazio? Ha avuto un campionato difficilissimo, con grandi conflitti interni, problemi di allenatore e, soprattutto, di presidente, è stata e tornata in zona B più volte, rialzandosi e continuando a combattere per la salvezza. Beh, onore al merito!

Ok, sono romanista. Ok, lo ammetto anche a me risuonano in testa le canzoncine di augurio alla Lazio di retrocedere in serie B. Ma a pensarci bene, non sarebbe una gran cosa. Un anno (e sinceramente non credo di più) senza derby toglierebbe metà dell’interesse al campionato che seguo con tanta passione. Un anno senza lo sfottò e gli striscioni (per fortuna nella maggior parte dei casi simpaticissimi, sarcastici come solo i romani sanno fare e persino artistici) sarebbe di una tristezza infinita.

Non solo. Perché dovrei essere contenta che Milano ha 2 squadre forti in serie A, e Roma no? Questo giornale non si occupa di politica, ma da cittadina romana questa soddisfazione a Bossi e tutti i leghisti non gliela voglio dare! (Aggiungo tra parentesi che il campanilismo dovrebbe esistere solo nello sport: Milano è una città che mi piace moltissimo in realtà).

Ed ora, detto ciò, veniamo alle dolenti note. Questi ultimi giorni sono stati davvero sgradevoli. I romanisti si sono trovati vicinissimi allo scudetto e, come se questo non bastasse a sentirsi soddisfatti, con l’avversaria di sempre in zona B della classifica. Ed hanno perso un’importante partita! Ecco, questo è un semplice fatto. Non farò nessun commento sul gioco, specialmente dopo che superesperti hanno già detto tutto a riguardo. Di fatto il momento è stato duro per tutti noi romanisti. La delusione è stata cocente. Come suppongo ci sia stata grande soddisfazione per i tifosi della Lazio. Qualcuno oserebbe dire che questo non è normale?

Ne è nata una situazione di rabbia e frustrazione per i romanisti  ,anche questa giustificabile e comprensibile. In questa situazione, con la Roma di fatto sotto di 2 punti all’Inter, arriviamo a quest’ultima domenica. La Roma vince un’ottima partita contro il Parma. La Lazio incontra l’Inter, la migliore squadra del campionato (da romanista direi insieme alla Roma, ma so bene che l’Inter ha dei giocatori fenomenali in numero maggiore della Roma). Non so quanti romanisti hanno “sognato” una vittoria della Lazio (di quest’anno) con l’Inter (di quest’anno). Ma se si sono illusi, qualcuno dovrebbe dar loro una bella svegliata.

Io personalmente non mi sarei mai aspettata una vittoria della Lazio, neanche se avesse buttato le bombe a mano in campo contro l’Inter!

Ma il punto cruciale non è questo, giusto? I tifosi laziali hanno tifato contro la loro squadra. E’ difficile andare a giudicare una cosa così per chiunque, tanto più per chi è coinvolto in questo genere di tifoseria. Ma infondo chi non è coinvolto come può capire il tifo romano?

Quello che posso dire è, come detto all’inizio, che non mi è piaciuto, come immagino non sia piaciuto a nessun romanista. Ma, per diretta testimonianza, posso dire che non è piaciuto nemmeno a molti laziali. Sì, perché pur essendo romanista ho amici (veri) laziali (nessuno è perfetto). E me ne vanto. Tifare contro la propria squadra fa male al calcio. Molti avrebbero preferito un tifo silenzioso (insomma non tifare né a favore né contro). Altri (ancora laziali) hanno detto che l’esultanza al secondo gol era davvero fuori luogo, quella al primo la capiscono. Ma se il laziale medio non ha sofferto per questa sconfitta (dopo aver sofferto molto per tante altre quest’anno) non lo posso biasimare.

Non mi è piciuto nemmeno l’atteggiamento (livido direi) dei tifosi romanisti, che si sono scagliati contro i tifosi laziali come se fosse del tutto inaudito ed impensabile. Beh, non abbiamo le prove, ma siamo certi che nessun tifoso romanista avrebbe mai fatto una cosa simile? Certo, da romanista mi ha fatto rabbia. Ma mi pare che la nostra tifoseria abbia fatto un bel numero di figure barbine nel corso degli anni. Con un po’ di onestà, lo dobbiamo ammettere.

Detto ciò, per me è stato davvero spiacevole. Ma soprattutto triste. Perché? Beh, quello che è davvero scoraggiante è che agli occhi del mondo i tifosi della capitale d’Italia fanno la figura degli antisportivi ignoranti. Poco importa che siano della Lazio o della Roma.

Cosa ci manca? Cosa abbiamo perso?
L’ironia, certamente. Forse mi illudo, ma mi sembra che ce ne fosse di più una volta.
La misura delle cose. Immaginate se la gente si odiasse tanto, o addirittura si accoltellasse per questioni politiche e sociali. Ovviamente non me lo auguro affatto. Ma solo con la metà di questa passione in questioni nazionali da parte del popolo, i nostri politici avrebbero tutti il pepe al …. (scusate la caduta di stile!).
Il senso del tifo sportivo. Si tratta di parole, striscioni, grida, a volte gesti. Insomma sono cose lecite. Quando si va oltre (coltelli e pugni) allora la protesta, vera, è comprensibile.

Vorrei infine spezzare una lancia a favore di tutti quei tifosi (tanti, tantissimi, la maggior parte) che non sono così. Non fanno notizia perché fanno un tifo composto, sportivo, ironico. Amano incondizionatamente la propria squadra, non sono obiettivi, non hanno necessariamente ragione o torto, non sono necessariamente intellettuali o analfabeti, prendono in giro gli avversari, gufano contro di loro, ma accettano le sconfitte e tifano fino in fondo, anche quando la loro squadra li delude.

Anche perché tutti dovremmo ricordare che almeno 2 elementi intervengono in ogni sconfitta, e in ogni vittoria: il merito e la fortuna. Questo vale per tutti. Può prevalere uno o l’altro elemento, ma entrambi sono sempre in gioco. Altrimenti non sarebbe sport.

A questo punto sarò forse odiata da entrambe le tifoserie, ma se non si sceglie di percorrere la strada più difficile ed ostica, non si otterrà mai niente di migliore. E invece vorrei dare voce proprio al tifo migliore (che forse non è il mio, ma che esiste anche a Roma). Voglio difendere (e se necessario rimproverare) entrambe le squadre di Roma. Non sono l’unica, ma non basta mai. Perché il tifo “buono” non fa notizia come quello cattivo. Perciò chi è un tifoso migliore dovrebbe gridare di più.

Mi piacerebbe vedere i laziali con una scritta sulla maglietta “sono laziale, ma non tifo contro la mia squadra”. E i romanisti con un’altra “sono romanista, ma non voglio falli scorretti” (mi riferisco al fallaccio di Totti su Balotelli. Gran brutta figura no?). Vorrei che entrambi mostrassero un grande striscione: “amo la mia squadra, ma rispetto il mio avversario numero 1”.

Concludo (era ora) dicendo che i nostri redattori della rubrica del calcio (un vero laziale e un vero romanista) sono anche veri amici. Le scintille non sono mancate in questi giorni. Le opinioni sono discordanti, talvolta si ha più moderazione da una parte, talvolta più dall’altra. Dipende anche dalla frustrazione provocata dall’ultima giornata. Ma il rispetto e la misura hanno superato tutti gli ostacoli, anche in un anno davvero speciale. Considerato che sono di parte, e si richiede loro di esserlo, non è un bell’esempio?

Un’ultimissima cosa: se la Roma dovesse vincere lo scudetto, EZ Rome festeggerebbe (certo sei romanista, direte ancora), ma lo stesso accadrebbe se, un giorno, lo vincesse la Lazio, pur con qualche lacrima da parte della sottoscritta! Scripta manent!

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